PARMEGGIANI, Luigi

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
PARMEGGIANI, Luigi

Date di esistenza

Luogo di nascita
Reggio Emilia
Data di nascita
July 24 1858
Luogo di morte
Reggio Emilia

Biografia / Storia

Nasce a Reggio Emilia il 24 luglio 1858 da Antonio e Michela Gilbertini, calzolaio, antiquario. P. abbandona Reggio Emilia ancora giovane trasferendosi in Francia. Nel 1886 è a Lione da dove deve fuggire per Parigi. In Francia, insieme a Vittorio Pini “suo amico di infanzia”, costituisce un gruppo di anarchici individualisti che assume diversi nomi: “Gli Intransigenti di Londra e Parigi”, “Gli Straccioni di Parigi”, “I ribelli di St. Denis”, “Il Gruppo degli introvabili”. Del gruppo fanno parte Gaetano Zirardini, Alessandro Marocco, Caio Zavoli, e Giacomo Merlino. Pini e P. propagandano l’espropriazione come principale strumento rivoluzionario e con il loro gruppo mettono in atto numerose ed audaci rapine. Nell’agosto 1887 P. è arrestato e condannato a due mesi di carcere per contravvenzione ad un decreto d’espulsione. Lo stesso anno esce il numero unico «Il Ciclone», pubblicazione dal linguaggio violento ed efficace, dove vengono attaccati Costa ed i democratici, Carlo Monticelli, anch’egli all’epoca rifugiato a Parigi, e le correnti organizzate del movimento anarchico. In questo periodo, secondo l’ambasciata di Parigi, P. è, con Pini, responsabile dell’accoltellamento di certo Faina, considerato una spia del governo italiano, di una serie di tentativi di rapine e del confezionamento d’alcuni ordigni esplosivi. L’anno seguente, come risposta alla pubblicazione del manifesto in cui Amilcare Cipriani auspicava l’“unione dei popoli latini”, per contrastare una possibile guerra tra Italia e Francia, P. e Pini attaccano violentemente il “colonello della Comune” in un “Manifesto degl’anarchici in lingua italiana al popolo d’Italia”, per aver abbandonato la causa della rivoluzione sociale passando ad un patriottismo interclassista. Nello stesso foglio mettono in discussione anche il suo passato di comunardo. I socialisti Celso Cerretti e Camillo Prampolini prendono nei loro giornali le difese di Cipriani accusando gli estensori del manifesto di essere al soldo della polizia. P. ed il Pini si recano in Italia per un’azione vendicativa ed accoltellano Ceretti a Mirandola, il 13 febbraio 1889. Tre giorni dopo sono intercettati dalla polizia mentre si dirigono a Reggio Emilia, la città dove risiedeva Prampolini. I due esplodono alcuni colpi di rivoltella contro gli agenti riuscendo così a fuggire e a tornare in Francia. Qui pubblicano, nel 1889, due numeri del giornale «Il Pugnale» pubblicazione dal linguaggio violento che esalta il furto e la rapina e propaganda la distruzione della proprietà individuale. Sul «Pugnale» vengono anche pubblicate, come già precedentemente su «Il Ciclone» le istruzioni per il confezionamento d’ordigni esplosivi. P., ricercato per tentato omicidio per l’aggressione a Ceretti, deve lasciare la Francia e si rifugia a Londra dove, su richiesta del governo italiano, è arrestato dalla polizia inglese. La richiesta d’estradizione è però respinta dal giudice in quanto Ceretti non si presenta all’udienza per riconoscere il proprio aggressore. P. viene quindi rimesso in libertà nell’agosto 1889. In Italia P. subisce una condanna in contumacia per questo reato a trenta anni di reclusione e a dieci di sorveglianza speciale. Stabilitosi a Londra Parmeggiani organizza il gruppo detto de “L’Anonimato” o “La Libera Iniziativa” riuscendo a raccogliere intorno a sé un considerevole numero di affiliati tra i quali Pietro Bianchi, Ludovico Scacciati, Cesare Carpanetti, Francesco Piccinelli, Cesare Cova, Giuseppe Fornara, Cesare Firpo, Amilcare Pomati. L’ambasciatore a Londra rileva che ad una riunione della Libera Iniziativa si erano presentati oltre ottanta persone. Anche qui vengono compiute numerose rapine e scassi; l’ambasciata Italiana non comunica alle autorità giudiziarie inglesi i nomi dei responsabili per non compromettere il proprio informatore. Nel 1890 insieme a Guillaume Auguste Bordes P. pubblica un giornale clandestino in francese dal titolo «L’Internationale» di cui escono otto numeri. Sull’ultima pagina del giornale, di cui appaiono in totale sei puntate, la sezione intitolata L’indicateur anarchiste riporta le istruzioni sul confezionamento di diversi tipi di esplosivo, dalla dinamite alla nitroglicerina. Su «L’International» gravava il sospetto di essere uno strumento finanziato della polizia. Nel settembre1892, P. si reca in Francia sotto falso nome ma viene arrestato per contravvenzione al decreto d’espulsione. Resta in carcere dal settembre 1892 al giugno 1893 e torna quindi a Londra. A firma del gruppo della Libera Iniziativa escono molti volantini e fogli unici - la maggior parte dei quali quasi certamente scritti da P.- distribuiti nella colonia o introdotti clandestinamente in Italia, che inneggiano all’azione individuale. Nel luglio 1894 dopo l’esecuzione di Emile Henry il gruppo distribuisce il foglio «Vendetta» e nel settembre celebra la figura di Caserio in «La Presa di Porta Pia XX Settembre 1870». In questi anni P. polemizza aspramente con la corrente degli anarchici “organizzatori” ed in particolare con Errico Malatesta, Francesco Saverio Merlino, e Charles Malato, considerati “autoritari ed opportunisti”. P. li attacca su diversi volantini: in Congres International, Socialist, Communiste, Anarchiste et Papiste a Londres, appare una pantomima dei maggiori esponenti dell’anarchismo europeo riuniti a congresso. Due numeri del giornale «Il Comunista» nel 1892 sono ugualmente incentrati su questa polemica. L’attacco più originale è la pubblicazione, il 18 agosto 1894, di un falso numero del «Londra Roma», giornale in lingua italiana della colonia. Il giornale, dopo aver esaltato Henry, Caserio e Meunier, oltre a Malatesta attacca Lombroso per il suo libro sugli anarchici. Paradossalmente il direttore del giornale e la polizia inglese attribuiscono proprio a Malatesta la pubblicazione di questo falso. Per queste attività disgregatrici P. è spesso accusato di essere un agente provocatore. Alle accuse mossegli da Constant Martin P. risponde con un lungo foglio dal titolo La decadence des anarchistes a Londres. Nel 1897 Il gruppo della Libera Iniziativa pubblica il foglio «Ai camorristi del comunismo» al quale Malatesta replica su «L’Agitazione» nel gennaio 1898 ricordando come gli appartenenti a questo gruppo “cercavano di ostacolare qualsiasi tentativo degli anarchici per organizzarsi in partito, ridicolizzavano il primo maggio, lo sciopero generale, l’organizzazione dei lavoratori.” (La fine di una mistificazione) In questi anni P. apre con Victor Marcy, collezionista di antichità, un negozio d’antiquariato nelle vicinanze del British Museum. Ha una relazione con Marie-Augustine Therese vedova Escosura figlia di Marcy. Alla morte di Marcy, P. gestisce con successo la galleria che viene visitata anche dal rappresentante culturale della Regina Vittoria, che acquista una spada di Edoardo III d’Inghilterra, e dall’Imperatrice di Germania. Vende oggetti al British Museum. Agli inizi del novecento P. lascia Londra e si trasferisce a Parigi dove acquisisce una notevole fortuna come gestore della galleria ed una certa fama come esperto d’arte utilizzando il nome di Louis Marcy. Nel 1903 è arrestato nuovamente dalla polizia francese per contravvenzione al decreto d’ espulsione e condannato a cinque mesi di carcere. In casa sua la polizia trova una collezione d’oggetti d’antiquariato per diversi milioni di franchi. Nel 1905 P. torna alla ribalta delle cronache per aver denunciato per diffamazione un ex ispettore della polizia politica di Scotland Yard che, in un libro di memorie, lo aveva descritto come pericoloso anarchico e ricettatore. Durante il processo P. nega risolutamente di avere mai aderito al movimento anarchico. Alla fine del dibattimento la giuria riconosce provata l’appartenenza di P. all’anarchismo, mentre condanna l’ispettore di polizia al pagamento di un farthing, la moneta di minore valore allora in circolazione, per avere definito P. un ricettatore. P. torna a Parigi dove si occupa con successo della sua galleria, specializzandosi nel commercio di arte minore in forme medievali (conosciuti come i falsi Marcy) che vengono acquistati dalle maggiori collezioni pubbliche e private. P. continua a fare uscire scritti polemici, per esempio contro Cipriani in occasione delle elezioni del 1914. (“Alla rupe tarpea”) e come supplementi del giornale «Le Connaisseur». Nel 1924 P. chiude la galleria di Parigi e si trasferisce a Reggio Emilia con l’intera collezione che colloca in un palazzo che fa ristrutturare a forma di castello moresco in stile eclettico gotico-rinascimentale. Nel 1932 dona la sua collezione alla città di Reggio Emilia in cambio di un vitalizio di cinquemilalire al mese. P. muore a Reggio Emilia il 17 giugno del 1945. La “Galleria Parmeggiani” fa oggi parte dei musei civici della città di Reggio Emilia. (P. Dipaola)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Direzione generale di Pubblica sicurezza 1905, b 22; Ministero di Grazia e Giustizia, Miscellanea, b. 105, f. 991; Carte Crispi dspp, b 136, f 928. asdmae, Pol. Int, b. 39, b 26. PRO HO 144/258/A55684; HO/144/606/B31076; Internationaal Instituut voor Sociale Geschiedenis – Amsterdam, Fondo Nettlau, b 310.

Bibliografia: Scritti di P: Ricordi e Riflessioni, Suppl. al giornale «Le Connaisseur», Parigi, 1914; L’Ex ispettore inglese Sweeney condannato per diffamazione, Paris-Colombes, 1906. Scritti su: E. Sernicoli, L’anarchia e gli anarchici. Studio storico politico, 2 voll, Milano, 1894; P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta, Milano, 1969 (1974), ad indicem; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 2. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati all’estero (1872-1971), Firenze 1976, ad indicem; J.Maitron, Le Mouvement anarchiste en France. Des Origines à 1914, Parigi 1975; E. Farioli, La Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia: guida alla collezione, Reggio Emilia 2002. J. Sweeney, At Scotland Yard, Londra, 1905. L Lotti, Galleria: una storia per mille segreti, «Gazzetta di Reggio», 16 giu. 2001; E. Farioli, La Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia: guida alla collezione, Reggio Emilia 2002.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Antonio e Michela Gilbertini

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città