SARTINI, Giuseppe

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
SARTINI, Giuseppe

Date di esistenza

Luogo di nascita
Grosseto
Data di nascita
January 9 1876
Luogo di morte
Bologna

Biografia / Storia

Nasce a Grosseto il 9 gennaio 1876 da Antonio e Adelaide Ginanneschi, imbianchino. Dopo “qualche anno” di ginnasio, svolge prima il mestiere di imbianchino, poi di commesso presso l’ufficio del registro. Avvicinatosi all’anarchismo in giovane età, agli inizi del secolo è considerato “uno dei capi del partito” nel grossetano. Licenziato nel maggio 1902 “per disordini e per i suoi principi sovversivi”, si trasferisce l’anno successivo a Carrara, sollecitato dagli anarchici locali con cui è in contatto e al cui giornale, «Combattiamo!», collabora con articoli a firma G. S. e Nitisar ed assume la segreteria della CdL, in sostituzione di Enrico Petri, anch’egli anarchico. La CdL carrarese è stata da poco espulsa dalla Federazione delle Camere del Lavoro per avere favorito la costituzione di una Federazione dei Marmi, la Marmorea, in contrapposizione alla Federazione Edilizia e i rapporti con i socialisti, arroccati nel Comitato Cavatori, sono particolarmente tesi tanto da far balenare l’ipotesi di una organizzazione scissionista superata solo, nell’estate 1904, dalla riammissione della CdL in seno alla Federazione. È sotto la segretaria di S. che la CdL affronta nell’agosto dello stesso anno il durissimo scontro con il Consorzio degli industriali, che, dopo il boicottaggio operaio e la serrata padronale, si conclude agli inizi di settembre con un compromesso solo apparentemente onorevole per l’organizzazione sindacale, indebolita dalle divisioni e dall’asprezza della lotta. Poche settimane dopo lo sciopero generale nazionale seguito agli eccidi di Buggerru e Castelluzzo vede i dirigenti della CdL, S. in testa, su posizioni più attendiste, di freno all’impazienza della base popolare, volte a ricostituire l’unità organizzativa con il Comitato Cavatori, realizzatasi all’inizio del 1905. Nel gennaio 1905 S. partecipa al Congresso di Genova (V delle Camere del Lavoro e III della resistenza) dove appoggia la linea della CdL di Milano in tema di sciopero generale, esprimendo una forte diffidenza nei confronti delle Federazioni di mestiere. Alla fine di novembre dello stesso anno rappresenta la CdL apuana al Convegno sindacalista di Bologna, promosso da Ottavio Dinale, al fianco di Borghi, Fabbri, Gori, Felicioli, Zavattero. Nel maggio-luglio precedente, tuttavia, un altro scontro con le ditte consorziate, sfociato in una serrata di 50 giorni e conclusosi con una sconfitta, aveva travolto la Camera del Lavoro letteralmente scomparsa per alcuni mesi. Lo stesso S. era stato arrestato nel pieno della lotta e condannato a 25 giorni di carcere. Perso l’incarico, S. rimane senza lavoro fino all’aprile 1907 quando si trasferisce a La Spezia, perché chiamato in via sperimentale a reggere la segreteria della locale CdL, affiancato dal repubblicano Ciro Corradetti, ex segretario camerale. Con S. la CdL ribadisce “la prosecuzione della tattica tenuta in passato e conforme i più sinceri e sani principi rivoluzionari” (Spezia, «Il Libertario», 6 giu. 1907) e nel novembre 1907 prende parte al Congresso parmense della resistenza, schierandosi a favore della mozione Badiali, favorevole ad una scissione dalla CGdL. Alla fine di maggio 1908, durante lo sciopero generale di Parma, la Camera del Lavoro spezzina è tra quelle che accolgono i bambini degli scioperanti e una delle poche, alla fine di giugno, a proclamare “lo sciopero generale a oltranza” dopo l’assalto dell’esercito alla CdL parmense. I numerosi insuccessi sul piano locale e la diminuzione degli iscritti inducono i repubblicani a rivedere la posizione isolazionista nei confronti della CGdL, il che comporta l’allontanamento di S., scarsamente sostenuto da Binazzi e dagli anarchici. Trasferitosi a Vicenza, sempre come segretario camerale, nell’agosto 1910 S. si stabilisce Bologna, dove al fianco di Borghi si dedica ad una intensa propaganda anarchica, avendo sempre come punto di riferimento “il sindacalismo, rivoluzionario, antistatale e antiautoritario”(Incoerenze sindacaliste, «Il Pensiero», 1° lug. 1910). Nel dicembre, sempre con Borghi, prende parte ai congressi bolognesi rispettivamente definiti “sindacalista” e “d’azione diretta”, dal secondo dei quali esce il Comitato Nazionale d’Azione Diretta. Redattore de «Il Risveglio sindacale», organo del Sindacato provinciale edile, il cui segretario è sempre Borghi, e del periodico anarchico «L’Agitatore», su scrive firmandosi Adelante è coinvolto nella pubblicazione del numero del 5 novembre 1911 con l’esaltazione, da parte di Maria Rygier, del gesto del soldato Masetti. Imputato, insieme con tutta la redazione de «L’Agitatore», di istigazione a delinquere e di apologia di reato a mezzo stampa, in un primo tempo riesce a sottrarsi all’arresto ma si presenta poi spontaneamente nell’aprile 1912 alla Corte d’Assise di Bologna per subire il processo. Condannato a 13 mesi e 22 giorni di detenzione, si dà nuovamente alla macchia e ripara a Lugano, dove rimane fino agli inizi del 1913, quando approfitta di un’amnistia e rientra a Bologna, riprendendo la sua attività di propagandista e partecipando nel maggio al convegno anarchico bolognese. All fine dello stesso anno, S. assume l’incarico di segretario della CdL di Piacenza e come tale prende parte al II Congresso dell’Unione Sindacale Italiana (Milano, dicembre 1913), di cui diventa un elemento di primo piano. In occasione della “settimana rossa” (giugno 1914) è alla testa dello sciopero generale di protesta e lo scoppio della guerra europea lo vede protagonista delle manifestazioni contro il conflitto. Promotore del convegno anarchico piacentino, sempre agli inizi di agosto, nel tentativo di strutturare organizzativamente il movimento locale, poco dopo ritorna a Bologna ed è uno dei più tenaci oppositori della linea interventista di De Ambris, Corridoni e Masotti che porta alla spaccatura dell’USI e all’uscita della CdL di Parma e dell’us Milanese. “Tipo dolce e signorile che nessun l’avrebbe detto, a non ben conoscerlo, della corrente rivoluzionaria, - avrebbe scritto di lui Borghi dopo la morte - Sartini rimase fedelissimo alla corrente che negava l’“unione sacra” [...] di fronte alla guerra”. Con il trasferimento della segreteria dell’USI nel capoluogo emiliano, S. diventa il segretario amministrativo dell’organizzazione. Oratore, nel novembre 1916, a Bologna e a Modena in comizi pro Carlo Tresca, nel 1917 viene richiamato alle armi, e può rientrare a Bologna solo al termine della guerra. Alla vigilia dello sciopero generale “dimostrativo” del 20-21 luglio 1919 pro Russia e Ungheria dei Soviet, nonché per l’amnistia, la smobilitazione e il ritorno di Malatesta in Italia, S. viene arrestato con l’intero comitato permanente dell’USI (Borghi, Virgilia D’Andrea, Enrico Meledandri - peraltro informatore della polizia -, Sacconi ed Enrico Bolognini). Nell’ottobre seguente assume l’incarico di vicesegretario della CdL bolognese, la “vecchia” di Mura Lame contrapposta alla “nuova” confederale, in sostituzione di Alibrando Giovannetti spostatosi a Terni, e nel dicembre tiene la relazione finanziaria al III Congresso dell’Unione Sindacale Italiana (Parma), del cui Consiglio Generale è membro. Il suo impegno nell’USI non gli impedisce di essere attivo nel movimento libertario. Corrispondente di «Umanità nova» sempre sotto lo pseudonimo di Adelante, nell’aprile 1920 presiede il congresso regionale emiliano-romagnolo dell’Unione Anarchica Italiana e ai primi di luglio apre a nome della Unione Anarchica Bolognese il congresso nazionale della UAI, della cui commissione di corrispondenza entra a far parte. Nell’ottobre, ad occupazione delle fabbriche conclusa e dopo gli arresti della redazione di «Umanità nova», di Malatesta e di Borghi, S. viene incarcerato con l’intero Consiglio Generale dell’USI. Nel corso del 1921, durante la detenzione di Borghi, non solo sostiene su «Guerra di classe», al fianco di Giovannetti, dure polemiche con i comunisti e tenta di salvare l’unità dell’organizzazione scossa dal caso dei “due deputati” (Faggi e Di Vittorio) e dalla presenza di tendenze filoconfederali, ma intensifica anche la sua attività politica e viene arrestato due volte in occasione di convegni anarchici che si tengono a Bologna. Viene inoltre incaricato dalla UAI di compiere sopralluoghi in Lombardia per valutare le diverse situazioni locali e cercare di ricostituire il movimento scompaginato dal fascismo e dalla repressione seguita alla strage del Diana. Nel marzo 1922 S. partecipa al IV Congresso dell’Unione Sindacale (Roma), ma dopo l’avvento del fascismo al governo si ritira dalla politica attiva. Costantemente sorvegliato durante il ventennio, risiede sempre a Bologna e “non dà luogo a rimarchi”. Tuttavia dopo gli scioperi del marzo 1943 avverte il mutare del clima politico e, prima ancora della caduta di Mussolini, nel maggio si riunisce clandestinamente a Firenze con alcuni altri anarchici per progettare la ricostituzione del movimento. Nel dopoguerra partecipa ancora a convegni e collabora alla stampa libertaria. Nel maggio 1951 è presente al Convegno Nazionale Pro Vittime politiche organizzato dall’omonimo Comitato. Muore a Bologna agli inizi di gennaio del 1957. (M. Antonioli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio dello Stato - Massa, Questura, b. 58; A. Borghi, Un’altra perdita: Giuseppe Sartini, «Umanità nova», 13 gen. 1957.

Bibliografia: A. Borghi, Mezzo secolo di anarchia (1898-1945), Napoli 1954, ad indicem; Federazione anarchica italiana, Congressi e convegni. 1944-1962, a cura di U. Fedeli, Genova 1963; L. Gestri, Capitalismo e classe operaia in provincia di Massa-Carrara. Dall’unità d’Italia all’età giolittiana, Firenze 1976; Il Movimento Operaio Italiano Dizionario Biografico, a cura di F. Andreucci e T. Detti, Roma, 1976-1979, ad vocem; S. Alcara, La Camera del lavoro della Spezia dal 1901 al 1909, Roma 1993; M. Antonioli, Armando Borghi e l’Unione Sindacale Italiana, Manduria 1990; E. Falco, Armando Borghi e gli anarchici italiani, 1900-1922, Urbino 1992.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Antonio e Adelaide Ginanneschi

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città