STAMI, Cesare

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
STAMI, Cesare

Date di esistenza

Luogo di nascita
Ferrara
Data di nascita
April 15 1884

Biografia / Storia

Nasce a Ferrara il 15 aprile 1884 da ignoti. Soprannominato Busetto, frequenta fino alla 3a elementare, facchino. Fino al servizio militare è socio del circolo socialista di Pontelagoscuro, suo paese di residenza; è iscritto alla Lega di resistenza e prende parte a manifestazioni e a scioperi. Nel 1904 è condannato a 25 giorni per attentato alla libertà del lavoro. Durante il periodo di leva a Padova frequenta “i peggiori sovversivi” e si fa fotografare, insieme con altri soldati e alcuni giovani antimilitaristi, “in atto di spezzare le armi e calpestare i Keppy”, sventolando una bandiera rossa. Viene perciò inviato alla compagnia di disciplina di Peschiera e ottiene il congedo nel novembre 1907. Nel 1909 S. si stabilisce a Occhiobello e dà così inizio a una vita da girovago. Nel gennaio 1910 si trasferisce per lavoro a Milano, andando ad abitare a Sesto S. Giovanni, e nell’aprile 1910 assume la gerenza de «La Rivolta», alla quale collabora con brevi contributi, in sostituzione Armando Luraghi. Ben presto incriminato per alcuni articoli antimilitaristi e per uno scritto di Paolo Valera intitolato Casa Savoia, ritorna a Pontelagoscuro alla fine di giugno, ma in agosto è di nuovo a Milano e firma come gerente l’ultimo numero di «Sciarpa nera», procurandosi una nuova imputazione. Nell’ottobre S. emigra a Marsiglia, sfuggendo così a due condanne per reato di stampa. Dopo un breve soggiorno a Parigi ritorna a Marsiglia e lavora come manovale. Nel settembre una sorta di duello rusticano, causato da una precedente polemica, tra Nerucci, Mugnai e Bendinelli da un lato, S., Sardini e Cancellieri dall’altro, con tanto di pistole e coltelli, induce S. e Cancellieri a lasciare Marsiglia. Rientrato in Italia nel dicembre 1911, viene rimpatriato a Pontelagoscuro. Nel 1912 lavora come capo facchino nello zuccherificio di Bondeno, ma la sua propaganda per il sabotaggio gli costa una denuncia ed alcune lettere di protesta nel periodico di Gavilli, «Gli Scamiciati», il licenziamento. Nel luglio 1914 ripara a Parigi, pare per sfuggire a possibili incriminazioni per le agitazioni della “settimana rossa”. Di nuovo in Italia alla fine dell’anno, si sposta più volte da Pontelagoscuro a Bondeno, ad Avezzano per poi tornare nel comune di residenza. Agli inizi del 1915 si trasferisce ancora all’estero, prima a Vallorbe, nel Canton Vaud, poi a Parigi, dove lavora come garzone muratore. Nel 1916 lascia la Francia per gli Stati Uniti e viene segnalato a New York. Ma, a partire dal 1924, non si hanno più notizie, tanto che si avanza l’ipotesi della sua morte. Secondo il console italiano a New York nel 1934 “sembra che in questi ambienti anarchici nessuno si ricordi di lui”. S’ignorano data e luogo di morte. (M. Antonioli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città