AGOSTINI, Mario
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- AGOSTINI, Mario
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Rimini
- Data di nascita
- 09/04/1881
- Luogo di morte
- Sant'Angelo di Gatteo
- Data di morte
- 28/08/1944
Attività e/o professione
- Qualifica
- Muratore
- Qualifica
- Venditore ambulante
Nazionalità
- Italiana
Biografia / Storia
- Nasce a Rimini il 9 aprile 1881, da Enrico e Antonia Gattei, muratore e venditore ambulante. Il 18 giugno 1900 firma la dichiarazione di solidarietà pubblicata da «L’Agitazione» di Ancona con gli anarchici processati in quella città. Il 30 agosto 1901 la polizia lo espelle da Trieste. Articolista e corrispondente per varie pubblicazioni anarchiche, sul numero unico riminese «Germinal» del 1° maggio 1904 nell’articolo in forma di ode Vieni o maggio! dà prova di buona capacità poetica. Nonostante ciò, la nota introduttiva della scheda biografica della Prefettura lo descrive come persona “di poca intelligenza, educazione e cultura”. La sera del 30 ottobre 1904, durante un comizio elettorale a Rimini continuamente interrotto dai fischi degli anarchici, polemizza duramente con Andrea Costa impegnandolo in contraddittorio. Nel novembre del 1905 interviene al congresso anarchico romagnolo di Massalombarda (RA). Un suo articolo intitolato Nuova coscienza è pubblicato nel numero unico «I° Maggio Anarchico» (Rimini 30 apr. 1909). Viene continuamente sorvegliato e considerato pericoloso. A firma “Anarchico” è corrispondente da Rimini per «L’Agitatore» di Bologna. Il 4 maggio 1912 partecipa a una riunione a Rimini intervenendo sulla riorganizzazione del movimento, sulla propaganda contro la Guerra di Libia e sulla diffusione della stampa libertaria. Sempre quell’anno partecipa attivamente ad altri convegni circondariali con l’intento di coordinare i vari gruppi e incrementare l’attività di propaganda. Il 31 ottobre assume la responsabilità del nuovo gruppo anarchico rionale di Borgo S. Giuliano, subito sottoposto alle attenzioni della Questura unitamente al gruppo anarchico dei ferrovieri e al gruppo giovanile. Partecipa al convegno anarchico tenutosi a Faenza il 23 febbraio 1913, presieduto da Domenico Zavattero, nel quale si delibera di propagandare l’astensionismo alle elezioni e la fondazione del giornale «La Barricata», che sarà edito a Bologna e del quale A. sarà sia corrispondente che sottoscrittore. Le sue capacità sindacali, lo portano l’8 maggio del 1913 a essere nominato segretario della Lega di Resistenza tra Muratori e Manovali costituitasi a Rimini. Il 18 giugno A. rappresenta i gruppi anarchici riminesi al convegno tenutosi a Bologna. Ma sicuramente quello che dà grande importanza alla sua figura è la fondazione di una scuola serale libertaria a Rimini denominata “Scuola Moderna”, per ragazzi dai 10 ai 15 anni. Il propagandare nei giovani gli ideali libertari tramite una scuola non controllata da nessuna istituzione, lo rende ancor più pericoloso agli occhi dello Stato. Il 2 agosto 1914 prende parte al congresso delle associazioni sovversive tenutosi a Forlì, per contrastare la repressione governativa in seguito alla Settimana rossa. Nel 1915 si reca come muratore nella zona del terremoto in Marsica, a S. Benedetto dei Marsi (AQ). Vari anarchici in quel periodo vanno in queste località completamente distrutte dal terremoto, probabilmente oltre che per motivi di lavoro, anche per sentimenti di solidarietà e propaganda politica. Il 5 agosto del 1916 è richiamato alle armi e segnalato alle autorità militari per le opportune disposizioni di vigilanza. È congedato nel 1919 e riprende la militanza anarchica. Nello stesso anno dall’unione di vari gruppi cittadini (“Ferrovieri”, “Scuola Moderna”, “Moderni Malfattori”, “Borgo S. Giuliano”) si costituisce il Circolo anarchico “P. Gori”. Intervenuto sulla riorganizzazione di classe e sul riordinamento camerale, al convegno della CdL di Rimini (11 gen. 1920), A. pubblica nello stesso periodo alcuni articoli sul settimanale dell’UAER «Sorgiamo!». Nel febbraio 1922 è uno dei protagonisti dell’espulsione dal gruppo anarchico di Verenin Grazia per comportamenti sospetti. Durante la dittatura fascista viene continuamente sorvegliato e nel 1926 è arrestato per “misure di ordine pubblico”, nel 1927 fa il muratore in Campania. Al termine di quell’anno viene munito della carta d’identità. Nel 1928 è a Torino dove si impiega come muratore. Ritorna a Rimini nel 1929, sempre strettamente vigilato. Pur non potendo fare attività politica pubblica, rimane costantemente fedele all’ideale anarchico. Nel 1935 gli viene inflitto un biennio di ammonizione per “avere fatto pubblicamente negativi apprezzamenti sulla guerra d’Etiopia”. Nel 1936, a seguito della fine della guerra, gli viene condonato il residuo periodo di ammonizione. Nel 1942, pur rimanendo sempre iscritto nel CPC, è cancellato dall’elenco dei sovversivi. Muore durante un bombardamento a S. Angelo di Gatteo (RN), dove era sfollato, il 28 agosto 1944. (G. Botteghi – C. Mazzolani)
Fonti
- FONTI: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
BIBLIOGRAFIA: G. Giovagnoli, Storia del Partito Comunista nel riminese 1921/1940. Origini, lotte e iniziative politiche, Rimini 1981; L. Casali, V. Flamini, I Sovversivi antifascisti e perseguitati politici in provincia di Forlì 1926–1943, Forlì 1989; L. Faenza, Socialismo riminese 1871-1988, una microstoria, Rimini 1989.
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