PICCICUTI, Armando

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PICCICUTI, Armando

Date di esistenza

Luogo di nascita
Roma
Data di nascita
August 24 1875
Luogo di morte
Roma

Biografia / Storia

Nasce a Roma il 24 agosto 1875 da Giovanni e Emilia Mancini, fonditore, meccanico. Compie solo gli studi elementari. Aderisce in gioventù al movimento anarchico. Si trasferisce a Bologna il 31 ottobre 1908. Sposato, ha tre figli, dei quali il primogenito Giovanni (n. 1898), detto Giovannino, sarà anarchico e in gioventù frequenterà, con altri condiscepoli, la casa di Luigi Fabbri a Corticella. P. fa parte del Sindacato Metallurgici, che in parte grazie all’influenza sua e di Clodoveo Bonazzi resta a maggioranza nella Vecchia CdL, guidata da anarchici e sindacalisti rivoluzionari, anche dopo la scissione del gennaio 1913 e la nascita a Bologna di una CdL riformista aderente alla CGdL. In contatto con Armando Borghi e Luigi Fabbri, cerca di riattivare le forze anarchiche locali costituendo con altri il “Fascio Libertario Bolognese”, che aderisce all’UAER e al CAIA diretto a Roma da Temistocle Monticelli. Nel 1919 è meccanico nel garage della Fiat fuori Porta Saffi. Nel “Cenno biografico al giorno 31 Luglio anno 1919”, è descritto “di carattere cupo e taciturno”, “educato con tutti”, di “discreta intelligenza, ma poca cultura”. Dopo avere segnalato che è “lavoratore assiduo” e che “si comporta bene” verso la famiglia, si aggiunge che P. è “molto apprezzato dai suoi correligionari” e che ha “una certa influenza nei partiti sovversivi locali”, limitatamente a Bologna “e più specialmente nella classe operaia”. Collabora ai giornali anarchici con qualche corrispondenza e fa propaganda con amici e conoscenti. Non ha precedenti penali. Prende parte al Convegno regionale della UAER del 18 e 19 aprile 1920 votando la mozione di Pietro Comastri (nella quale, secondo le fonti di polizia, “si afferma che essendo giunta l’ora della rivoluzione, questa dovrà attuarsi il 1° Maggio p.v.”). Dopo il Congresso di Bologna della UAI (1-4 luglio 1920) diventa formalmente il segretario della Commissione di Corrispondenza dell’organizzazione, firmando i relativi comunicati (in realtà redatti da Luigi Fabbri, che si avvale anche della stretta collaborazione di Aldo Venturini). Continua a svolgere un’intensa attività e il suo domicilio viene perquisito alcune volte alla ricerca di armi, con esito negativo. Partecipa al III Congresso della UAI (Ancona, 1-4 novembre 1921), intervenendo nel dibattito. Si trasferisce a Roma definitivamente alla fine del 1922 (anche se ufficialmente risulta emigrato da Bologna il 7 giugno 1923), trovando lavoro presso le fonderie Rocchi. Per tutto il ventennio fascista sarà vigilato. Ancora nell’ottobre 1929 la polizia annoterà: “Professa tuttora principi sovversivi”, pur non dando luogo “a speciali rilievi con la sua condotta politica”. Anche nel dopoguerra, nonostante l’età avanzata che lo costringe a limitare l’attività politica, rimane fedele ai suoi ideali. Muore a Roma nel novembre 1956. Iscritto alla Associazione “Giordano Bruno”, viene cremato. In un necrologio A. Borghi, sottolineando che P. “aveva speso sessanta dei suoi anni per il movimento anarchico”, lo ricorderà “rettilineo, coerente, attivo, instancabile, conciliativo per il buon lavoro resistente a tutte le cianfrusaglie ipercritiche”. (G. Landi)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen. a.b. [A. Borghi], Lutti nostri. È morto Picciuti Armando, «Umanità nova», 25 nov. 1956.

Bibliografia: M. Casarini, Contributo alla storia del movimento anarchico a Bologna nel primo dopoguerra, «Bolletino del Museo del Risorgimento», a. XXVIII, 1983; L. Fabbri, Luigi Fabbri. Storia di un uomo libero, Pisa 1996, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giovanni e Emilia Mancini,

Bibliografia

2004

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Collezione

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