SORBI, Bixio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
SORBI, Bixio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Massa Marittima
Data di nascita
01/08/1887
Note
In alcuni documenti è indicato il giorno 11 agosto come data di nascita
Luogo di morte
Dachau
Data di morte
08/02/1945

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Massa Marittima (GR) l’11 agosto 1887 da Agostino Libero e Rosa Ciampi, operaio. Dapprima repubblicano, segue le orme del padre e diventa anarchico, facendosi notare per il suo attivismo. Poco rispettoso verso le autorità e incline alla violenza, incita i compagni all’azione, fa intensa propaganda ed è abbonato a «L’Avvenire anarchico» di Pisa.

Trasferitosi a Portoferraio nel 1913, lavora agli altiforni del ferro e legge «Il Libertario» di La Spezia, «Il Martello» di Piombino e l’«Avanti!» di Roma. Il 19 giugno 1914 «Il Piccolo martello» di Piombino riferisce che Sorbi ha versato una sottoscrizione a favore del compagno Salvatore Salvadori, l’ex gerente del giornale, colpito da vari mandati di cattura per reati di stampa. Contrario all’intervento italiano, Sorbi firma, insieme a Giuseppe Gasperi, l’invito per il Convegno rivoluzionario contro la guerra, che si tiene a Follonica il 31 gennaio 1915 e si conclude con l’approvazione di un odg, che minaccia lo sciopero insurrezionale se l’Italia scenderà in campo. Aggredito da alcuni interventisti massetani per il suo antimilitarismo, Sorbi è richiamato alle armi e mandato in zona di guerra, dove rimane ferito.

Nel luglio 1917, alcuni anarchici di Piombino accompagnano le loro offerte a «Il Martello» con questo messaggio: “Fra amici e compagni, salutando Sorbi Bixio, reduce ferito e disprezzando i vili massetani che osarono percuoterlo perché avverso all’intervento”. A fine guerra, Sorbi torna allo stabilimento di Portoferraio, ma la società Ilva rifiuta di riassumerlo. È discriminazione politica e l’«Avvenire anarchico» di Pisa osserva: “Il compagno Bisio Sorbi ritornato dal servizio militare dopo 4 anni di trincea si presentava alla Direzione dello stabilimento signor Linari per essere ammesso al lavoro. Gli fu subito risposto da questo sciacallo che per lui anarchico non vi era lavoro e che era meglio per lui trasferirsi a Piombino. E così si vuole sbarazzarsi di chi la pensa anarchicamente. Se la vostra vigliaccheria crede di fiaccare la nostra opera di propaganda la sbaglia di grosso...”.

Riammesso infine nello stabilimento, Sorbi riorganizza il gruppo anarchico di Portoferraio e nel luglio del 1919 scrive: “Anche qui [nell’isola d’Elba] dove visse per molto tempo il nostro maestro Pietro Gori, da molto tempo non si sentiva più parlare di Gruppi anarchici e tanto meno di anarchici, causa la grande guerra sterminatrice. Oggi tornati al nostro posto di battaglia contro tutto ciò che costituisce menzogna e negazione, in difesa del nostro grande ideale, ci sentiamo più forti di prima e più convinti delle nostre idealità anarchiche. Ogni giorno vengono a noi compagni per ingrossare le nostre file, promettendo di lavorare per le nostre idee. Il nostro Gruppo, da poco costituito, promette di farsi strada in mezzo alla classe lavoratrice...”.

L’anno seguente Sorbi viene arrestato dopo la scoperta di 19 tubi di gelatina e di una grossa bomba nella sua abitazione. Il fatto suscita grandissimo clamore e il 24 ottobre 1920 il prefetto di Grosseto dipinge l’anarchico massetano come uno “fra i più accesi e indisciplinati operai degli altiforni” e racconta che gli esplosivi sono stati rinvenuti in un sottoscala, sotto un mucchio di carbone, in una fossetta coperta da un mattone. Processato a Portoferraio, l’anarchico massetano è condannato a un anno e 15 giorni di reclusione, ma in appello la pena sale a tre anni e mezzo. Espiata la condanna, emigra in Francia il 20 gennaio 1924 e si stabilisce a Villerupt pour Thil. Occupato agli “hauts fourneaux et fonderies” di Pont à Mourson, è abbonato alla rivista «Pensiero e volontà» di Roma, sostiene i giornali «Fede!» di Roma e «Il Picconiere» di Marsiglia e sottoscrive per «Il Monito» di Parigi.

Nel 1927 si trasferisce a Marsiglia e scrive sul «Culmine» di Buenos Aires un necrologio per il compagno Emilio Ferri, deceduto in Francia per un infortunio sul lavoro. Nel 1928 invia una sottoscrizione a «Resistere», un numero unico edito a Parigi dagli anarchici italiani in favore delle vittime politiche, e nel 1929 spedisce 100 franchi al Comitato libertario che difende Angiolino Bartolommei. Il 15 marzo 1933 viene naturalizzato francese e le autorità italiane, che da tempo lo hanno incluso nella “Rubrica di frontiera”, ordinano che sia respinto, qualora si presentasse al confine. In aprile Sorbi assiste, a Marsiglia, al quarto congresso del PSI riformista e il 3 ottobre viene inserito nella lista degli attentatori maremmani, insieme ad altri sovversivi, che si sono opposti con le armi allo squadrismo.

Il 5 aprile 1936 partecipa a un’assemblea dell’Università proletaria di Marsiglia, in cui sono esaminati i casi dell’ex comunista Placido Mangraviti, miliziano pochi mesi dopo nella Colonna Lenin in Aragona, e dell’anarchico Alfonso Petrini, detenuto in Russia. Il 24 ottobre l’anarchico massetano interviene a una riunione dell’Università proletaria e ascolta l’invito alla concordia rivolto da Francesco Volterra agli antifascisti italiani per aiutare più efficacemente la causa dei repubblicani spagnoli. L’11 ottobre la Prefettura di Grosseto segnala, schedandolo, che ha buona intelligenza ed è capace di tenere conferenze, ha tre figli e si comporta bene in famiglia. Socio di una cooperativa edilizia, fondata, nel 1938, da Pio Turroni e Romeo Tonarelli a Marsiglia, Sorbi aiuta i repubblicani spagnoli, internati nei campi “della fame e del disprezzo” di Argelès, di Gurs e del Vernet e, per questa sua attività, viene fermato e malmenato dalla polizia francese.

Il 20 settembre 1943 Sorbi viene arrestato dalle autorità collaborazioniste francesi, è rinchiuso nel campo di sorveglianza speciale del Vernet, successivamente è consegnato alla polizia tedesca e trasferito nel campo di concentramento di Dachau dove arriva il 28 agosto 1944. N. di matricola: 94285. Classificato con la categoria Schutz. Muore a Dachau l’8 febbraio 1945. (F. Bucci – R. Bugiani – A. Tozzi)

 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Gracco, Portoferraio, «L’Avvenire anarchico», 18-25 apr. 1919; ivi, 10 ott. 1919; Esplosivi a Portoferraio, «Il Giornale d’Italia», 15 ott. 1920; La condanna del Sorbi in Corte d’appello, «La Parola», 23 gen. 1921; Comitato pro vittime politiche, «Il Martello», 19 feb. 1921; Tranquillo [G. Ruozi], Le vittime del fascismo. Sorbi Bixio, «L’Adunata dei refrattari», n. 51, 21 dic. 1946; G. Bacconi, Un martire, «Umanità nova», 28 dicembre 1948, p. 1.

Sitografia: Dictionnaire international des militants anarchistes, versione on-line, http://militants-anarchistes.info

Bibliografia: Un trentennio di attività anarchica. 1914-1945, Cesena 1953, p. 205, F. Bucci, Mario Chirici dal 1915 al 1937: dalla prima guerra mondiale alla cancellazione dallo schedario degli oppositori del fascismo, Follonica, 2001, p. 25; Il libro dei deportati, ricerca del Dipartimento di storia dell’Università di Torino diretta da B. Mantelli e N. Tranfaglia, promossa da ANED Associazione nazionale ex deportati, Milano, Mursia, 2009, Vol. 1, tomi 1-3, p. 2022; F. Bertolucci, Gli anarchici italiani deportati in Germania durante il Secondo conflitto mondiale, «A : rivista anarchica», aprile 2017, pp. 63-98.

 

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