​MEUCCI, Cafiero Luigi

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MEUCCI, Cafiero Luigi

Date di esistenza

Luogo di nascita
Portoferraio
Data di nascita
April 10 1905
Luogo di morte
Torino

Biografia / Storia

Nasce a Portoferraio (li) il 10 aprile 1905 da Alessandro e Luigia Tessieri, pellettiere. Avvcinatosi al movimento anarchico fin da giovane, si trasferisce a Livorno nel 1919 ed emigra clandestinamente in Francia nel novembre 1923. Stabilitosi a Lione, si sposta a Nîmes nel 1926 e successivamente ad Arles. Dal 1930 risiede a Strasburgo, dove viene eletto presidente della sezione della LIDU e segnalato nel 1932 come pericoloso “fuoruscito antifascista”. Nella città alsaziana frequenta Giulio Tinti, Secondo Balboni, Gabriele Pezzetti e altri emigrati politici, interviene alle manifestazioni degli esuli e viene sospettato di aver partecipato al pestaggio di un ex combattente simpatizzante fascista. Negli stessi anni diffonde «Il Risveglio anarchico – Le Réveil anarchiste» di Ginevra fra gli italiani, che lavorano nella regione, e raccoglie sottoscrizioni per i compagni, che il fascismo perseguita in Italia. Arrestato il 10 settembre 1935 per ragioni politiche ed espulso in Svizzera, dimora per qualche tempo a Basilea, poi passa nel Belgio e nella primavera del 1936 è di nuovo a Basilea. In agosto valica i Pirenei e si arruola nella Sezione italiana della Colonna “Ascaso” CNT-FAIb, nelle cui file combatte contro i franchisti sul fronte di Aragona. Lasciata la Spagna nell’estate 1937, si stabilisce a Drancy e collabora con il Comitato pro Spagna di Parigi. In agosto riceve la visita di Aldo Demi e Ilio Baroni, emigrati clandestinamente dall’Italia, e il 28 dicembre informa la madre di essere stato espulso dalla Francia: “Non bisogna perdersi di coraggio, cara mamma, la presente società non vive che delle disgrazie altrui. Gli uomini quando arrivano ad avere nelle mani le leve di comando diventano mostri e tutti si rassomigliano…”. Di nuovo in Belgio dal 10 luglio 1938, vive a Bruxelles, presso la sua compagna Maria Fornero, e frequenta gli ex volontari di Spagna Sebastiano Ravissi e Giovanni Salvatore [Salvadori], ma, arrestato “per vagabondaggio”, evita di essere cacciato dal paese, grazie all’interessamento del “Fondo Matteotti” e, all’inizio del 1939, aderisce al gruppo anarchico, composto da Arrigo Catani, Guido Schiaffonati, Pietro Montaresi, Ernesto Bruna, Azelio Bucchioni, Antonio Moscardini e Mario Mantovani e collegato all’intellettuale anarchico belga Hem Day (Camille Marcel Dieu). Presente alla riunione, in cui vengono “lette una lettera di Bruschi Angiolino scritta dal campo di concentramento di Arles ed altre di Serra Tommaso da Lozère”, è arrestato dalla polizia di Bruxelles nel mese di aprile, insieme a Bucchioni, Catani e Mario Angel, e portato alla frontiera, da dove ritorna subito nella capitale belga e l’8 settembre interviene a una riunione, indetta dagli anarchici per pronunciarsi circa la natura della seconda guerra mondiale appena iniziata. Di nuovo arrestato e rinchiuso nel campo di Merxplaz, è ancora internato nella primavera del 1940, quando chiede a Hem Day e a Giuseppe Bifolchi di aiutarlo a evadere, ricevendo però delle risposte negative, perché i due compagni d’ideali non sono in grado di agevolare i suoi propositi. Il 10 maggio viene trasferito a Reisvelden e il 17 è consegnato alla polizia francese. Incarcerato a Pau e internato a Gurs, dove subisce gravi maltrattamenti, viene rilasciato in settembre. Tornato a Bruxelles, frequenta l’ex “miliziano rosso” Giovanni Calderara, detto “Frisé”, e partecipa ad alcune riunioni anarchiche, insieme a Vincenzo Esposito, Emilio Marziani, Azelio Bucchioni, Corrado Perissino e Dante Armanetti, poi, il 25 febbraio 1941, viene arrestato, insieme a Bucchioni, con l’accusa di aver tentato di svaligiare una villa, e condannato a 15 mesi di reclusione. Detenuto nell’“Etablissement pour condamnés débiles physiques” di Merxplaz, è estradato in Italia nel giugno del 1942 e tradotto a Livorno, dove dichiara di essere sempre stato un seguace delle idee tolstoiane e di aver preso parte all’estero alle manifestazioni antifasciste, ma nega di essere stato in Spagna. Assegnato, il 27 ottobre 1942, al confino per la durata di cinque anni e deportato a Tremiti, è arrestato nell’isola per ragioni politiche e condannato a 3 mesi e 15 giorni di arresti il 13 marzo 1943 dalla Pretura di Manfredonia. Rimandato a Tremiti dopo l’espiazione della pena, assiste all’arresto, a fine luglio, di alcuni confinati, che hanno protestato contro il rilascio di altri compagni di pena, che si erano mostrati servili con il fascismo e il 5 agosto scrive al Ministero dell’Interno, reclamando il rilascio degli arrestati e deplorando il persistente fascismo del personale di sorveglianza della Colonia. Liberato soltanto l’8 settembre e munito di foglio di via obbligatorio, lascia l’isola. Stabilitosi a Torino dopo la fine del conflitto, riprende il suo posto nel movimento anarchico, “dando un contributo decisivo alla concordia nel lavoro comune di propaganda insieme a Garinei, a Garino, a Quaglino, Guerrieri e molti altri, di diffusione delle idee, di coordinamento delle attività”, e partecipando attivamente alle riunioni e ai convegni della Federazione anarchica piemontese e della Federazione anarchica italiana. Muore a Torino il 18 aprile 1965 e il funerale si svolge in forma civile, come “ardentemente” egli voleva. (F. Bucci)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Confino politico, ad nomen; Ministero dell’Interno, Diregione Generale di Pubblica Sicurezza, Dipartimento Affari Generali Riservati 1938, b.23: K1A: Movimento anarchico. Torino.
 
Bibliografia: I. Garinei, Cafiero Meucci, «Seme anarchico», mag. 1965; U. Marzocchi. Cafiero Meucci, «Umanità nova», 2 mag. 1965; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, p. 1115; Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; D. Basi, La partecipazione degli antifascisti toscani alla guerra civile di Spagna (1936-1939), Tesi di laurea, Università di Siena, aa. 1993-94, p.71; La Spagna nel nostro cuore. 1936-1939, Tre anni di storia da non dimenticare, Roma 1996, ad nomen.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Alessandro e Luigia Tessieri

Bibliografia

2004

Collezione

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