​RECCHIONI, Emidio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​RECCHIONI, Emidio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Russi
Data di nascita
October 14 1864
Luogo di morte
Nueilly-sur-Seine

Biografia / Storia

Nasce a Russi (RA) il 14 ottobre 1864 da Nicola e Aristea Ricci, commerciante. Ricordato dal figlio come “un perfetto cospiratore”, R. inizia la sua attività politica ad Ancona dove è considerato dal prefetto “il più attivo ed influente propugnatore delle idee della setta”. In questa città si trova abitualmente con gli anarchici Agostinelli, Tombolesi, Pezzotti, e Polimante. È inoltre in rapporto con Malatesta, Cipriani, e Gori. Nel 1893 R. contribuisce al giornale «Sempre Avanti» di Livorno firmandosi con gli pseudonimi di Rastignac e Savarin.

Nel 1894 R. fonda e dirige il giornale «L’art. 248» su cui esce lo scritto programmatico di Malatesta Andiamo tra il popolo. È in questo giornale che R. inizia ad utilizzare lo pseudonimo Nemo che conserverà sempre nel corso degli anni. Il giornale però, colpito da continui sequestri, ha una vita molto breve, dal gennaio al marzo 1894. In questi anni R. è impiegato alle Ferrovie Meridionali e svolge un’attiva propaganda, tanto che il Ministero dell’Interno cerca invano di farlo trasferire per limitarne la pericolosità. L’impiego alle ferrovie gli permette infatti di spostarsi con facilità e di mantenere i contatti tra i gruppi anarchici della Romagna. È considerato dal Prefetto il responsabile dell’esplosione di tre ordigni esplosivi avvenuti ad Ancona nel gennaio 1894.

Il 28 giugno 1894 R. è arrestato perché sospettato di essere coinvolto nell’attentato di Paolo Lega contro Crispi. Il prefetto d’Ancona, temendo una possibile assoluzione al processo, raccomanda il trasferimento di R. al domicilio coatto prima di una sua possibile scarcerazione. R. viene processato insieme a Paolo Lega ed è assolto dalla corte d’Assise il 30 novembre 1895. Due giorni dopo, il 2 dic., è assegnato al domicilio coatto. Viene tradotto prima a Tremiti, quindi, dopo due mesi di cella di isolamento trascorsi in carcere ad Ancona “per rifiuto assoluto di assoggettarsi alla disciplina della Colonia”, (R. era tra i promotori delle proteste contro l’inasprimento delle restrizioni alle libertà personali imposte dal direttore della colonia) è trasferito ad Ustica, dove rimane fino al novembre 1896.

Liberato con la condizionale, torna ad Ancona, ma non riottiene il precedente impiego alle ferrovie per cercare di riavere il quale R. scrive, chiedendo la sua intercessione, a Di Rudin“ come ministro dell’interno. Nel 1897 è tra i fondatori del giornale «L’Agitazione» di cui cura la rivista Bricciche, insieme di commenti ad articoli d’altri giornali o brevi pezzi di satira sociale. In seguito all’attentato Acciarito ed all’ondata repressiva del governo Pelloux, R. è nuovamente assegnato al domicilio coatto nel settembre 1897 e trasferito a Favignana per sei mesi, due a Lampedusa, ed infine per motivi di salute a Pantelleria dove conosce e stringe amicizia con Luigi Galleani. Nel mag. 1899 R. termina di scontare il domicilio coatto ed il mese seguente abbandona l’Italia ed emigra definitivamente a Londra. Qui R. raccoglie tra i rifugiati anarchici il denaro che permette a Galleani di fuggire da Pantelleria. Nel 1901, dopo l’attentato di Bresci ad Umberto I, è tra i collaboratori del numero unico «Cause ed Effetti». Per vivere s’impiega come commesso, piazzista di carbone e rappresentante di vini ma nonostante ciò nei primi anni della sua permanenza in Inghilterra si trova a dovere affrontare serie difficoltà economiche. In questo periodo, pur essendo ben inserito nella colonia degli anarchici italiani, R. partecipa alle loro attività in modo incostante.

Nel luglio del 1909 acquista un negozio di generi alimentari, il King Bomba in Old Compton Street, nel centro del quartiere di Soho, che diventa presto un punto di riferimento degli anarchici della colonia. Oltre a questo, R. è comproprietario di una compagnia d’importazione di marmi e di graniti. Con i profitti di queste attività commerciali R. finanzierà largamente nel corso degli anni attività politiche, giornali anarchici e compagni in difficoltà economiche (tra questi Errico Malatesta e Cesare Agostinelli negli ultimi anni della loro vita). Inoltre R. spedisce mensilmente cinque sterline a Max Nettlau per aiutarlo nei suoi studi sulla storia dell’anarchismo. Nel settembre 1911 R. sposa Constanza Benericetti da cui ha due figli: Vera Assunta Angela Olimpia nata a Londra l’ 11 luglio 1912 e Vero Benevento Costantino nato il 19 luglio 1915, che naturalizzato assumerà il nome di Vernon Richards. R. riconosce come propria figlia anche Eveline Ida Recchioni, nata da Dolores Kathan, che viene allevata da genitori adottivi. Nel 1913 partecipa con entusiasmo all’iniziativa della pubblicazione del giornale «Volontà», che finanzia.

Nel 1915 R. è tra gli oppositori alla Prima guerra mondiale. Con Gualducci, Calzitta ed Enrico Defendi, R svolge a Londra un’efficace propaganda antimilitarista per impedire che i richiamati si presentino alle armi. In un primo tempo il consolato di Italia fa pressioni sull’Home Office perché sia emanato un provvedimento di espulsione coattiva nei loro confronti. L’Home Office inoltra la richiesta di deportazione al Segretario di Stato, ma la pratica viene interrotta dallo stesso consolato, probabilmente nel convincimento che, se rimpatriati in Italia, la propaganda dei tre anarchici sarebbe riuscita ancora più nociva. In questo periodo R. collabora con il giornale «Freedom», sul quale nel set. 1915 pubblica l’articolo Between Ourselves - ripubblicato in altri giornali in Italia - in cui analizza i motivi della sconfitta degli anarchici nell’impedire lo scoppio del conflitto mondiale ed individua possibili futuri campi d’azione per il movimento anarchico. Nello stesso anno appare tra i firmatari del manifesto anarchico internazionale sulla guerra uscito in opposizione alla corrente interventista guidata da Kropotkin e Grave. Dopo la conclusione del conflitto R., nel 1920, è tra i fondatori ed i finanziatori del quotidiano «Umanità Nova» sul quale collabora come corrispondente da Londra con il consueto pseudonimo di Nemo. A partire dagli anni venti le attività politiche di R. sono dirette a contrastare ed opporsi alla presa del potere del regime fascista. R. critica la riluttanza da parte del mondo comunista, socialista ed anarchico nel rispondere alle violenze fasciste con la medesima violenza. L’assunzione di una resistenza di fatto “passiva”, in nome di un errato spirito umanitario e per dimostrare una superiorità morale, era secondo R. una delle cause principali della vittoria dello squadrismo fascista.

All’inizio degli anni venti R. fa parte del gruppo di antifascisti che, con Decio Anzani, Antonio Galasso, Silvio Corio, Pietro Gualducci, Vittorio Taborelli si raccolgono intorno al giornale «Il Comento» che esce nella capitale inglese dal 1922 al 1924. È probabile che con Decio Anzani ed Alessandro Magri R. sia tra i fondatori della sezione londinese della LIDU. Nel 1927, secondo le fonti di polizia R. fa parte della loggia massonica “I druidi” che svolgeva attività di propaganda antifascista e di cui erano membri i maggiori antifascisti della colonia. Il negozio di R. diventa centro di ritrovo anche degli antifascisti inglesi; qui si incontrano tra gli altri Emma Goldman, George Orwell, e Sylvia Pankhurst. R. si tiene in stretto contatto con i fuoriusciti italiani in Francia, ed in particolare con Dino Rondani e Camillo Berneri. È tramite questa relazione che il figlio di R., naturalizzato con il nome di Vernon Richards, conosce e sposa Marie Louise Beneri. Collabora inoltre ai giornali «La Protesta» e all’«Adunata dei Refrattari» di New York. Su questo giornale pubblica un lungo ricordo di Luigi Galleani poco dopo la sua morte (12 mar. 1932).

Nel 1931 R. riesce ad ottenere la cittadinanza inglese che ha particolare rilevanza come forma di garanzia dalle possibili persecuzioni del regime fascista o dal pericolo d’espulsione dalla Gran Bretagna. Con il consolidarsi del fascismo, secondo R., poiché il regime fascista si fondava sulla persona di Mussolini, solo l’eliminazione del duce poteva provocarne la caduta. Per R. è fondamentale che le persone intenzionate a tentare questa via potessero usufruire dei mezzi finanziari necessari sia per la preparazione che per il compimento dell’atto. R. espone questo suo punto di vista nell’articolo Per la nostra guerra «Adunata dei Refrattari» (4 apr. 1931) su cui lancia una sottoscrizione perché “ci assumeremmo perciò una grande responsabilità dinanzi alla Storia, se non facessimo in modo di provvedere dei mezzi necessari quei compagni che al momento venuto volessero ritornare in Italia a compiere il proprio dovere”. R. apre la sottoscrizione con un contributo di mille dollari.

La proposta è accolta favorevolmente dal giornale a cui nei mesi seguenti giungono numerose donazioni. Tra la fine degli anni venti e l’inizio degli anni trenta R. è coinvolto in diversi veri o presunti attentati contro Mussolini. Nel 1929 è implicato nel progetto di un attentato da compiersi alla Società delle Nazioni di Ginevra da parte di Camillo Berneri. Nel 1931 R. è considerato a capo di un complotto organizzato con Francesco Barbieri e Vindice Rabitti. Nello stesso anno R., attraverso Giuseppe Polidori avrebbe fornito a Michele Schirru il denaro necessario per recarsi in Italia. Nel dicembre 1931 con Berneri ed altri R. avrebbe cercato di organizzare un’incursione aerea su Roma con l’intento di gettare delle bombe sulla residenza di Mussolini. La sua aperta attività d’antifascista lo espone però alle rappresaglie da parte dei fascisti. La situazione è particolarmente grave in seguito al fallito attentato a Mussolini da parte di Angelo Sbardellotto arrestato il 4 giugno 1932 a Roma. Sulla base delle confessioni rilasciate da Sbardellotto, il giornale «Daily Telegraph», in un articolo pubblicato il 14 giu., accusa R. di essere l’uomo conosciuto da Sbardellotto sotto il nome di Nemo, vale a dire il mandante dell’attentato. In effetti, le date degli spostamenti di R. dall’Inghilterra alla Francia - sorvegliati dalla polizia politica inglese - coincidono con le date degli incontri avuti da Sbardellotto con Nemo a Parigi.

Il consolato italiano reclama provvedimenti contro R.: richiede che sia privato della nazionalità inglese ed espulso. Le autorità inglesi dell’Home Office eludono la questione invitando il consolato ad inoltrare la richiesta attraverso i canali diplomatici del Foreign Office, ma sottolineando al tempo stesso che difficilmente si sarebbero potuti prendere provvedimenti contro R non essendo stato il presunto crimine commesso in Inghilterra. In seguito all’apparizione dell’articolo sul «Daily Telegraph» R. deve subire il boicottaggio del negozio da parte dei fascisti, l’espulsione dalla Camera di Commercio Italiana, gli attacchi personali ricevuti dal principale giornale della colonia “L’Italia Nostra”, controllato dal Fascio, che lo “mette al bando” dalla comunità. (Al Bando!, 24 giugno 1932). R si trova sull’orlo della bancarotta economica. Per un lungo periodo è costretto ad uscire da casa portando con sé una pistola per potersi difendere da eventuali aggressioni. Decide quindi di denunciare il quotidiano inglese per diffamazione; R. vince la causa e riceve 1750 sterline come ricompensa per i danni subiti. Gli ultimi anni della sua vita sono tormentati da una malattia alle corde vocali che gli impedisce di parlare a volte per mesi. Ricoverato più volte, muore nel corso di un’operazione chirurgica alla gola il 31 marzo 1934 a Nueilly-sur-Seine vicino Parigi. (P. Dipaola)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; International Institute of Social History, Fondo Nettlau, Correspondence film 60; PRO, BT/226/3517; HO/144/18949; GFM 33/3764/K152904-K153191.

Documentario, Dangerous Characters, Channel 4, Londra 1987; L. Fabbri, Emidio Recchioni, «Studi Sociali», 16 giu. 1934, pp. 7-8.; S. Pankhurst, Death of a famous revolutionary, «The Sunday Referee», 8 apr. 1934, p. 5. ; M.S., La Vecchia Guardia, «L'Adunata dei refrattari», 7 apr. 1934; C.B. (Camillo Berneri) Emidio Recchioni, «L'Adunata dei refrattari», 28 apr. 1934.

Bibliografia: L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicem; P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani nell’epoca degli attentati, Milano, 1981, ad indicem; A.Bernabei, Esuli ed emigranti italiani nel Regno Unito 1920-1940, Milano 1997; L. Sponza, Divided Loyalities. Italians in Britain during the Second World, Berna 2000; C. Levy, Malatesta in exile, «Annali della Fondazione Luigi Einaudi”, XV (1981): 245-280, A. Bernabei, The London Plot to Kill Mussolini, «History Today», apr. 1999. 

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Nicola e Aristea Ricci

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città