NOÈ, Giovanni

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
NOÈ, Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Messina
Data di nascita
April 29 1866
Luogo di morte
Messina

Biografia / Storia

Nasce a Messina il 29 aprile 1866 da Letterio e Giovanna Currò, impiegato. Esordisce giovanissimo nelle file del radicalismo messinese, ma ben presto se ne distacca per costituire, nel gennaio del 1886, il Circolo socialista-anarchico intitolato ad “Amilcare Cipriani” – recluso in quel periodo nel bagno penale di Portolongone – di cui veniva chiesta la scarcerazione. Dà vita, a partire dall’8 aprile 1886, al periodico «Il Riscatto», organo di propaganda delle teorie anarchiche propugnate dai membri del sodalizio. Dopo un anno di forzata stasi, seguita al sequestro immediato del primo numero del settimanale e allo scioglimento del Circolo ordinato dalle autorità, N. riprende l’attività, favorendo la riorganizzazione del sodalizio e il ritorno alle stampe, il 7 giugno 1887, de «Il Riscatto». Il periodico, cui collabora un nutrito gruppo di studenti universitari, tra i quali ricordiamo Giulio Cadosh, Antonino Corica, Giovanni Lombardo, Francesco Lo Sardo, Giulio Mirone, Giovanni Pirri, Alfredo Saija e Francesco Zappalà, costituisce in città il veicolo principale di diffusione dei principî anarchici, dalla lotta al capitalismo, alle istituzioni borghesi e alla “tirannia” clericale in nome della libertà e dell’uguaglianza, alla sfiducia nei confronti del sistema elettorale rappresentativo, sino al forte accento posto sulla necessità di garantire l’assoluto rispetto della libertà di stampa, di propaganda e di associazione. Nonostante la linea del giornale non risulti esente da contraddizioni e da una certa confusione sul piano ideologico, le sue prese di posizione e le opinioni critiche espresse nei confronti dell’azione di governo e della monarchia fanno scattare frequentemente la censura e il conseguente sequestro del foglio. Le continue vessazioni e le vicissitudini giudiziarie che colpiscono il giornale e il suo direttore, finito spesso sotto processo (ma sempre prosciolto o amnistiato) con le accuse di “offesa alla sacra persona del Re e di eccitamento all’odio fra le classi sociali”, hanno l’effetto di amplificarne la portata delle battaglie condotte, tanto da guadagnare la solidarietà e il gradimento da parte dell’elemento operaio e radicale cittadino, superando i limiti dell’ambiente studentesco universitario entro il quale il gruppo anarchico era rimasto fino a quel momento confinato. Nel corso del 1887 troviamo N. impegnato come volontario, con l’Associazione di ispirazione massonica “Croce d’oro”, nell’opera di soccorso alla popolazione, di fronte al dilagare di un’epidemia di colera a Messina e nella sua provincia. A questa azione di aiuti promossa dalla medesima Associazione partecipa anche un giovane socialista proveniente da Catania, Nicola Petrina, destinato a divenire, insieme a N., il massimo rappresentante del movimento operaio e socialista messinese. È la propaganda avviata da Petrina tra i lavoratori, la concretezza del suo impegno per la difesa degli interessi della classe operaia – sostenuta peraltro anche dalle pagine del periodico da lui fondato e diretto, «Il Vespro» – che spinge N. a riconoscere la sostanziale limitatezza dell’azione del movimento anarchico locale, mostratosi incapace di penetrare e incidere tra le masse. Si impone a questo punto la necessità per N. e compagni di cambiare strategia. I due inaugurano così una prima fase di stretta collaborazione finalizzata alla promozione di organizzazioni di resistenza dei lavoratori, sfociata – ed è questo un dato estremamente significativo – nella costituzione, avvenuta il 29 ottobre 1888 (come leggiamo da «Il Vespro»), del primo Fascio messinese, nel segno di un’incisiva lotta per il miglioramento delle condizioni economiche del ceto operaio e artigianale, senza tralasciare le problematiche del mondo contadino. Nel novembre 1889, a ulteriore testimonianza dell’efficace lavoro svolto nel favorire l’organizzazione dei lavoratori, N. viene eletto segretario della Società dei Conciapelli, diretta da Antonino Zoppina, altro importante esponente del movimento anarchico locale. Ma l’influenza di N. si farà anche sentire soprattutto sul fascio ferroviario e sulle associazioni di bottai e meccanici appartenenti alla Lega Operaia. Se i progressi durante il primo anno di attività del Fascio sono innegabili, a interromperne il normale funzionamento intervengono le traversie giudiziarie di Petrina, condannato nel dicembre 1889 a due anni di carcere, e la rottura consumatasi tra i due leader, con scambi di accuse reciproche in una diffamante campagna di stampa condotta sui rispettivi giornali. Intanto il 29 agosto 1890, invitato in Calabria dalla Società Operaia di Sant’Eufemia per commemorare i fatti d’Aspromonte, N. subisce un altro arresto (ma anche in questo caso viene prosciolto) per i reati di “offese al Re e di eccitamento al disprezzo ed al discredito delle istituzioni”. Il ritorno alla libertà di Petrina e la riappacificazione con N. favorisce la ricostituzione nell’aprile 1892 del Fascio operaio messinese. A distanza di un anno, N. è tratto in arresto, e ancora una volta prosciolto per mancanza di indizi, perché sospettato insieme agli anarchici Giuseppe Prestandrea e Tommaso De Francesco di aver fatto esplodere una bomba carta “con molto rumore e nessun danno” nei pressi di Piazza Municipio, durante l’esibizione della banda musicale per la ricorrenza delle nozze d’argento dei sovrani. Intervenendo nella veste di rappresentante dei Fasci di Messina al Congresso socialista siciliano, tenutosi a Palermo nel maggio 1893, N. vota contro la proposta del Comitato di partecipare alla lotta elettorale. Nel mese di giugno, eletto all’unanimità, assume la carica di vice presidente del Fascio di Messina. Candidato dagli stessi lavoratori – nonostante la sua contrarietà dovuta a motivazioni di carattere ideologico – alle elezioni suppletive comunali del luglio dello stesso anno, N. viene eletto, insieme a Petrina, consigliere comunale con largo suffragio. Nella lettera di ringraziamento agli elettori, pubblicata su «Il Riscatto» del 24-25 luglio, pur dichiarandosi “lusingato” per la “dimostrazione d’affetto e di fiducia” ricevuta, traspare tutto l’imbarazzo per la partecipazione a una competizione elettorale e all’attività di una pubblica assemblea dalla quale non era lecito, attendersi, secondo la sua convinzione, nulla di buono per i lavoratori: “valersi dei mezzi legali in genere e vincere le battaglie elettorali in specie a nulla approda, ma […] a mezzi più radicali e più efficaci e di tutta altra natura è uopo ricorrere”. Al di là di ogni remora ideologica di sorta, l’attività di N. in seno al consiglio comunale si segnalerà per l’energica difesa degli interessi dei lavoratori e per l’opera incessante di moralizzazione della vita politica e amministrativa, senza dimenticare il qualificato apporto offerto alla risoluzione dei principali problemi cittadini. Non è un caso dunque che la sua permanenza su quello scranno si protragga fino al 1908. In seguito alla repressione ordinata da Crispi dei Fasci volta a stroncare il movimento con l’arresto dei principali leader, N. evita il carcere dandosi alla latitanza. Prosciolto in istruttoria dall’accusa di “cospirazione e incitamento alla guerra civile”, può far ritorno, nel maggio 1894, a Messina, dove ritesse le fila dell’organizzazione, indirizzandosi ormai verso il superamento dell’anarchismo a favore di un più deciso orientamento socialista. Fonda il Circolo di studi sociali, poi divenuto “Federazione socialista messinese”, cui si aggrega la maggior parte degli aderenti del vecchio Circolo “A. Cipriani”, con qualche defezione (quella di Zoppina, ad esempio) per la fuoriuscita nella seconda metà del 1893 di alcuni esponenti in rotta con N. Dopo la forzata interruzione, riprende nel gennaio 1895, con la seconda serie, la pubblicazione de «Il Riscatto». Ma il rientro nella scena politica di Petrina – rimasto per più di un anno in carcere, vittima della repressione governativa dei Fasci – con la costituzione da lui promossa del Circolo elettorale socialista, riapre il dissidio tra i due leader popolari. N., in particolare, viene fatto ripetutamente bersaglio di accuse che tendono a mettere in luce la discrepanza tra i principi rivoluzionari e astensionisti della teoria anarchica da lui professata e la prassi di fatto seguita col prendere parte alle competizioni elettorali. Ma la questione alla base del contrasto era rappresentata dalla differente valutazione circa i candidati da sostenere alle elezioni politiche e riguardava i non sopiti contrasti sul piano personale che li vedevano coinvolti. Ciò contribuisce ad accentuare la contrapposizione fra i due gruppi, ciascuno dei quali si ritiene il legittimo e unico rappresentante in loco del Partito socialista italiano. A dirimere la questione è chiamato, nel 1897, un giurì d’onore, nominato dalla Direzione nazionale del partito, che ratifica di fatto la situazione esistente a Messina, riconoscendo l’esistenza di due sezioni del partito. Alle elezioni politiche dello stesso anno, N. viene battuto dal candidato moderato, già sindaco di Messina. La situazione muta nella tornata successiva, quando il coagularsi delle forze progressiste – radicali, socialisti, repubblicani e liberali democratici – in un unico fronte, sulla scia di quanto accadeva sul finire del secolo a livello nazionale per porre un argine al tentativo liberticida di Pelloux, porta anche a Messina alla nascita dell’Unione dei Partiti Popolari. Le conseguenze politiche sono rilevanti: il ritrovato accordo in seno al socialismo messinese e l’alleanza programmatica con le altre forze popolari conduce alla candidatura unitaria alle elezioni parlamentari del 3 giugno 1900 di N., che, risultando vincitore contro il candidato uscente, diventa il primo deputato socialista messinese. Il successo arride alle forze popolari anche in occasione delle elezioni amministrative del luglio seguente, che vedono una larga affermazione di socialisti, radicali e liberali democratici. Tuttavia il lento ma progressivo sfaldamento dell’alleanza fra i partiti popolari, acuito dai contrasti tra Martino e Fulci, e il ricompattamento del fronte moderato, rovescia la situazione, a distanza di quattro anni, a favore di quest’ultimo; cosicché, ricandidatosi nella successiva legislatura, N. non riesce a riconquistare il seggio al Parlamento. Ritorna quindi all’impegno propagandistico, in qualità di collaboratore di vari giornali e periodici socialisti (dopo che «Il Riscatto» aveva cessato le pubblicazioni il 15 novembre 1897) e alla sua attività di consigliere comunale. Muore, insieme a Petrina, nel terremoto di Messina del 28 dicembre 1908. (A. Baglio)

Fonti

Fonti: Archivio di Stato - Reggio Calabria, Gabinetto di Prefettura, Ordine Pubblico, b. 23, f. 948; Archivio di Stato, Messina, Tribunale penale, b. 140, f. 21; b. 189, f. 27; b. 192, f. 14.

Bibliografia: G. Degrossi, L’associazione della Croce d’oro nell’epidemia colerica di Messina del 1887, Messina 1888, p. 52; F. Crispi, Politica interna: diario e documenti raccolti e ordinati da T. Palamenghi Crispi, Milano 1924, p. 292; G. Cerrito, Il processo di formazione e lo sviluppo dei Fasci dei Lavoratori nella provincia di Messina, «Movimento operaio», 1954, pp. 951-1006, ora in Id., I Fasci dei Lavoratori nella provincia di Messina, Ragusa 1989; Id., I periodici di Messina. Bibliografia e storia, Milano 1961; Id., Un esempio di trasformismo politico meridionale: il movimento socialista messinese dalle sue origini al fascismo, «Movimento operaio e socialista», 1964, pp. 19-38; Il movimento operaio italiano. Dizionario biografico, a cura di F. Andreucci e T. Detti, Roma, 1976-1979, ad nomen; P. Amato, M. D’Angelo, Radici del socialismo riformista a Messina, Messina 1982; Storia del socialismo italiano, vol. 2, Torino, 1998, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Letterio e Giovanna Currò

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città