​RAGNI, Italo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​RAGNI, Italo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Campagnatico
Data di nascita
04/06/1900
Luogo di morte
Gusen (Mauthausen)
Data di morte
06/05/1941

Attività e/o professione

Qualifica
Bracciante
Qualifica
Muratore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a a Campagnatico (GR) il 4 giugno 1900 da Ciro e Itala Rossi, bracciante, muratore. Morti prematuramente i genitori, viene allevato dalla zia Rosa Ragni Bacci a Grosseto, poi, dopo aver frequentato le elementari, lavora nell’agricoltura e nell’edilizia, aderisce al Circolo libertario Germinal, diretto da Firmo Biagetti, Marcuccio Marcucci, Angiolino Moretti e Egisto Serni. Il 4 dicembre 1919 un gruppo di anarchici e socialisti, composto da Ragni, Leonardo Maravigli, Raffaele Ciri, Ludovico Ludovichi e altri, occupa la stazione di Grosseto e obbliga i ferrovieri a scioperare. Nella circostanza viene percosso un capotreno e minacciato il capostazione. Denunciato insieme a Maravigli, Corbelli, Pari e Ludovichi, Ragni viene segnalato il 27 settembre 1923, perchè “frequenta la compagnia di sovversivi ed è ritenuto pericoloso perché di carattere violento”.

Nel 1924 emigra in Francia e nel 1925 risiede a Lyon, dove assale, il 26 maggio 1927, insieme ad altri anarchici, alcuni fascisti, ferendo, fra gli altri, il segretario del fascio locale, Mario Scribanti, che si accingeva a commemorare la dichiarazione di guerra all’Austria. All’aggressione partecipa un altro anarchico grossetano, Giulio Savelli, detto “Gino”. L’indomani Ragni è arrestato insieme a Romeo Seghettini, Umberto Malfatti e Romeo Romani, tutti veterani della lotta antifascista, ma il 5 agosto è assolto per insufficienza di prove.

Espulso dalla Francia nel 1928, l’anno successivo diffonde a Bruxelles il giornale anarchico «Bandiera nera». Cacciato dal Belgio, ripara in Germania, poi è di nuovo in Francia e nel 1931 è assiduo alle riunioni del Circolo Sacco e Vanzetti di Lyon. In ottobre il sospetto che prepari, insieme a Malfatti, Francesco Barbieri e Lino Farina, un attentato a Mussolini, mediante lancio di bombe, induce le autorità italiane a adottare eccezionali misure di sorveglianza e ad inserirlo nella categoria dei terroristi, mentre sul suo fascicolo viene stampigliata la dicitura: “Attentatore”.

L’anno seguente l’amicizia che lo legava a Angelo Sbardellotto, alimenta di nuovo il sospetto che lavori alla messa a punto di un altro attentato contro i gerarchi e induce il capo della polizia a rinnovare “raccomandazioni disporre misure vigilanza per arresto Ragni qualora tentasse entrare Regno”. Nel 1933 Ragni si rifugia in Spagna, poi vive illegalmente a Parigi e, al principio del 1934, diffonde la stampa anarchica in Belgio, quindi si fa notare negli ambienti libertari di Montreuil e in agosto assiste, a Parigi, alla commemorazione delle vittime del fascismo e delle giornate di Vienna.

In Francia, intanto, si susseguono le espulsioni e, nella prima metà del ’35, gli anarchici italiani tengono numerose riunioni per tentar di risolvere la difficile situazione. In giugno le autorità transalpine decidono di espellere Ragni, insieme a Achille e Bruno Maccari, a Orlando Bucci e ad altri antifascisti, e i militanti libertari, residenti a Parigi, deliberano che una ventina di compagni, colpiti da misure di espulsione, si facciano arrestare per avviare subito uno sciopero della fame, che richiami l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale sulle migliaia di esuli, che vivono lungo le frontiere, perché nessun paese “democratico” è disposto ad accoglierli. Il 9 marzo 1936 l’anarchico di Campagnatico partecipa, insieme a Berneri e ad altri compagni, ai funerali del correligionario Giovanni Sabatini, spentosi a Parigi, dopo una lunga malattia, e il 18 giugno interviene a una riunione, fissata per dar vita a una commissione, che dovrà presentare una relazione alla conferenza internazionale del diritto d’asilo.

A fine luglio Ragni valica i Pirenei e si arruola nella Colonna Italiana, a maggioranza anarchica, comandata dal repubblicano Mario Angeloni, combattendo a Monte Pelato, a Tardienta e a Almudévar, poi, nel maggio 1937, torna in Francia, dopo essere stato ferito dal calcio di un quadrupede. Il 25 maggio 1938 viene arrestato per la violazione di un vecchio decreto di espulsione e, dopo qualche mese di carcere, è accompagnato alla frontiera. L’anno successivo figura in un elenco di antifascisti da espellere dal suolo transalpino e il 21 giugno 1939 viene fermato a Parigi e rinchiuso in un campo di internamento della Francia meridionale. Consegnato ai nazisti, muore nel campo di concentramento di Mauthausen il 6 maggio 1941. (F. Bucci - M. Lenzerini - A. Tozzi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Pubblica Sicurezza 1927, b.147: Lione, 1927, C2: Movimento sovversivo; AA, ad nomen; Archivio privato Fausto Bucci, Follonica, Testimonianza Alba Bacci, 11 mag. e 19 giu. 2000.


Bibliografia: A. Banchi, Si va pel mondo..., cit., p.131-134; Gli antifascisti grossetani nella Guerra civile spagnola, Follonica 2000, pp. 178-198; F. Bucci, Mario Chirici dal 1915 al 1937: dalla prima guerra mondiale alla concellazione dallo schedario degli oppositori del fascismo, Follonica, 2001, p. 26; F. Bertolucci, Gli anarchici italiani deportati in Germania durante il Secondo conflitto mondiale, «A: rivista anarchica», aprile 2017, pp. 63-98.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Persona

Collezione

Tema

città