​RASPI, Umberto

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​RASPI, Umberto

Date di esistenza

Luogo di nascita
Volterra
Data di nascita
2 Agosto 1899
Luogo di morte
Bad Gandersheim
Data di morte
4 Aprile 1945

Attività e/o professione

Qualifica
Operaio meccanico

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Volterra (PI) il 2 agosto 1899 da Pietro e Zelinda Serpieri, fabbro. Dopo la terza elementare abbandona la scuola e nel novembre del 1915, per motivi di lavoro, si trasferisce in provincia di Genova a Sestri Ponente. Giovanissimo si avvicina al movimento anarchico e all’attività sindacale nell’USI. Chiamato alle armi nella Prima Guerra mondiale, diventa caporale nell’82° Reggimento di fanteria e viene ferito in combattimento. Partecipa alle prime lotte contro i fascisti e alla difesa armata della Camera del lavoro di Sestri Ponente a seguito della quale nel 1922 è arrestato insieme ad altri operai.

Nel luglio del 1923 emigra in Francia e l’anno successivo sposa Filomena Ascheri. Segnalato nel «Bollettino delle ricerche» come “comunista da arrestare” entra nei Battaglioni Camicie Rosse insieme a Zaniboni e Cappello. Nell’ottobre del 1936 si reca come volontario in Spagna e diventa comandante della seconda compagnia del Battaglione Garibaldi con il grado di capitano, ad Albacete (Caserma del Toro). In questo periodo entra in relazione con Pacciardi e probabilmente aderisce al PCd'I, ma sembra che ne esca già alla fine del 1937. Raspi combatte al Cerro de los Angeles, a Casa de Campo e sul fronte di Madrid dove è ferito.

Il 21 novembre a “causa dello stress”, secondo le fonti di polizia, accusa un esaurimento nervoso e per questo è inviato in retroguardia e successivamente rimpatriato in Francia e riformato. Nel maggio del 1937 ritorna in Spagna a combattere, ma dopo poco più di due mesi ritorna in Francia.

Il 16 aprile 1939 è arrestato mentre tenta di ritornare in Italia in quanto “comunista schedato” e successivamente è inviato al confino a Ponza e poi alle Tremiti per due anni (sentenza del 19 maggio 1939). Il confino è tramutato in ammonizione “per uno stato di grave infermità” nel gennaio del 1940; nel giugno dello stesso anno Raspi è inviato a Manfredonia e vi rimane fino al novembre. Tornato a Genova, nel 1943, organizza le prime squadre d’azione libertaria nella zona del ponente (Arenzano) insieme a Antonio Dettori.

Arrestato a Genova Sestri è deportato prima a Bolzano poi il 5 ottobre 1944 (Trasporto n. 90) è trasferito a Dachau dove giunge il 9 ottobre. Il 27 ottobre è trasferito a Buchenwald e da qui al sottocampo di Brunshausen nei pressi Bad Gandersheim in Bassa Sassonia. N. di matricola: 113495 poi 94480. Classificato con la categoria Schutz poi con quella Pol.

Il 4 aprile 1945, pochi giorni prima dell’arrivo degli alleati, è fucilato dai nazisti insieme a un gruppo di altri deportati malati o che non avevano le forze di camminare. Sepolto nel cimitero di Gandersheim il suo corpo è riesumato e traslato nel Cimitero militare italiano Hauptfriedhof Öjendorf ad Amburgo. Posizione tombale: riquadro 1, fila N, tomba 8. (Redazione DBAI)

Fonti

Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Arolsen Archives. https://arolsen-archives.org, ad nomen; Così caddero i nostri compagni, «L’Impulso», 15 aprile 1955, p. 2; A. Dettori, Memorie di un triangolo rosso, «Sovranità Popolare», Genova, dal 17 mar. 1955 al 20 gen. 1959.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Bibliografia

La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad indicem; Antifascisti nel Casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad indicem; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, ad indicem; Il Battaglione Garibaldi, cronologia a cura di A. Lopez, AICVAS, Roma maggio 1990, Quaderno n. 7; G. Bianco, L’attività degli anarchici nel biennio rosso (1919-1920), «Movimento operaio e socialista in Liguria», apr.-giu. 1961; N. Costanzi, I nostri seicento giorni, Genova 1985, ad indicem; I. Tibaldi, Compagni di viaggio. Dall’Italia ai lager nazisti. I «trasporti» dei deportati 1943-1945, Milano-Torino, F. Angeli-Consiglio regionale del Piemonte-ANED, 1994; pp. 100-101; La Spagna nei nostri cuori 1936-1939. Tre anni di storia da non dimenticare, Roma, AICVAS, 1996, p. 385; G. Barroero, Raspi Umberto, in Dizionario biografico degli anarchici italiani, 2 v., Pisa, BFS edizioni, 2003-'04, v. 2, pp. 410-411; l libro dei deportati, ricerca del Dipartimento di storia dell’Università di Torino diretta da B. Mantelli e N. Tranfaglia, promossa da ANED Associazione nazionale ex deportati, Milano, Mursia, 2009, Vol. 1, tomi 1-3. p. 1794; Sovversivi: lavoratori dell'alabastro nel Casellario politico centrale, Volterra, Collettivo distillerie, 2014; F. Bertolucci, Gli anarchici italiani deportati in Germania durante il Secondo conflitto mondiale, «A : rivista anarchica», aprile 2017, pp. 63-98.

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