VELONÀ, Fortunato

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
VELONÀ, Fortunato

Date di esistenza

Luogo di nascita
Bova
Data di nascita
1886
Luogo di morte
New York

Biografia / Storia

Nasce a Bova (Rc) il 3 agosto 1886 da Domenico e Domenica Marino, sarto-falegname. A Reggio Calabria si iscrive alla sezione socialista e alla Camera del lavoro, lotta per la giustizia sociale e l’eguaglianza economica e legge «La Luce» - organo della Federazione socialista calabrese – e «Germinal», che criticano pesantemente la politica governativa e i privilegi dei latifondisti e degli industriali; poi, nel 1913, emigra negli Stati Uniti e si stabilisce a New York, dove sarà conosciuto come Fort Velona. Durante un breve soggiorno in Italia – tra il dicembre 1921 e l’aprile 1922 - manifesta simpatia per l’appena costituito Partito comunista (ma in seguito condannerà senza appello le conseguenze della rivoluzione bolscevica, che aveva instaurato in Unione Sovietica un regime oppressivo e soffocante), ma senza svolgere attività di propaganda. Al suo ritorno in America manifesta forti sentimenti antifascisti e collabora anche con i giornali antifascisti «La Parola», «La Stampa Libera» - all’interno dei quali ricopre anche incarichi di grande responsabilità - e «Il Nuovo Mondo», sul quale pubblica, secondo il console italiano, «ignobili vignette contro il fascismo ed i suoi capi». La vena artistica di V. è riconosciuta non solo negli Stati Uniti, dove la popolarità di Mussolini negli anni Venti e Trenta era al suo apice, ma anche in Europa ed è ritenuta particolarmente pericolosa e corrosiva, dato che con i suoi disegni riusciva a raggiungere anche gli immigrati italiani meno istruiti e politicizzati. In questi anni la sua attività è soprattutto di tipo sindacale e si svolge a favore degli “Amalgamated Clothing Workers of America”. Nel 1925 fa parte del direttorio nazionale provvisorio della Federazione garibaldina d’America costituitosi a New York; ritenuto quindi anarchico pericoloso, nel dicembre 1931 viene iscritto nel “Bollettino delle ricerche” e in “Rubrica di frontiera» per il provvedimento di fermo e perquisizione. A conferma dell’attenzione delle autorità, nello stesso anno il suo nome compare in un elenco di anarchici pericolosi - facenti parte de «L’Adunata dei refrattari» – dei quali si sospettava il rientro in Italia per compiere attentati terroristici; del gruppo facevano parte anche, oltre al corregionale e compagno di fede Saverio Procopio, anche Natale Conio, Amedeo Fulvi, Antonio Giustiniani, Giuseppe Marascia, Saverio Menico, Bernardino (Benny) Rosati e Rocco Tavani. Per raccogliere i fondi necessari all’impresa viene pubblicato sull’omonimo giornale l’articolo Per la nostra guerra; il denaro sarebbe poi stato fatto pervenire a Carlo Frigerio e al gruppo francese “Il Monito” dalla sede parigina della “Banque française et italienne pour l’Amèrique du Sud”. Il 15 aprile 1933, insieme a Girolamo Valenti, fa parte della delegazione socialista italiana che parla al comizio di protesta contro il fascismo internazionale tenutosi in Union Square e organizzato dal comitato provvisorio per il Fronte unico antifascista. La manifestazione, alla quale, secondo il rapporto del console italiano, partecipano circa ventimila persone, registra l’appassionata accusa degli oratori – diversi dei quali sono ebrei – contro la campagna antisemita hitleriana e contro la politica fascista, ma viene turbata dalla presenza di un gruppo di comunisti americani che disturbano gli interventi dei socialisti intonando l’Internazionale. In questo periodo l’attività politica di V. è particolarmente intensa. Il 14 luglio successivo infatti capeggia un gruppo di sovversivi che tenta di ostacolare il comizio della terza brigata delle “Khaky Shirts of America”, organizzazione fascista alla quale erano affiliati molti italiani - soprattutto militari - residenti negli Stati Uniti. Durante lo scontro a fuoco che si determina in quell’occasione rimane ucciso il giovane Antonio Fierro, figlio del noto antifascista Michele, mentre V. viene ferito. Segnalato anche come comunista, in seguito V. continua a svolgere attiva propaganda libertaria e antifascista. Muore a New York il 9 maggio 1965. (O. Greco)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Divisione generale di pubblica sicurezza, Divisione affari generali e riservati, Casellario politico centrale, b. 5346, f. 15567, cc. 31, 1928-1940.

Bibliografia: Bencivenni 2004, pp. 84 e 94-101; K. Massara, L’emigrazione “sovversiva”. Storie di anarchici calabresi all’estero, Cosenza 2003, pp. 52-53 e 55n; A. Paparazzo, Il contributo degli emigrati calabresi alle lotte operaie degli Stati Uniti, in Calabresi sovversivi nel mondo: l’esodo, l’impegno politico, le lotte degli emigrati in terra straniera (1880-1940), a cura di A. Paparazzo, Soveria Mannelli 2004, pp. 34-35.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Domenico e Domenica Marino

Bibliografia

201

Persona

Collezione

città