PELLACO, Eugenio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PELLACO, Eugenio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Genova
Data di nascita
April 8 1864
Luogo di morte
Buenos Aires

Biografia / Storia

Nasce a Genova l’8 aprile 1864 da Emanuele e Catalina Fiori, operaio tipografo. La famiglia è originaria di Albenga, trasferitasi a Genova in data imprecisata, avvia P. agli studi elementari. Fin da giovane si avvicina agli ideali libertari formandosi una discreta cultura da autodidatta. Ben presto diventa un buon propagandista divenendo amico di molti anarchici tra i quali Giovanni Bianchi, Giuseppe Garfagnoli, Giuseppe Miotti, Alessandro Panzacchi e Giovanni Zaina. Il 4 agosto 1888 fonda il settimanale «Il Nuovo Combattiamo» così titolato per distinguerlo da il «Combattiamo!», periodico pubblicato qualche tempo prima a Genova, ma di altro segno politico. Il giornale esce con alterne vicende per circa due anni fino al novembre del 1890. Il settimanale – che recava il motto «Eppur si muove!» – pubblica nelle sue colonne brani di Proudhon, Bakunin, Kropotkin, Reclus, ed ha come i principali collaboratori F.S. Merlino (allora a Londra), G. Ferrua, R. Candelari, E. Niccolini, T. Lippera che vi pubblica in appendice la prima traduzione italiana de La peste religiosa di J. Most. «Combattiamo!» ha un’ottima diffusione, specialmente negli ambienti operai e lancia una campagna determinata contro i socialisti “evoluzionisti” ma senza arrivare ad una rottura totale con essi. Nel novembre del 1890 P., a seguito di disordini avvenuti nella redazione del giornale genovese «Il Caffaro», viene arrestato insieme a Giuseppe Foglia e condannato a tredici mesi di reclusione. Riacquistata la libertà P. agli inizi del 1892 con Luigi Galleani trasferitosi a Sampierdarena per motivi di lavoro inizia una attiva azione politica tendente da una parte a unire gli anarchici e organizzarne una presenza incisiva tra le classi popolari. P. è eletto alla presidenza del congresso del partito operaio, che si riunisce a Genova alla sala Sivori, il 14 agosto 1892, insieme con A. Maffi, R.G. Bosco, P. Chiesa e Andrea Costa. In questo congresso che sancisce la separazione tra gli anarchici e i socialisti (i quali ultimi daranno vita il 15 agosto al Partito dei lavoratori italiani, P. insieme a Galleani e P. Gori (Malatesta e Merlino sono all’estero) è uno dei protagonisti anarchici dello scontro con i “legalitari”. P. presenta al congresso una proposta di rinvio della discussione sul programma per insufficiente conoscenza dello stesso da parte di molti delegati che accende gli animi dell’opposizione dei socialisti “legalitari” che decidono di abbandonare la sala. Terminata l’esperienza del partito operaio, P. e Galleani intensificano l’attività di agitazione e di propaganda politica e ne subiscono pesantemente le conseguenze. Nel dicembre del 1893, poco prima dei moti carraresi, una montatura poliziesca porta all’arresto dei due agitatori insieme a molti altri anarchici; tra i fermati ci sono i più noti sovversivi genovesi Bianchi, Garfagnoli, Miotti, Panzacchi, Zaina e il giovane pittore impressionista Plinio Nomellini. L’accusa, per tutti è durissima, è quella di “essersi associati tra loro, in attuazione delle teorie anarchiche da essi professate per commettere delitti contro la proprietà, le persone, l’incolumità e l’amministrazione della giustizia”. Con sentenza del tribunale di Genova dell’8 giugno 1894, confermata il 24 agosto in appello, vengono condannati Galleani a tre anni di reclusione, P. a sedici mesi e altri venti militanti a pene varie tra sei e dodici mesi, mentre gli altri tredici imputati sono assolti. Il giorno successivo al giudizio d’appello, P., Galleani e Giovanni Barabino sono nuovamente processati per grida sediziose, apologia di reato e incitamento alla disobbedienza alle leggi. P. liberato dal carcere nel 1895, è inviato al domicilio coatto all’isola di Tremiti e poi trasferito a Favignana; liberato condizionalmente torna a Genova e viene continuamente vigilato dalle forze dell’ordine. Nel maggio del 1897 è nuovamente arrestato e inviato al domicilio coatto a Lipari. Nel luglio dello stesso anno il Ministero dell’Interno gli concede la libertà a condizione che lasci l’Italia trasferendo la sua residenza all’estero. Partito per l’Argentina, si stabilisce a Buenos Aires, dove, nel 1901 risulta essere direttore del giornale «Italia» di orientamento democratico. In data imprecisata sposa la genovese Luigia Maddalena Fornaca che gli darà due figli: Dante e Carlos Rafaele. Secondo le notizie di polizia, partecipa all’attività di gruppi sindacalisti e libertari almeno fino al 1906. In particolare, secondo i ricordi dei familiari, intrattiene rapporti con Pietro Gori e partecipa, con funzioni di mediatore tra anarchici e socialisti, alla fondazione della Federación Obrera Argentina. Verso il 1912, P. sembra gestire una tipografia dove viene stampato un foglio umoristico intitolato «Guerrin Meschino». Muore a Buenos Aires il 28 marzo 1933. (G. Barroero)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; «Italia», Buenos Aires 1901, in Fondo Ghisleri, Domus Mazziniana, Pisa; Lettera di Walter Pellaco a G.B. del 21 dic. 2003.

Bibliografia: U. Fedeli, Luigi GalleaniQuarant’anni di lotte rivoluzionarie, 1891-1931, Cesena, 1956; E. Santarelli, Il socialismo anarchico in Italia, Milano, 1959, ad indicem; P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta, Milano, 1969, ad indicem; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicemIl Movimento Operaio Italiano Dizionario Biografico, a cura di F. Andreucci e T. Detti, Roma, 1976-1979, ad nomen; P. Galleano (G. Perillo), Il primo maggio del 1890 e del 1891 in Liguria, «Movimento operaio e socialista», 1956, n.3-4; P. Galleano (G. Perillo), Il settimanale degli anarchici genovesi negli anni 1888-1890, ivi, 1958, n.1-2. 

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Emanuele e Catalina Fiori

Bibliografia

2004

Collezione

Persona