​MONTICELLI, Carlo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MONTICELLI, Carlo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Monselice
Data di nascita
October 25 1857
Luogo di morte
Roma

Biografia / Storia

Nasce a Monselice (PD) il 25 ottobre 1857 da Martino, dirigente delle locali cave di pietra e fervido internazionalista, e da Elisabetta Oliveti. Giornalista, socialista sin da ragazzo, organizza la locale sezione dell’Internazionale orientata in senso anarchico. Alla fondazione presiede A. Costa, invitato a questo scopo da M. nel marzo 1877, e collaborano A. Galeno e L. Bertana. Insieme al padre e al fratello Antonio, M. svolge un’intensa attività di divulgazione dei principi dell’anarchismo. Nel gennaio 1878 non ha buon esito, per ragioni finanziarie, il suo progetto di pubblicare un giornale operaio, che avrebbe chiamato «Il Diritto». Nel giugno successivo M. ottiene dalla cdc dell’Internazionale, con sede allora a Genova, di indire un primo congresso veneto dell’Internazionale, allo scopo di dotare il movimento socialista regionale di una struttura organica e di basi teoriche omogenee. Al congresso, che si tiene a Padova il 28 luglio 1878, appare tra le mozioni all’ordine del giorno l’istituzione di un ufficio federale e di un’organizzazione segreta regionale, così come era stato segnalato da M. nella circolare inviata dieci giorni prima alle sezioni anarchiche venete. Riesce a fare estromettere il gruppo dissidente legalitario sorto all’interno della sezione di Monselice, guidato da Bertana, Galeno e L. Facchinetti. Dichiara di acconsentire a priori alle decisioni che verranno prese durante il convegno anarchico di Firenze (30 settembre-1° ottobre 1878), al quale non potrà partecipare; tuttavia sostiene che la struttura organizzativa della sezione veneta non è in grado di affrontare una rivolta armata. Pubblica nello stesso anno articoli relativi alla sociologia criminale su «L’Avvenire» di Modena, diretto da A. Ceretti. Arrestato nel gennaio 1879, insieme al padre e ad altri internazionalisti, per incitamento alla guerra civile e oltraggio al monarca, M. è condannato a tre mesi di carcere e ad una multa. Viene inoltre segnalato nelle liste della questura come potenziale attentatore alla vita del sovrano. Uscito dal carcere, pur restando su posizioni anarchiche, M. riprende la corrispondenza con A. Costa, ormai socialista ‘legalitario’, ed esprime un giudizio favorevole nei confronti del suo scritto Ai miei amici di Romagna del luglio 1879, forse senza comprenderne le implicazioni possibiliste. Rifiuta di collaborare alla rifondazione della Federazione dell’Alta Italia, così come gli era stato richiesto nell’agosto 1880 da Cesare Cova, membro della società dei Figli del lavoro di Milano, per le posizioni gradualiste mostrate dal gruppo milanese nel convegno tenuto poco tempo dopo a Bologna. Al congresso di Chiasso (5-6 dicembre 1880), al quale prende parte come rappresentante del Veneto, M. è fautore dell’astensionismo politico e di una prospettiva rivoluzionaria a breve scadenza, della quale si avanzano alcune proposte nel proclama Agli oppressi d’Italia, firmato alla fine dell’anno da M., insieme a A. Cipriani, L. Nabruzzi, G. Zirardini, F. Ravà e T. Zanardelli. Durante il convegno dei socialisti anarchici di Abano (6 febbraio 1881), in cui si progetta la fondazione di un giornale anarchico e, forse, una rivolta nel Veneto, M. viene arrestato insieme agli altri delegati, condotto in carcere a Milano e rilasciato qualche mese dopo, per assenza di reato. Accusato di incitamento alla rivolta per avere inviato ad amici italiani la raccolta di poesie Alla Rivoluzione, M. viene arrestato al ritorno dalla Svizzera, dove aveva raggiunto Cafiero, e poco dopo prosciolto. Con lo pseudonimo Adolfo Roberti, M. tiene relazioni epistolari con E. Malatesta, corrispondente per l’Italia presso l’Ufficio centrale londinese, istituito dal congresso anarchico tenuto a Londra (14-19 luglio 1881). Nello stesso periodo collabora alla «Favilla» di Gonzaga, dove critica le tesi programmatiche del Partito socialista rivoluzionario di Romagna. Nell’ottobre 1882 fonda e dirige, a Milano, il settimanale «Tito Vezio», sul quale appoggia candidature socialiste di protesta al Parlamento, pur mantenendo una linea anarchico-comunista. Alla riunione di socialisti milanesi -fra cui Costa, E. Bignami, F. Turati, E. Kerbs- tenuta nel febbraio 1883 e organizzata dallo stesso M. al fine di discutere sul ruolo dei delegati socialisti in Parlamento, la maggioranza respinge l’ordine del giorno, da lui avanzato, contrario al ricorso agli strumenti legali ed istituzionali da parte dei socialisti. Sul «Tito Vezio» M. pubblica una lettera ad A. Costa, in cui giudica eccessive le critiche di molti anarchici nei suoi confronti, pur sottolineando che grazie al parlamentare socialista si è verificata una sorta di implicita alleanza tra borghesia e Partito socialista rivoluzionario romagnolo. M. mantiene queste posizioni negli interventi sull’«Oppresso», sui giornali francesi «Le Précurseur» e «Le Prolétaire» sostenitori dell’azione politica del Costa. Dopo il quindicesimo sequestro del «Tito Vezio», avvenuto il 9 aprile 1883, M. fugge dapprima in Svizzera e poi a Parigi, per evitare 28 mesi di carcere ed una multa di 6.102 lire. Nella capitale francese M. si mantiene lavorando come sarto; è presente alla conferenza internazionale (29 ottobre-2 novembre), alla quale prendono parte Costa e E. Covelli; conosce J. Vallès ed assiste ai suoi funerali insieme a G. Zirardini; stringe rapporti con il gruppo anarchico “Unione rivoluzionaria dei socialisti italiani”; dal gennaio 1885 collabora all’«Intransigente», fondato da E. Castellani a Venezia. Rientrato in Italia nel 1887, M. assume l’incarico di redattore del «Piccolo», quotidiano socialista di ispirazione eclettica diretto da Giuseppe Alburno, probabile spia della polizia veneziana. Nello stesso periodo, collabora al settimanale «In Marcia!». La vera e propria svolta politica di M. avviene nel 1888. Mentre nel novembre 1887 si proclama comunista anarchico in una lettera pubblicata sul «Combattiamo!», durante la conferenza di Monselice del settembre 1888 M. sollecita l’utilizzo da parte degli operai delle vie legali in vista di una trasformazione rivoluzionaria finale dei rapporti di lavoro. Partecipa alle elezioni amministrative di Venezia, nell’ottobre 1889, come candidato socialista, e propugna una serie di riforme minime, pur rimanendo scettico su una strategia socialista di tipo riformistico. Tra il 1890 e il 1892 scrive su vari periodici, fra cui «Il Riscatto» e «La Rivendicazione», diretta da G. Piselli - spia della polizia italiana -, «Il Socialismo popolare», che fonda nel giugno 1892. A capo della delegazione veneta, M. prende parte alla prima riunione del congresso di fondazione del pdli (Genova 14-15 agosto 1892). In polemica con gli anarchici, con E. Pellaco in particolare, M. si sposta, con Turati ed altri socialisti, dal congresso che si tiene nella Sala Sivori all’assemblea di via Pollaioli. Tuttavia rifiuta di appoggiare la decisione di rompere con gli anarchici e di tenere un congresso socialista disgiunto nella sala dei carabinieri di Genova. Insieme a Costa, P. Chiesa ed altri delegati, M. si dichiara contrario all’ormai compiuta scissione e risoluto a non prendere parte a nessuno dei due congressi. Seguendo le direttive di A. Costa, M. convoca il 16 ottobre un congresso regionale veneto, con l’obiettivo di rifondare il Partito socialista rivoluzionario. In qualità di rappresentante dell’organizzazione operaia “Lega per l’emancipazione dei lavoratori”, M. partecipa al II Congresso nazionale del Partito dei Lavoratori Italiani (Reggio Emilia, 8-10 settembre 1893), dove, pur osteggiato da Turati, ribadisce gli obiettivi rivoluzionari del socialismo. Entra nella commissione incaricata di studiare le modalità dell’azione economica del partito. M., inoltre, propone ed ottiene che il partito venga denominato PSDLI. Nel maggio 1894, durante l’inaugurazione della cdl di Udine, M. propugna una via graduale e pacifica verso il socialismo, attraverso la costituzione generalizzata di cooperative operaie e di camere del lavoro. Durante la repressione governativa contro i socialisti, nell’agosto dello stesso anno, viene sciolta la sezione della Federazione socialista veneta, già Fascio dei lavoratori veneziani, della quale M. è membro dal luglio 1894. Nel settembre 1895 M. è arrestato e condannato ad alcuni giorni di prigione. L’ottica operaistica che induce M. a intravedere nella costituzione di organismi economici, quali le cooperative di credito e di produzione, il punto di partenza della trasformazione sociale, viene ribadita nel congresso nazionale operaio organizzato da M. a Venezia dal 26 al 28 ottobre dello stesso anno. Nel 1896 M. deve lasciare l’incarico di segretario della Camera del lavoro di Venezia, in seguito al taglio dei fondi erogati dal Comune. Prende parte al V Congresso nazionale del PSDLI (Bologna, 18-20 settembre 1897). Si presenta, senza successo, alle elezioni politiche del novembre 1904 come candidato della circoscrizione di S. Arcangelo di Romagna. Entrato nel 1903 nella redazione dell’«Avanti!», M. viene estromesso nel 1905, per questioni amministrative, dalla Commissione d’inchiesta del PSI, composta da W. Mocchi, G. Marangoni, E. Guarino, e, successivamente, riammesso come collaboratore. Scrive sull’«Azione cooperativa», organo della Federazione milanese delle cooperative di produzione e di lavoro, intravedendo sempre nella generalizzazione delle strutture cooperative un avvio graduale, ma ineluttabile, verso il socialismo. Muore a Roma nell’agosto 1913. (E. Civolani)

Fonti

Fonti: Archivio della Prefettura di polizia di Parigi, B/a 1475; Prefettura di Padova, Commissariato di Monselice; Biblioteca Comunale Imola, Fondo Costa; Archivio di Stato Milano, cart. 84, 129; Archivio di Stato Rimini, Archivio generale, N. reg. 44346.
 
Bibliografia:
scritti di M.: Chi è un socialista, Monselice 1878; Alla rivoluzione, Londra, 1881; Schioppettate poetiche, Milano 1883; Canzoniere socialista, Cannes 1888; Gabriella: dramma in quattro atti, Milano 1890; I costumi del popolo di Tahiti, ossia la morale nei rapporti sessuali secondo l’opinione di Diderot, compendio e traduzione dal francese di C. Monticelli, Venezia 1892; Morale nuova: un prologo e un atto in versi martelliani; Un brutto quarto d’ora: scene della vita popolare veneziana in tre atti, Venezia 1892; La vita artistia di Emilio Zago, Venezia 1894; Povero fio: bozzetto drammatico, Padova 1895; Socialismo popolare, Venezia 1897; La nostra festa (1° Maggio), Firenze 1901; Lo sciopero: storia suggestiva di uno sciopero, Castrocaro 1903; Il 1° giorno del socialismo, Frascati 1904; Un errore giudiziario del partito socialista. La condotta di Ferri nella questione dei catastali. Autodifesa documentata, Roma 1905; Andrea Costa e l’Internazionale, Roma 1910; Il canto dell’amore: bozzetto scenico, con prologo in versi martelliani, Roma 1910; La storia dei Papi: Vol. I, Roma 1911; Lo sciopero: storia suggestiva di uno sciopero, Milano 1912.
 
scritti su M.: Partito socialista dei lavoratori italiani. Il congresso di Reggio Emilia, verbale stenografico, Milano 1893; G(iulio) F(orti), C. M., «L’Azione cooperativa», Milano, 15 ago. 1893; G. Trevisani, Piccola enciclopedia del socialismo e del comunismo, Milano 1951; M. Gaudioso, Il Fascio dei lavoratori veneziani, «Movimento operaio», a. VII, 1955, pp. 728-760; L. Cortesi, La costituzione del PSI, Milano 1961; G. Manacorda, Il movimento operaio italiano attraverso i suoi congressi. Dalle origini alla formazione del Partito Socialista (1853-1892), Roma 1963; A. Romano, Storia del movimento socialista in Italia, Bari 1966; L. Briguglio, Il Partito operaio italiano e gli anarchici, Roma 1969; P.C. Masini, Storia degli anarchici italiani. Da Bakunin a Malatesta, Milano, 1969, ad indicem; T. Merlin, Gli anarchici, la piazza e la campagna. Socialismo e lotte bracciantili nella Bassa Padovana (1866-1895), Vicenza 1980; Carlo Monticelli. Poeta e drammaturgo, a c. di T. Merlin, Monselice 2001; P. Brunello-P. Di Paola, Giuseppe Basso viceconsole di Ginevra e Carlo Monticelli. Note d’archivio (1880-1881), «Terre d’Este», a. 11 [2002], pp. 55-75.  

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

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Note

Paternità e maternità: Martino E Elisabetta Oliveti

Bibliografia

2004

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