SIMONETTI, Maria

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
SIMONETTI, Maria

Date di esistenza

Luogo di nascita
Castellier-Santa Domenica
Data di nascita
September 4 1896

Biografia / Storia

Nasce a Castellier d’Istria (TS) - adesso Kaštelir-Labinci, Croazia - il 4 settembre 1896 da Giovanni ed Elena Ulianich, impiegata. Usa talora il nome falso di "Maria Carmi Melato". Secondo il Cenno biografico della Prefettura di Trieste dispone di “una cultura superiore agli studi compiuti” e possiede “un carattere irascibile” e “un’intelligenza vivace”. È la più attiva delle sorelle Simonetti, impegnate in vario modo nel movimento libertario: Giuditta (nata il 27 ottobre 1892 e presente nel movimento in Spagna durante la guerra civile), Elena, detta Etta (poi nota con il nome del suo compagno Crosilla), Eugenia, detta Lina (nata il 10 gennaio 1905). Quest’ultima si accompagna nell’agosto del 1930 a Michele Schirru, che proviene dagli Stati Uniti e risiede a Parigi prima di recarsi a Roma per l’attentato a Mussolini. È molto coinvolta nelle lotte sociali del primo dopoguerra a Trieste, in particolare nel Cantiere San Marco, la più importante industria locale. Partecipa all’incendio dello stesso Cantiere, appiccato dagli operai, tra i quali diversi anarchici locali, il 1° marzo 1921, come risposta proletaria all’incendio della CdL del giorno prima, provocato dagli squadristi. Viene arrestata diversi giorni dopo e al successivo processo, che vede quindici imputati tra gli operai (tutti assolti), è scagionata da un ingegnere tedesco al quale aveva salvato la vita durante i moti al Cantiere. È denunciata nel novembre 1921 per “oltraggio alla pubblica sicurezza”. Secondo le fonti di polizia è iscritta al locale “Fascio femminile comunista” con incarichi di fiducia e si fa notare come “attiva propagandista”, specialmente negli ambienti femminili, e promotrice di “numerose manifestazioni estremiste”. Nel 1925 si allontana con un passaporto falsificato, da Trieste e si stabilisce a Vitry-sur-Seine, nei pressi di Parigi. Alla fine del 1927 viene arrestata con Carlo Pietro Colombo di Legnano e Riccardo Colombelli di Roma, definiti “sovversivi italiani scassinatori di casseforti” in un articolo pubblicato su «La Stampa» del 14 dicembre e detenuta a Versailles. Nell’agosto del 1928 la polizia belga chiede a quella italiana la foto della S. per un’indagine in corso su un delitto compiuto a Liegi, il ferimento di Senofonte Cestari, e per il quale si chiede l’estradizione al governo francese che però la rifiuta. Nell’ottobre 1928 viene messa in libertà e, secondo una fonte confidenziale, gli anarchici italiani esuli a Parigi “la vollero festeggiare con un banchetto” nel corso del quale la S. “ha esortato i compagni a perseverare nella lotta ed essere pronti a vendicare i compagni morti per la causa”. Trova lavoro da inserviente negli uffici del giornale «Rinascita Socialista» edito da Turati, Treves e Nenni, e, secondo una fonte confidenziale, diventa amante di Sante Pollastro. Nel 1930 si trasferisce negli Stati Uniti dove collabora molto attivamente con il gruppo dell’«Adunata dei Refrattari», al punto che risulta, secondo le informazioni della polizia, tra gli istigatori del gesto di Schirru, insieme al noto Raffaele Schiavina, direttore dell’«Adunata». Sarebbe la compagna di Memo, un anarchico italiano del suo gruppo che va a combattere in Spagna. Alla fine del 1938 la polizia fascista la rintraccia a West New York, nel New Jersey e ne conferma l’impegno costante nel movimento libertario. Nel 1940 S. riceve da Umberto Tommasini, internato nel campo di Vernet-d’Ariège con altre centinaia di anarchici italiani arrestati dai francesi, la richiesta di aiuti economici per la sopravvivenza di molti compagni, italiani e spagnoli, ridotti a “fantasmi” dalla fame. Malgrado le divergenze politiche, il gruppo de «L'Adunata dei refrattari», tramite la S., manda una sostanziosa somma a Tommasini che la utilizza immediatamente. Nel dopoguerra compie vari viaggi in Italia per aiutare il movimento. S’ignorano data e luogo di morte. (C. Venza)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Intervista di Maria Simonetti rilasciata a C. Venza nell’autunno del 1971.

Bibliografia: U. Tommasini. L’anarchico triestino, a cura di C. Venza, Milano 1984, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

183

Note

Paternità e maternità: Giovanni ed Elena Ulianich

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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