LICO, Paolo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
LICO, Paolo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Torino
Data di nascita
18/12/1903
Luogo di morte
Torino
Data di morte
15/04/1991

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio meccanico poi giornalaio

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Torino il 18 dicembre 1903 da Ettore e Antonia Guazzotti, operaio meccanico poi giornalaio. Trasferitosi in Lombardia, vive tra Milano e Pavia, e ha il suo battesimo politico durante gli anni del Biennio rosso quando frequenta l’ambiente giovanile socialista e partecipa alle agitazioni operaie che caratterizzano la vita sociale del capoluogo lombardo. Assunto alla azienda “Magneti Marelli” di Milano, è attivo nelle agitazioni sindacale di quel periodo e il 6 maggio del 1921, a Sesto S. Giovanni, rimane gravemente ferito a causa dell’esplosione di un ordigno artigianale che stava manipolando. Condannato a sei mesi di carcere per detenzione di esplosivi, scontata la pena e perso il lavoro a causa delle ferite alle mani che non gli permettono di svolgere le normali mansioni di ope­raio, si mantiene vendendo giornali. Nel profilo biografico steso dalla Prefettura di Milano il 23 dicembre 1922 è descritto come di «aspetto gracile» e «malgrado il suo aspetto timido e impacciato è un sovversivo di carattere risoluto e prepotente, facilmente suggestionabile, come tutti gli esaltati, e conquistato alle idee anarchiche, ne è divenuto ben presto uno dei fautori più fervidi e convinti». Continuamente sorvegliato è nuovamente arrestato nel marzo 1922 con l’accusa di «associazione a delinquere» e di partecipazione all’attentato contro l’ufficio di Pubblica sicurezza di Sesto San Giovanni. Prosciolto per insufficienza di prove è nuovamente fermato dalle autorità di ps durante le agitazioni dei metalmeccanici nel giugno seguente e condannato a due mesi e quindici giorni di carcere per «istigazione a delinquere, violenza alla forza pubblica e attentato al lavoro». Durante gli anni del regime fascista è schedato e sottoposto a una stretta vigilanza che gli impedisce ogni pur minima attività politica, è quindi costretto a vivere di espedienti che lo portano spesso in carcere e a subire provvedimenti restrittivi. Rientrato a Torino dopo la seconda metà degli anni Venti, alla caduta del fascismo riprende l’attività: prima appoggiando il movimento resistenziale poi partecipando alla ricostruzione della Federazione anarchica piemontese. Aderente al Gruppo anarchico “Barriera di Milano” di Torino, condivide la scelta di sostenere l’attività del Gruppo d’iniziativa per un movimento “orientato e federato”. Il gruppo torinese poi, durante il Quarto congresso della fai (Ancona, 1950), criticherà duramente le decisioni prese in quell’occasione contro il gruppo guidato da Masini non riconoscendo i deliberati congressuali (Risoluzione sul Congresso di Ancona dei Gruppi anarchici “Barriera di Milano”, “Pensiero e azione” e “Venaria”, Torino dicembre 1950). L. è, dunque, tra i fondatori del gruppo locale dei gaap insieme a Demi, Peretti, Visconti e Candela ed è il responsabile per il Gruppo dell’edizione dell’opuscolo di Masini Anarchici e comunisti nel movimento dei Consigli a Torino (primo dopoguerra rosso 1919-1920), che viene pubblicato nel 1951. Abbonato e diffusore de «L’Impulso» è uno dei militanti più attivi nell’area torinese. È presente alla Quarta conferenza nazionale (Bologna, 1954) come alla Sesta (Milano, 1956). L. condivide la scelta della fcl per una stretta collaborazione con i gac, e alla Settima conferenza (Genova, 1957) approva la mozione conclusiva nella quale si decide la confluenza dell’organizzazione insieme ai gruppi suddetti nel Movimento della sinistra comunista. Nella conferenza L. è nominato membro della commissione per la cura dei dettagli pratici della confluenza della fcl nel movimento unificato. Durante questi anni è attivo nell’organizzazione di dibattiti e conferenze tra le varie anime della sinistra non istituzionale. È presente al Convegno interregionale del msc ‒ svoltosi a Genova il 5 ottobre 1958 su iniziativa del Gruppo “Roma centro” ‒ di “censura” delle attività del Centro nazionale di Milano (Seniga-Masini). L. sottoscrive la risoluzione finale del convegno nella quale si accusano Seniga e Masini di aver dato un indirizzo «opportunistico» al Centro nazionale, e concesso l’appoggio «a certe correnti e gruppi autonomisti e revisionisti operanti nel psi nella prospettiva dell’unificazione socialista». Successivamente, però, L. abbandona il msc e si riavvicina alle posizioni di Masini aderendo al psi. Negli anni Sessanta continua a militare nel psi torinese ed è eletto nel direttivo della Federazione. In occasione del Sesto Congresso del psi, (Roma 10-14 novembre 1965), L. sottoscrive la mozione De Martino-Nenni. Muore a Torino il 15 aprile 1991. (F. Bertolucci).

Fonti

Fonti: Archivio centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione Generale di Pubblica sicurezza, Divisione Affari Generali e Riservati, Casellario Politico Centrale, ad nomen; Archivio A. Cervetto, Savona; Archivio Biblioteca Franco Serantini, Carte GAAP, Comitato nazionale dei GAAP; Comune di Torino, Anagrafe.
 

Bibliografia: G. Tordolo-Orsello, Il movimento anarchico a Torino nel Secondo dopoguerra (1945-1951), Università di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, Tesi di laurea in Storia contemporanea, a.a. 1991/92, Relatore prof. Nicola Tranfaglia; F. Giulietti, Dizionario biografico degli anarchici piemontesi, Casalvelino Scalo, Galzerano, 2013, pp. 120-121; A. Cervetto, Opere 24. Carteggio 1954-58, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem; A. Cervetto, Opere 25. Carteggio 1959-65, Milano, Lotta comunista, 2019, ad indicem.

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