PROVINCIALI, Renzo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PROVINCIALI, Renzo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Parma
Data di nascita
March 14 1895
Luogo di morte
Parma

Biografia / Storia

Nasce a Parma il 14 marzo 1895 da Ferruccio ed Italia Albertelli. Enfant terrible, esordisce presto sulla ribollente scena di Parma: nell’autunno del 1909 è tra i promotori del Fascio Anticlericale “F. Ferrer”. L’anno successivo, studente del liceo classico Romagnosi, fa parte di un gruppo di giovani, guidato da Franco Lucio Caprilli, che si richiama al movimento futurista. Hanno l’appoggio di Marinetti che assieme allo stato maggiore del movimento – Boccioni, Carrà, Russolo, Pratella, Savini – va a Parma a presentare teorie e pratiche del futurismo. Le manifestazioni hanno esito tumultuoso per la furiosa opposizione dei benpensanti e della “gioventù dorata”.

In contatto con Palazzeschi, P. gli propone di far venire Marinetti a Parma per tenere una conferenza alla CdL. Questo collegamento è breve e presto i suoi rapporti con il sindacalismo parmense si inaspriscono. Cercando di raccogliere la tensione popolare che la guerra di Libia fa salire, P. alza la polemica contro i dirigenti camerali e riesce anche a trovare adesioni in frange esasperate dell’organizzazione sindacale. Se ne preoccupa Alceste De Ambris che da Lugano invia a «L’Internazionale», organo della CdL di Parma, l’articolo L’altro politicantismo dove si indica negli anarchici individualisti un pericolo da combattere “senza indugio e con ogni energia”.

Da allora tra P. e De Ambris è guerra aperta, che sfocia poi nel pamphel Alceste De Ambris nel suo disastro morale. Requisitoria (Parma, 1914), scritto all’indomani della Settimana rossa e nella successiva campagna di denigrazione del leader sindacalista, sollecitata da Mussolini che lo ospita sull’«Avanti!». Nel marzo 1912 fonda il Circolo Libertario di Studi Sociali e da vita al quindicinale «La Barricata», per il quale disegna la testata Carlo Carrà. Su quel foglio pubblica Anarchia e futurismo. Di quello stesso anno è la stampa del volume di poesie Perù: Dinamite. Voli. Vita mea (Parma, 1912), che gli procura una della tante incriminazioni da parte della magistratura parmense.

Nel dibattito aperto nel movimento anarchico si collega a Domenico Zavattero e prende a collaborare con vari pseudonimi, tra i quali quelli di Souvarine e di Neros Vorpilaicini, a «Il Libertario» di Spezia, all’«Avvenire anarchico» di Pisa ed al «Rompete le file» e la «Barricata» di Bologna. Un suo intervento anche sul «24 settembre», numero unico curato dagli anarchici piombinesi, che esce ad un anno dall’inizio della guerra tripolina. Nel 1913 fa uscire il giornale «La Sferza». Nel luglio del 1914 dall’assemblea degli anarchici di Parma, Reggio e Cremona viene nominato delegato al congresso nazionale di Firenze dove dovrebbe essere relatore sul tema del giornale unico del movimento. Il congresso a causa della conflagrazione della guerra europea non si tiene e P. contrario al conflitto, promuove assieme ai socialisti un comitato neutralista.

È questo il periodo di più violenta polemica con Alceste De Ambris che lo bolla con l’epiteto di “Masticabrodo”. Nel dicembre del 1914 è tra i contestatori del tumultuoso comizio di Mussolini, venuto a Parma per illustrare la “svolta” interventista. Il suo filosocialismo, evidenziato dalla posizione assunta nella questione delle cooperative, gli provoca l’ostilità di parte degli anarchici di Parma tanto che le autorità di Pubblica sicurezza danno per sicura la sua espulsione dal movimento libertario. Collaboratore dell’«Avanti!» di Serrati, alla fine del 1915 è richiamato sotto le armi con destinazione la Compagnia di Sanità a Genova. Gli anni di guerra li passa tra Parma e Cremona usufruendo di prolungate licenze di convalescenza che gli consentono di portare a termine gli studi universitari.

Laureato in giurisprudenza, nel 1919 diviene procuratore legale ed entra poi nello studio dell’avvocato Aurelio Candian, uno dei “principi” del foro parmigiano. Con Candian partecipa a svelare l’“affaire Lusignani”, denunciando le mire politico-affaristiche dell’ex sindaco di Parma, protetto da Farinacci. Per questo suo impegno subisce un’aggressione da parte dei “bravi” al servizio di Lusignani. A Candian va peggio: il suo studio viene assalito e devastato nel giorni della spedizione fascista di Balbo che viene fermata dalle “barricate”. Si trasferisce quindi a Roma e intraprende una brillante attività professionale specializzandosi nel campo della cura commerciale. A Roma stringe rapporti con esponenti del regime fascista – in primo luogo Emondo Rossoni – e fornisce ripetute prove di adesione al fascismo.

Nel 1936 riesce ad ottenere l’iscrizione al PNF, ma per le reazioni contrarie dei fascisti di Parma la tessera gli viene ritirata. Intanto inizia la carriera universitaria prima come incaricato a Roma e poi come titolare della cattedra di Diritto Processuale e Civile a Catania ed infine dal 1959 a Parma. In quegli anni nella rivista che dirige, «Il Diritto fallimentare e delle società commerciali» pubblica con lo pseudonimo di Esiodo la rubrica Le opere e i giorni dedicata al commento dei fatti del tempo. Nel pezzo che riserva alla Parma di inizio secolo non si ricorda del suo passato di “pericoloso sovversivo”. Muore a Parma il 13 ottobre 1981. (U. Sereni)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Segreteria particolare del Duce, b. 51.

Bibliografia: scritti di P.: Disgusto del mio tempo, Milano 1964; Anarchia e futurismo, a cura di A. Ciampi, Torino 1993. Scritti su P.: L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicem; F.T. Marinetti, V. Palazzeschi, Carteggio, Milano 1978; U. Sereni, Gli anarchici, in Dietro le barricate, Parma 1983; Id., Sindacalisti, futuristi, anarchici e dannunziani nelle origini del Partito Comunista a Parma, in Comunisti a Parma, Parma 1986; Id., Le due serate di F.T. Marinetti al Reinach e alla Camera del Lavoro, «Gazzetta di Parma», 20 mar. 1985; U. Carpi, L’estrema avanguardia del Novecento, Roma 1985; A. Ciampi, Futuristi e anarchici. Quali rapporti?, Pistoia 1989; A. Manzoli, La scrittura del silenzio: Parma e l’avanguardia poetica, in Officina parmigiana, Parma 1994.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Ferruccio ed Italia Albertelli

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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