STAGNETTI, Spartaco

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
STAGNETTI, Spartaco

Date di esistenza

Luogo di nascita
Roma
Data di nascita
December 4 1880
Luogo di morte
Ustica

Biografia / Storia

Nasce a Roma il 4 dicembre 1880 da Pietro e Anna Ciccarelli, tipografo e meccanico. Sposato con Giuseppina Cola, la sua attività politica inizia nelle fila repubblicane e in quelle del socialismo romano (si iscrive nel 1897 all’Unione Socialista Romana); allorquando si avvicina al movimento anarchico, probabilmente anche per l’amicizia che lo lega con Ettore Sottovia, assume velocemente una posizione di un certo rilievo. Certamente il suo carattere, descritto e riportato come “simpatico e disponibile”, ma anche per le sue indubbie capacità di propagandista lo conducono a svolgere e ad assumere notorietà e influenza nella zona di Fiumicino dove le autorità di pubblica sicurezza si accorgono di lui, indicandolo come un assiduo lettore (S. a quell’epoca ha 17 anni) de «La Questione sociale». Nel settembre 1898, data dalla quale viene regolarmente vigilato e schedato, partecipa con E. Sottovia, E. Gnocchetti, G. Del Bravo ed altri militanti romani al tentativo di costituire il Circolo giovanile operaio anarchico di Trastevere e Borgo; tentativo che porta all’arresto e alla condanna al domicilio coatto dei primi due esponenti. Un insuccesso che, comunque, non rallenta l’attività di S. che, nel gennaio 1899, con A. Ceccarelli e G. Del Bravo, tenta nuovamente di costituire il Circolo. Gli arresti che colpiscono adesso Del Bravo e Ceccarelli (coinvolti dalle dichiarazioni di P. Acciarito di un loro coinvolgimento nel suo tentativo di regicidio – dichiarazioni poi ritratte) fermano nuovamente il progetto. Poco dopo è S. che si dichiara segretario del circolo anarchico di Trastevere. Questa è la fase in cui S. entra anche in contatto con E. Ciancabilla, D. Lucchesi (che risiede a Marsiglia) e con il gruppo redazionale de «La Questione sociale» di Paterson (USA) che periodicamente gli invia dagli Stati Uniti una “trentina di copie” del giornale. Il 14 agosto 1899 S. viene fermato e trovato in possesso di due manoscritti (intitolati Il partito internazionale comunista anarchico e I legalitari e gli evoluzionisti sono rivoluzionari), il primo dei quali gli viene direttamente attribuito. Per entrambi S. dichiara esplicitamente che sono destinati alla pubblicazione e alla diffusione clandestina a Roma durante la prossima campagna elettorale. Nella stessa occasione gli viene rinvenuta e sequestrata una lista di anarchici romani che hanno sottoscritto e contribuito ad una iniziativa di S. per la raccolta di fondi a favore dei confinati politici. Nel corso delle indagini, inoltre, viene alla luce un’altra iniziativa che S. con un gruppo di militanti della capitale (tra i quali Giovanni De Angelis, Emilio Bonomi e Galileo Buratti) aveva predisposto dal 6 agosto. Si trattava di commemorare l’anniversario della morte di Michele Angiolillo, giustiziato il 19 agosto 1897 in Spagna perché colpevole dell’uccisione del Presidente del Consiglio spagnolo A. Canovas del Castillo, con l’affissione di una serie di manifesti stampati clandestinamente che riproducono un articolo dello stesso Angiolillo e l’autodifesa dello stesso pronunciata di fronte alla corte che lo condannava a morte. I manifesti (riprodotti in 200 copie) vengono effettivamente rintracciati e identificati come editi a Roma a cura del gruppo facente capo a S. che viene denunciato per reati commessi a mezzo stampa e per “istigazione all’odio di classe”. Tra il settembre e il novembre 1899 giunge a conclusione il processo formativo della Federazione Anarchica Laziale alla quale S. aderisce immediatamente, ma ancor più forte è il suo impegno nel soccorso ai confinati politici: a parte le sottoscrizioni di cui è protagonista, S. sul finire del ’99 è il corrispondente da Roma del periodico genovese “Pro-coatti” firmando una serie di articolo con lo pseudonimo “Lari-volta”. Con l’estate del 1900, in seguito agli arresti e all’azione esercitata sul movimento anarchico dall’autorità giudiziaria, S. prima viene denunciato per associazione a delinquere (10 agosto) e poi colpito da mandato di cattura per insurrezione contro i poteri dello Stato e “eccitamento alla guerra civile”. Arrestato il 19 settembre, il giorno dopo anche la madre interviene con un breve articolo pubblicato su «L’Avanti» sottolineando come il figlio fosse stato arrestato ricorrendo al grido di “al ladro al ladro” pronunciato dagli stessi agenti, costringendolo a fermarsi: “si è osato insultare chi è nobile seguace di un’idea” conclude la madre nel suo intervento. Un mese di carcere preventivo non portano ad alcun risultato: S. viene scarcerato per mancanza di indizi. In questa fase, che lo vede molto impegnato in città, non rinuncia ai suoi collegamenti ed è in contatto con i gruppi anarchici torinesi ed argentini utilizzando lo pseudonimo di Giulio Roncati. Nuovamente arrestato per associazione a delinquere in conseguenza dello sciopero generale di Roma dell’aprile 1903, viene ancora una volta rilasciato per insufficienza di indizi. Tra il 1904 e il 1910, l’azione politica di S. sembra rallentare, o almeno si sviluppa in modo più accorto. Nel novembre 1910 S. partecipa al congresso anarchico regionale che si tiene a Roma; in quell’occasione S. dichiara esplicitamente di riprendere la sua attività politica a favore della UAI. Entra così a far parte della Commissione esecutiva per il congresso anarchico di Roma che si svolge a fine settembre. Partecipa ora attivamente anche al movimento sindacale romano ed è presente al congresso dei ferrovieri delle linee secondarie che si svolge a Reggio Emilia nel maggio 1913. Di quell’assise riporta ai ferrovieri romani, con un intervento alla CdL di Roma dell’11 dicembre 1913, l’incitamento a partecipare al prossimo moto rivoluzionario con l’aiuto che può derivare dalla tipologia del loro lavoro. Si avvicina e aderisce al Fascio Comunista Anarchico di Roma (19 dicembre 1913) e il 5 aprile 1914 al gruppo “2 aprile”. Chiamato alle armi il 10 giugno 1915 viene dapprima assegnato ad una fabbrica di armi e posto sotto un’attenta sorveglianza poi, dopo appena 15 giorni, inviato in congedo. Rientrato in città, è nominato – 29 agosto 1916 – Segretario del Sindacato Ferrovieri delle Linee Secondarie e, da questa posizione, si schiera apertamente contro l’impostazione riformista delle lotte sindacali. Nel dicembre dello stesso anno è eletto Vice presidente dell’Ufficio di presidenza del Consiglio generale della CdL di Roma. Richiamato alle armi nel luglio 1917 è costretto a subire una serie continua di trasferimenti di reparto e di impiego, per impedirgli di sviluppare una qualche forma di propaganda antimilitarista e contro la guerra alla quale è assolutamente contrario; nonostante i controlli viene arrestato il 7 dicembre 1917, perché trovato in possesso di manifesti clandestini antimilitaristi. Denunciato al Tribunale Militare, S. viene condannato a cinque mesi di carcere che sconta integralmente. Viene congedato nel dicembre dell’anno successivo e, tornato alla vita civile, riprende il suo lavoro di meccanico ferroviere nella società che gestisce i collegamenti fra la capitale e Tivoli. È qui che ricomincia la sua attività politica e sindacale. Membro della Federazione Comunista Anarchica del Lazio partecipa, in rappresentanza di questa, al congresso nazionale di Ancona del 7-11 novembre 1921. In quello stesso periodo è anche eletto nella Commissione direttiva della CdL romana con 5.671 voti. S. (con G. Forbicini, T. Monticelli e E. Sottovia) è tra i protagonisti della campagna di sottoscrizione a favore di «Umanità nova» che, promossa dalla UAI, vede in prima fila il gruppo romano e conduce il periodico libertario a superare la crisi derivata dalla chiusura della redazione milanese, riprendendo le pubblicazioni a Roma. Tra il 1919 e il 1922 S. è, quindi, subito orientato a lottare contro il fascismo. Presente in tutte le manifestazioni ed iniziative di lotta sindacale per l’unità di tutti i lavoratori contro il movimento fascista, S. mantiene una capacità di autonomo esame delle iniziative, proponendo, come nel caso del III congresso della UAI del novembre 1921, l’esperienza romana come motore di una ripresa più ampia, oppure entrando in aperta polemica (a fianco di E.Sottovia, che proviene dalle stesse esperienze) con i sindacalisti dell’ USI. Dal febbraio al maggio 1922, poi, pubblica a Roma «L’Azione diretta» (organo sindacale del fascio libertario di azione diretta di Roma, il cui gerente è Angelo Diotallevi). La sua attività comunque si concentra ancor più nella lotta contro il fascismo entrando a far parte del “Comitato di difesa proletaria” di Roma, e partecipando attivamente agli Arditi del popolo; anche dopo la sconfitta dell’organizzazione di A. Secondari, S. continua la sua lotta contro il fascismo partecipando ad una riunione durante la quale venne deciso di prendere il controllo del territorio nei quartieri romani di Prati, Trionfale e Testaccio. La definitiva presa del potere da parte del fascismo non ferma l’attività di S. che, nel corso del 1925, tenta prima di ottenere il passaporto per recarsi a Bellinzona (Svizzera) al fine di partecipare al congresso internazionale degli operai dei trasporti, poi di organizzare una riunione tra gli ex iscritti al sindacato ferrovieri delle linee secondarie per cercare di opporsi al sindacato fascista. Sempre controllato dal regime che lo ritiene particolarmente pericoloso, il 20 luglio 1926 S. è costretto a subire una perquisizione della sua abitazione nel corso della quale vengono trovati alcuni documenti ritenuti di rilievo politico da parte delle autorità di pubblica sicurezza. In conseguenza di ciò è condannato a cinque anni di confino a Ustica. Arrestato e tradotto nell’isola nel gennaio del 1927, S. viene assassinato da un confinato comune il 15 agosto dello stesso anno. La sua tragica fine non passa inosservata e se da una parte si lancia l’ipotesi che l’avvenimento non fosse stato casuale (tesi ripresa dai necrologi commemorativi apparsi sulla stampa libertaria nell’immediato dopoguerra), ma che la sua eliminazione fosse maturata nel clima di repressione e di violenza politica del regime, dall’altra sorgono spontaneamente alcuni comitati di sostegno alla famiglia sia in Francia, tra gli anarchici italiani emigrati nella capitale francese, sia a Roma attorno a E. Malatesta e A. Paolinelli. Se Spartaco è l’elemento più in vista della famiglia S. nell’ambito dell’anarchismo romano, non si può dire che sia l’unico. A parte la moglie G. Cola e la madre Anna, anche il figlio Libero (arrestato a Roma nel 1927, condannato dal Tribunale Speciale ad un anno e tre mesi di carcere per organizzazione clandestina, liberato condizionalmente ma vigilato fino al 1940), svolgono un ruolo sufficientemente significativo nel movimento libertario. (P. Iuso)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; «Almanacco Libertario», 1929; «Il Libertario», Roma, 1944; «Umanità nova», 28 ago. 1945.

Bibliografia: L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicem; Movimento operaio e organizzazione sindacale a Roma (1860-1960). Documenti per la storia della Camera del Lavoro, Roma 1976; P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani nell’epoca degli attentati, Milano, 1981, ad indicem; P. Salvatori-C. Novelli, Non per oro ma per libertà. Lotte sociali a Roma. 1900-1926, Roma 1993; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; M. Antonioli, Azione diretta e organizzazione operaia. Sindacalismo rivoluzionario e anarchismo tra la fine dell’ottocento e il fascismo, Manduria 1990; ID, Armando Borghi e l’Unione Sindacale Italiana, Manduria 1990; M. Antonioli, P.C. Masini, Il sol dell’avvenire. L’anarchismo in Italia dalle origini alla Prima Guerra mondiale, Pisa 1999, ad indicem; E. Francescangeli, Arditi del popolo. Argo Secondari e la prima organizzazione antifascista (1917-1922), Roma 2000, ad indicem; G. Sacchetti, Sovversivi agli atti. Gli anarchici nelle carte del Ministero dell’Interno. Schedatura e controllo poliziesco nell’Italia del Novecento, Ragusa, 2002, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Pietro e Anna Ciccarelli

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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