PREZIOSI, Anselmo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PREZIOSI, Anselmo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Roma
Data di nascita
May 15 1889
Luogo di morte
Roma

Biografia / Storia

Nasce a Roma il 15 maggio 1889 da Antonio e Rosa Acconciamessa, meccanico. Attivo nell’anarchismo romano sin dall’anteguerra in campo politico e sindacale, P. sviluppa un’intensa propaganda politica attraverso la diffusione della stampa libertaria, ma anche attraverso conferenze ed incontri con i militanti romani. Ripetutamente arrestato e condannato per oltraggio e resistenza, durante il primo conflitto mondiale è condannato all’ergastolo per diserzione. Poche – comunque – le notizie relative a questo suo primo periodo di attività, in ogni caso riesce ad evitare l’ergastolo. Nell’immediato dopoguerra è uno degli esponenti anarchici romani più attivi e maggiormente in vista nella locale CdL, partecipando a tutte le manifestazioni di opposizione al movimento fascista. Nel settembre 1920, nel pieno dell’occupazione della fabbriche (che nella capitale per la differente composizione della sua classe operaia non raggiunge l’intensità di altre città italiane) P. – con Lelli Mazzini – si oppone decisamente, durante la riunione del Consiglio Generale della CdL Confederale romana dell’11 settembre, all’ipotesi di un accordo nazionale, schierandosi con la Federazione comunista anarchica del Lazio contro la restituzione delle fabbriche e per la prosecuzione della gestione diretta. L’agitazione prosegue ancora fino al 5-7 ottobre allorquando anche nel Lazio è raggiunto l’accordo per l’applicazione di quanto concordato a livello nazionale. P. non risulta iscritto agli Arditi del popolo ma viene segnalato come uno dei più attivi nell’opposizione al fascismo e poi come uno degli anarchici più pericolosi in contatto con il gruppo dei fuoriusciti parigini tra i quali Angelo Diotallevi. L’attentato Lucetti e la reazione scatenata dal fascismo (solo a Roma la notte dell’attentato vengono arrestate 500 persone anche chi, come scrive Malatesta a Fabbri che con L.Damiani era a conoscenza dell’azione “…da 30 anni non si occupa[va] più di cose nostre…”) non fermano l’attività di P. anche se il 19 dicembre 1926 Damiani, “passato a Marsiglia per pubblicare il foglio ‘Non molliamo’, comunicava a Fedeli le notizie provenienti da Roma” e indicando come anche gli anarchici più in vista fossero rimasti coinvolti, ed elencando anche i nomi di chi era prossimo ad essere inviato al confino: P., Natale Capecchi, Ario Martella. P. infatti è il segretario di un “Comitato segreto” per la ricostituzione dei gruppi anarchici non meglio indicato e membro attivo del comitato di soccorso “Pro vittime politiche” ed è colui che organizza una riunione clandestina tra alcuni anarchici romani per raccogliere fondi a favore della difesa di Lucetti. Sorpresi dalla pubblica sicurezza, P. viene arrestato con gli altri presenti e condannato, per questa sua attività e per i suoi precedenti politici, a cinque anni di confino (Lampedusa, Ustica, Ponza) a partire dal 28 dicembre 1926. Sconta interamente la pena e rientra a Roma il 28 dicembre 1931. Posto immediatamente sotto un’attenta sorveglianza in quanto ritenuto di “organizzare complotti e commettere attentati” e per questo iscritto anche in “Rubrica di Frontiera” per impedirne l’espatrio, P. riprende comunque la sua attività politica. Arrestato dopo appena tre giorni dal suo rientro per propaganda sovversiva e contro il regime, P. è nuovamente condannato al confino (25 gennaio 1932) per altri cinque anni, poi ridotti a tre ed inviato a Ustica. Viene liberato condizionalmente in occasione del decennale, rientra a Roma e continua ad essere considerato tra gli esponenti anarchici più influenti e pericolosi in quanto la sua lunga militanza lo pone al centro di contatti e collegamenti fra l’Italia e l’estero. Inserito ora anche negli elenchi di persone da arrestare nei momenti ritenuti più delicati, P. viene regolarmente fermato in tutte le cerimonie ufficiali del regime e ogni qual volta il fascismo lo ritenesse pericolo per l’ordine. A partire dal 1934 P., tuttavia, sembra non svolgere più una propaganda attiva o particolarmente evidente ed intensa, non rinnega assolutamente nulla ed il regime continua a sorvegliarlo. Ritenuto ancora pericoloso, allo scoppio della guerra viene arrestato di nuovo e internato prima a Ventotene, poi (agosto 1943) nel campo di Renicci di Anghiari dove viene liberato nel settembre 1943. P. riprende ora la sua attività. Rientra Roma – probabilmente appena dopo la liberazione della capitale – e riallaccia rapporti personali e politici con quanti aveva conosciuto nei suoi anni di militanza nel movimento capitolino. In quell’estate del 1944 è segnalato non tanto tra i fondatori della “Federazione Comunista Libertaria Laziale”, quanto come uno degli esponenti più attivi nella rinascita dei gruppi di quartiere. Gruppi che , nell’agosto 1945, si riuniscono in un convegno regionale all’interno del quale “si sviluppa il dibattito in vista del successivo congresso nazionale” di Carrara del settembre, all’interno del quale venne fondata la FAI. Responsabile di «Umanità Nova» fino al marzo del 1945, P. è tra i protagonisti (con G. Forbicini, L. Damiani, A. Paolinelli, I. Aiati, C. Ciciarelli) della cosiddetta Direzione Generale della Federazione comunista libertaria con sede in piazza Fammetta Roma, che si pone in netta opposizione alla Costituzione, al PCI, alla CGIL. Muore a Roma il 25 marzo 1945. (P. Iuso)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicem; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; P. Salvatori-C. Novelli, Non per oro ma per libertà. Lotte sociali a Roma. 1900-1926, Roma 1993; Pericolosi nelle contingenze belliche : gli internati dal 1940 al 1943, a cura di S. Carolini, Roma 1987, ad nomen; Di Lembo, ad indicem; Sacchetti, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Antonio e Rosa Acconciamessa

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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