VASAI, Pietro

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
VASAI, Pietro

Date di esistenza

Luogo di nascita
Firenze
Data di nascita
October 27 1866
Luogo di morte
Firenze

Biografia / Storia

Nasce a Firenze il 27 ottobre 1866 da Clemente e Maria Righi, cappellaio. Si fa notare già a 17 anni quando la polizia osserva che è un giovane istruito e di non comune intelligenza molto attivo nel Circolo "Amilcare Cipriani". In quegli anni (1883-84) è anche cassiere del Circolo tra i giovani operai socialisti e gerente de «La Questione Sociale», pubblicata a Firenze per iniziativa di Malatesta. Per questo ruolo e per essere tra gli 89 firmatari del Manifesto di solidarietà per Malatesta e compagni (febbraio ’84) colleziona tra la fine dell’84 e l’86 una serie di condanne per quasi quattro anni di carcere. Per evitarli già nell’autunno ’84 V. ripara in Francia ma nel marzo ’85 viene arrestato a Lione mentre affigge manifesti sovversivi. Assolto per questo reato viene comunque condannato a 4 mesi per vagabondaggio e nell’ottobre espulso e consegnato alle autorità italiane. Torna libero a Firenze con l’amnistia del 5 giugno ’87, ed è con G. Cioci, tra i promotori del nuovo gruppo “Né Dio né Patria” e della nuova serie de «La Questione Sociale». Il periodico comincia le pubblicazioni nel maggio dell’88 e già il 28 agosto V. viene condannato, per questa sua attività di pubblicista, a due anni e tre mesi. Ripara questa volta a Lugano ma alla fine dell’anno raggiunge clandestinamente Roma dove, malgrado la falsa identità di “Alfredo Guercini” viene presto arrestato (In altre occasioni uso il nome di “Piattoli”). A suo carico pendono 5 mandati di cattura e può tornare libero solo per l’amnistia del 30 novembre 1890. Allora a Firenze, dopo il congresso di Capolago, c’è gran fermento in tutti gli ambienti sovversivi. V. è designato, assieme a G. Barsanti, S. Papini, Enrico Braccini, a rappresentare gli anarchici nella Commissione del Comitato delle Associazioni popolari per la celebrazione del 1° maggio 1891. Il giovane anarchico ha grande facilità di parola ed è molto popolare tra i lavoratori fiorentini ed è lui a tenere il comizio in piazza Savonarola quando la forza pubblica carica e trasforma la manifestazione in una caccia al “sovversivo” per tutta Firenze. Il conseguente si svolge dall’8 al 12 maggio processo e vede coinvolti 46 lavoratori, tra questi dieci anarchici e cinque repubblicani. Durante il processo V. coglie l’occasione per spiegare e propagandare le idee anarchiche ma i giudici lo mettono a tacere e lo condannano ad altri due anni di carcere. È libero da nemmeno un anno quando il profilarsi della grande ondata repressiva lo costringe nel giugno del 1894 a riprendere la via dell’esilio. Il 21 di quel mese raggiunge la Tunisia. In questo paese apprende il mestiere di tipografo e pubblica il giornale culturale «L’Etna» (giugno-ottobre 1895). Alla fine di questa esperienza prova a tornare a Marsiglia, dove è noto come “sovversivo pericoloso”, ma già l’11 novembre, durante la tumultuosa commemorazione dei martiri di Chicago, viene arrestato. Dopo altri quattro mesi di carcere, il 1° luglio 1896 è consegnato alla polizia italiana. Lo attendono altri nove mesi di prigione per contravvenzione alla sorveglianza speciale e cinque anni di confino, che comincia a scontare dal 2 aprile ’97 prima a Ponza poi a Favignana e infine a Ventotene. A questo punto chiede il “proscioglimento condizionale”, provvedimento che il governo elargisce con prodigalità ai sovversivi purché lascino il paese, e così anche V. lo ottiene con l’impegno di recarsi in Egitto. In realtà, appena libero, elude la sorveglianza e raggiunge Barcellona dove si mette a disposizione degli anarchici locali con il risultato che anche qui viene subito arrestato ed espulso (giugno ’98). V., che ha contratto la tisi, si trasferisce di nuovo in Tunisia da dove, in ottobre, si imbarca per Malta e quindi per Alessandria d’Egitto. Qui da anni Malatesta prima e poi due livornesi, F. Cini e I.U. Parrini che V. conosce da tempo, hanno dato vita a una vivace colonia anarchica allora però lacerata dalla polemica tra il primo, vero organizzatore, e il secondo che ha abbracciato in toto l’individualismo. V. si pone come figura di equilibrio diventando, come scrive Bettini, “l’ispiratore e l’animatore di tutte le principali iniziative di carattere libertario, sviluppatesi in Egitto fino allo scoppio della Prima guerra mondiale”. Nel 1901 pubblica, ad Alessandria, con il concorso dell’anarchico libanese J. Rosenthal il settimanale in italiano e francese «La Tribuna Libera» che apre un vivace dibattito sull’organizzazione dei libertari con i periodici «l’Agitazione» di Roma e con «Temps Nouveaux» di Parigi. Il giornale deve però chiudere dopo due soli numeri. Ben più duratura è l’altra iniziativa ideata e realizzata con L. Galleani, arrivato in Alessandria contemporaneamente a V.: la fondazione dell’Università Popolare Libera riesce a coinvolgere gli intellettuali locali e, conosciuta come le “baracche rosse” di via Hamman el-Zahab, ha lunga fortuna. Nel 1902, durante l’epidemia di colera nella regione, organizza dei “Servizi Sanitari d’Urgenza”. Non riscuote, invece, successo il tentativo di dar vita, assieme a R. D’Angiò, che V. e Parrini hanno contribuito a far arrivare l’anno prima, alle leghe di resistenza operaie. Il proletariato locale infatti si dimostra del tutto refrattario alle idee libertarie e solo i lavoratori tipografici aderiscono all’iniziativa dei libertari. Né giova a questa causa, la pubblicazione del settimanale rivolto ai lavoratori, «L’Operaio» che V. pubblica dal luglio di quell’anno assieme a D’Angiò, con il quale collaborerà anche al periodico «Lux». L’iniziativa sindacale rivolta verso gli operai locali per altro suscita le feroci critiche di Parrini che vede nel progetto una deviazione anarco-sindacalista. Neanche un ciclo di conferenze di P. Gori ai primi del 1904 non appiana le polemiche tra gli anarchici italiani residenti in Egitto. In realtà V. è tutt’altro che sindacalista, la sua posizione sia riguardo ai gruppi che al mondo del lavoro è se mai nel solco dell’internazionalismo antiorganizzatore Nell’agosto 1909 V. è tra i promotori del Convegno Nazionale del Cairo dove gli anarchici in Egitto si danno una certa omogeneità d’intervento ed un quindicinale «L’Idea». Il periodico è diretto appunto da V. che lo fa poi seguire da «Libera Tribuna» (1913) e da «L’Unione» (1913-1914). Questa esperienza giornalistica, fortemente osteggiata dalle autorità consolari e poi stroncata dallo scoppio della guerra mondiale, è l’ultimo impegno di V. la cui salute è ormai compromessa. Nel luglio del 1916 riesce a tornare nella sua Firenze, sorvegliato a vista; cerca invano di curarsi nel sanatorio dell’Ardenza, a Livorno. V., cavaliere errante dell’anarchia, “ammalato di altruismo e di tisi” (E. Pea), muore a Firenze l’11 dicembre del 1916. (L. Di Lembo)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio dello Stato - Firenze, Gabinetto di Questura, Casellario politico, p. 12 e 22; ivi, Tribunale penale, Processi risolti con sentenza 1886, p. 537 e 692, 1888 p. 886; Pietro Vasai è morto, «Il Libertario», 14 dic. 1916.

Bibliografia: E. Ciacchi, Da Piazza Savonarola alle Murate. La verità sul 1° maggio a Firenze, Firenze 1891; R. D’Angiò, Quattro anni in Egitto, «Il Libertario» 22 giu. 1905; E. Pea, Vita in Egitto, Milano 1949; E. Conti, Le origini del socialismo a Firenze (1860-1880), Roma 1950; N. Capitini Maccabruni, La camera del Lavoro nella vita politica ed amministrativa fiorentina (dalle origini al 1900), Firenze 1965; L. Bettini, Appunti per una storia dell’anarchismo italiano in Egitto, in L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 2. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all’estero (1872-1971), Firenze 1976; P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta, Milano, 1969 e Id., Storia degli anarchici italiani nell’epoca degli attentati, Milano, 1981, ad indicem; G. Sacchetti, Sovversivi in Toscana (1900-1919), Todi 1983.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Clemente e Maria Righi

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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