NATOLI, Marcello

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
NATOLI, Marcello

Date di esistenza

Luogo di nascita
Palermo
Data di nascita
September 29 1896
Luogo di morte
Palermo

Biografia / Storia

Nasce a Palermo il 29 settembre 1896 da Luigi e Teresa Ferretti, elettrotecnico. Prende parte alla Prima Guerra mondiale riportando una ferita alla gamba destra i cui postumi si faranno sentire per molti anni. Viene segnalato per la prima volta dall’autorità di PS “siccome professante idee anarchiche” mentre si trova a Napoli nel 1920 per compiere studi nautici, che l’anno successivo prosegue nella nativa Palermo, dove risulta iscritto al quarto anno del corso capitani presso il locale Istituto nautico. Nel capoluogo siciliano partecipa attivamente alle attività del gruppo anarchico raccolto attorno a Paolo Schicchi e a Nino Napolitano e di cui è battagliero organo di stampa il quindicinale “Il Vespro anarchico”, effettuando anche giri di propaganda in Sicilia, sostenendo ripetuti scontri con le locali forze reazionarie ed andando incontro alla repressione governativa, come quando nel maggio del 1922 viene fermato a seguito di una “zuffa” con elementi nazionalisti del luogo. Nell’agosto del 1923 N. espatria per recarsi a Parigi, dove trova ad attenderlo il fratello maggiore Aurelio, già noto giornalista in Italia e quindi, dopo l’avvento del fascismo, esponente di primo piano del ricostituito Partito repubblicano italiano in esilio e redattore capo de «La Libertà», settimanale della Concentrazione antifascista. Ma a Parigi in quegli stessi anni opera, in qualità di confidente al soldo dell’Ambasciata italiana, anche un altro fratello di N., Giuseppe Amleto, spia e con ogni probabilità anche agente provocatore “specializzato” nel settore degli anarchici, che si avvale del fratello Marcello per accreditarsi negli ambienti parigini del fuoruscitismo libertario. N., che a Parigi, oltre a collaborare ai giornali di ispirazione anarco-individualista «Il Monito» e «La Diana», ha parte attiva, assieme a Schicchi, Berneri e Gozzoli, nella preparazione dell’attentato Lucetti, viene per l’appunto denunciato dal fratello Giuseppe Amleto a metà del 1926 alla Polizia fascista come implicato in “un complotto contro la vita di S.E. Mussolini, da effettuarsi, a mezzo bombe, a Milano od a Roma secondo l’opportunità delle circostanze”. In conseguenza di ciò N. è sottoposto negli anni successivi a stretta vigilanza da parte delle autorità di ps come anarchico pericolosissimo, in quanto organizzatore di attentati e lui stesso potenziale attentatore. Tre anni più tardi N., che solo nel 1936 avrà piena contezza – ma già in precedenza erano stati avanzati da più parti pesanti sospetti – della funzione di spia esercitata dal fratello Giuseppe Amleto, viene da quest’ultimo coinvolto in un viaggio a Tunisi, nella primavera del 1929, direttamente programmato e attentamente seguito dai vertici della Polizia fascista, che si può ragionevolmente ipotizzare intendessero assumere per il tramite dei due fratelli Natoli, l’uno agente prezzolato e l’altro strumento più o meno inconsapevole nelle mani del primo, informazioni precise sui paventati progetti insurrezionali di Schicchi. Dopo quest’oscuro episodio, inizia una fase di progressivo distacco di N., che nel frattempo ha sposato una cittadina francese, dalla militanza anarchica. La prima metà degli anni ’30 lo vedono infatti, seppur continuando a “professare sentimenti libertari” e senza deflettere dai suoi sentimenti antifascisti (per come si evince, tra l’altro da una lettera inviata nel 1932 al padre Luigi in Palermo e intercettata dalla polizia), appartato dall’azione politica attiva e concentrato nel suo lavoro prima di elettricista e quindi di esercente di una ditta di lavori di elettricità. Nell’estate 1938, convinto di aver inventato, in collaborazione con altro tecnico del settore, tale Ettore Funaro, un nuovo tipo di trasmettitore idrocinetico per automobili, invia, per il tramite del Consolato d’Italia a Parigi, una lettera al Capo del Governo nella quale gli espone i vantaggi della sua invenzione e chiede di poter ritornare in Italia al fine di poterne dare concreta dimostrazione alla presenza del Duce medesimo. Su disposizione delle superiori Autorità, il Consolato gli rinnova il passaporto e gli consegna “un biglietto di viaggio di andata e ritorno in ii classe Parigi-Roma” e un migliaio di franchi per le prime spese di residenza in Roma. Ma l’esperimento della presunta invenzione non produce i risultati sperati e N. ritorna deluso a Parigi, dove rimane sino all’occupazione nazista, allorché viene arrestato e internato nel campo di concentramento di Vernet d’Ariege. Rimpatriato in Italia sul finire del 1940, è prima a Palermo, quindi a Genova ospite del fratello Romualdo, successivamente di ritorno a Parigi presso la moglie e i due figli e infine, per ragioni di lavoro, in Germania, dove viene segnalato a metà del 1941. Lo si ritrova a Palermo dopo la caduta del fascismo nuovamente impegnato nell’agone politico in qualità di segretario della Federazione palermitana della Confederazione nazionale perseguitati politici antifascisti. Schierato sull’originario versante libertario, svolge funzioni di rilievo nel processo di ricostituzione del movimento libertario in Sicilia: nel settembre del 1944 ospita nella propria abitazione il primo convegno anarchico siciliano, nel 1946 è direttore responsabile del numero unico «L’Anarchismo». Muore a Palermo il 31 gennaio 1972. (S. Fedele)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: G. Cerrito, Anarchismo in Sicilia, «Volontà», 1955, p. 34; M. Franzinelli, I tentacoli dell’OVRA. Agenti, collaboratori e vittime della polizia politica fascista, Torino 1999, ad indicem; L. Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana. L’Anarchismo in Italia dal Biennio rosso alla Guerra di Spagna, Pisa 2001, ad indicem

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Luigi e Teresa Ferretti

Bibliografia

2004

Collezione

Persona

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