​MORESI, Enrico

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MORESI, Enrico

Date di esistenza

Luogo di nascita
Ancona
Data di nascita
May 31 1877
Luogo di morte
Genova

Biografia / Storia

Nasce ad Ancona (AN) il 31 maggio 1877, da Vincenzo e Maria De Paoli; calzolaio. Il 20 gennaio 1898 il circolo “Studi sociali” di Ancona pubblica il numero unico «L’Agitazione del socialismo anarchico», per il quale M., in qualità di gerente, subisce una prima condanna, cui qualche mese più tardi se ne aggiunge una seconda per aver preso parte ai moti contro il rincaro del pane. Benché queste pene gli siano infine condonate con l’amnistia del 29 dicembre, il 19 gennaio 1899 M. è assegnato al domicilio coatto a Ponza, dove firma l’ordine del giorno pubblicato il 2 novembre 1899 su «I Morti» e da cui invierà corrispondenze all’«Agitazione» e all’«Avvenire sociale». Rientra ad Ancona nel novembre 1900 e il 27 gennaio seguente viene arrestato in un’osteria, mentre è in compagnia di altri anarchici, fra cui Ariovisto Pezzotti, Alberico Angelozzi, Alfredo Lazzari e Federico Frassinetti. Qualche tempo dopo si trasferisce nel Casertano, quindi a Rimini, in provincia di Alessandria, a Ravenna e infine a Forlì. Nella città romagnola si incarica nel 1906-1907 di distribuire la stampa e di inviare corrispondenze ai principali giornali anarchici italiani, nonché ad alcune testate estere, firmandosi talvolta "Morico Sereni" o "Rico Monsire". Nell’agosto 1907 interviene a Meldola (FO) a un comizio anticlericale; l’ottobre seguente dà alle stampe a Rimini un opuscolo di propaganda intitolato Ai contadini, per il quale viene aperta un’istruttoria, che si conclude tuttavia con il non luogo a procedere. Per alcuni anni sembra dedicarsi esclusivamente al mestiere di calzolaio, che esercita a Parma, Reggio Emilia, Milano. Partito nell’autunno 1991 alla volta della Svizzera, M. viene rimpatriato dopo poche settimane. M. torna all’attività politica pubblica il 1° maggio 1913, intervenendo a un comizio a Forlì. Il 25 giugno 1914 è a Stradella, in occasione dello sciopero generale per i fatti della Settimana rossa: denunciato per attentato alla libertà del lavoro (prova a fermare la corsa di un tram), subisce una lieve condanna. Nel 1916 la polizia lo rintraccia a Novara, impegnato nella cura del periodico «La Luce», che dirige per un breve periodo insieme a Giuseppe Turati, con cui entra presto in disaccordo. Nel 1917 non risponde alla chiamata alle armi: da Parma – dove aveva preso alloggio sotto con il nome di Ettore Mancini – si rifugia a Genova. Qui è messo agli arresti nell’agosto 1918 e condannato il 19 settembre all’ergastolo per diserzione. Il 7 gennaio 1919 la polizia militare intercetta una sua lettera all’«Avvenire anarchico», in cui M. lamenta la scarsa attenzione dei socialisti per i renitenti alla leva e i disertori, che pure sono – egli scrive – vittime politiche al pari degli internati e dei condannati del libero pensiero. Sebbene non ve ne sia traccia documentale, nel corso di quello stesso anno M. è posto di nuovo in libertà. Resta per alcuni anni nel capoluogo ligure, quindi si trasferisce a Torino, infine apre a Sampierdarena un negozio di tomaie. Durante il fascismo non esercita attività politica, nondimeno le autorità si premurano di porlo in stato di fermo a ogni visita di esponenti del governo o del PNF. Muore a Genova il 18 marzo 1939. (R.Giulianelli)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; «I Morti», numero unico, 2 nov. 1899.
 
Bibliografia: S. Anselmi, Ancona e la provincia nella crisi di fine secolo. I moti per il carovita, Urbino 1969; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, p. 129; M. Antonioli, Alla ricerca dello pseudonimo perduto per il Dizionario biografico degli anarchici italiani, «Rivista storica dell’anarchismo», gen.-giu. 2002, p. 79.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Vincenzo e Maria De Paoli

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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