SBRANA, Angelo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
SBRANA, Angelo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Pisa
Data di nascita
11/01/1885
Luogo di morte
Caen
Data di morte
01/08/1941

Attività e/o professione

Qualifica
Ferroviere

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Pisa l’11 gennaio 1885 da Assunta Sbrana e padre ignoto, macchinista ferroviere. Il giovane Sbrana entra nelle ferrovie e si lega con una profonda amicizia ad Augusto Castrucci leader sindacale del sindacato dei macchinisti, che è tra le categorie più combattive del Sindacato ferrovieri italiani. Sbrana insieme a Castrucci e Camillo Signorini è uno degli anarchici più impegnati nell’attività sindacale e rappresentante di quell’area libertaria che ha fortemente caratterizzato i primi decenni della storia dello SFI. In una nota della Prefettura di Livorno dell’agosto del 1917 S. viene così descritto: «è assiduo alla sua occupazione di macchinista ferroviario e vive col ricavato del suo lavoro. È di carattere violento. Fa attiva propaganda dei suoi principii ed è pericoloso, specie nelle emergenze di turbamento dell’ordine pubblico. Capace per i suoi sentimenti rivoluzionari di istigare i compagni a ribellarsi agli ordini delle Autorità, verso le quali si è dimostrato sempre sprezzante ed altero. Verso la famiglia si comporta bene. Era ascritto al sindacato ferrovieri ed era rappresentante delegato della 19^ categoria (fuochisti ed affini) al parlamentino ferroviario, […]. Nel novembre del 1914, da Catania fu trasferito qui. Per circa un anno che fu in quella città, si dimostrò audace sobillatore, capacissimo di condurre le folle alla violenza». «Prima di essere trasferito a Catania, trovasi a Pisa ed anche colà si dimostrò di carattere violento, prese parte all’organizzazione del personale ferroviario, fu assiduo frequentatore delle riunioni del personale stesso, facendo attiva propaganda, quale sindacalista intransigente. Nei giorni 3 e 4 giugno corrente anno, prese parte al convegno dei sindacalisti ed anarchici di Firenze».

Sbrana nel Primo dopoguerra ricopre ancora di più un ruolo decisivo all’interno dell’organizzazione dei ferrovieri, in particolare nei principali convegni e congressi dello SFI e nella IV Commissione di categoria del personale di macchina, sempre a fianco di Castrucci. Nel sindacato mantiene sempre una posizione di difesa intransigente dell’«autonomia dell’organizzazione di classe» dai partiti politici. Attivo collaboratore di «In Marcia!», organo dei macchinisti e con lo pseudonimo “Silvano” della «Tribuna dei ferrovieri» e di «Guerra di classe» l’organo dell’USI, partecipa come membro del “Comitato di agitazione dei ferrovieri”, durante lo sciopero del gennaio del 1920, insieme a Benassi, Castrucci, Costa, Papetti e Signorini, alle vittoriose trattative con il governo Nitti. Nei mesi successivi alla fine dello sciopero Sbrana svolge un’intensa attività sindacale spostandosi in diverse località soprattutto nel meridione d’Italia. I rapporti di polizia lo segnalano in Sardegna, prima a Cagliari poi a Sassari, in Calabria a Catanzaro e Reggio Calabria ed infine in Sicilia. Tutta questa attività non sfugge alle attenzioni delle autorità sia di polizia che dell’Amministrazione delle Ferrovie che subito dopo lo sciopero dell’agosto del ’22, provvedono a licenziarlo.

In più d’una occasione i fascisti cercano di aggredirlo ma Sbrana riesce a fuggire e nel 1923 passa clandestinamente la frontiera a Innsbruck (Austria) e successivamente raggiunge la colonia dei fuoriusciti antifascisti in Francia. A Parigi Sbrana partecipa il 5 e 6 settembre del 1926 al congresso dei «profughi dell’Unione Sindacale Italiana» e fa parte in questi anni del «Comitato d’emigrazione dell’USI». Nel 1929 Sbrana è espulso dalla Francia, su pressioni del governo italiano, e ripara in Belgio senza smettere la propria attività anarchica e antifascista. Nel 1930 la polizia lo segnala in Italia dove si presume svolga attività clandestina. Rientrato in Francia, viene indicato come organizzatore dei gruppi libertari a Bourges e per questo è arrestato diverse volte.

Allo scoppio della Guerra civile spagnola è attivo sostenitore dei «Comitati Pro Spagna Antifascista». Dopo l’invasione della Francia da parte delle truppe naziste Sbrana viene catturato e mentre è in trasferimento per la Germania muore a Caen a causa dei maltrattamenti e delle dure condizioni di vita il 1° agosto del 1941. (F. Bertolucci)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: A. Castrucci, Battaglie e vittorie dei ferrovieri italaiani (Cenni storici dal 1877 al 1944), Milano 1945 (rist. Milano 1988); Grande adunata di ferrovieri e di compagni a Pisa per ricordare Angelo Sbrana, «Umanità nova», 17 ago. 1947; G. Sacchetti, Il Sindacato Ferrovieri Italiani dalla “settimana rossa” alla grande guerra; Id., Il sindacato Ferrovieri Italiani durante il “bienno rosso”, in Il Sindacato Ferrovieri Italiani dalle origini al fascismo 1907-1925, a c. di M. Antonioli e G. Checcozzo, Milano 1994, ad indicem; F. Bertolucci, Note per una biografia di Angelo Sbrana (1885-1941), «Biblioteca Franco Serantini, bollettino bibliografico», gen.-giu. 1995, pp. 31-35; M. Fratesi, Anarchico e "muso nero": la vita, le lotte politiche e sindacali del fuochista Angelo Sbrana, Firenze, Ancora in Marcia, 2013; F. Bertolucci, Gli anarchici italiani deportati in Germania durante il Secondo conflitto mondiale, «A : rivista anarchica», aprile 2017, pp. 63-98.

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