​MERLINO, Libero

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
​MERLINO, Libero

Date di esistenza

Luogo di nascita
Napoli
Data di nascita
March 23 1882
Luogo di morte
Roma

Biografia / Storia

Nasce a Napoli il 23 marzo 1882 da Francesco Saverio e Bertha Nemayer, avvocato. Stabilitosi a Roma, nel 1901 aderisce alla “Federazione Anarchica del Lazio”. Attivo propagandista, il 19 giugno 1902 è condannato per oltraggio, ma nel 1903 parla a Ravenna e Forlì, poi a Terni per il primo maggio, a Genzano per ricordare Giovanni Bovio e a Napoli sui fatti di Torre Annunziata. A dicembre si laurea in giurisprudenza e il 24 gennaio 1904 pubblica a Terni il numero unico «L’Umbria Libertaria», subito sequestrato. Tra il 1905 e il 1906 alterna l’esercizio della professione - difende soprattutto compagni - al lavoro di propaganda e a quello di giornalista, che a gennaio del 1906 lo conduce alla redazione del «Movimento Sociale», in questi anni collabora anche la rivista diretta da L. Fabbri e P. Gori «Il Pensiero». Nel 1907 è tra i promotori con l’anarchico di Fabriano del congresso nazionale anarchico che si apre a Roma il 16 giugno. All’assise romana, tiene la relazione sui rapporti tra socialismo e anarchismo poi torna al lavoro di propaganda, attaccando i legalitari e indicando nella rivoluzione il solo strumento di emancipazione proletaria. Nonostante una denuncia subita a Milano il 17 marzo 1909 per un comizio di protesta contro i continui arresti di anarchici, il 7 luglio parla alla manifestazione astensionista di Frascati e a novembre si iscrive al gruppo “Francisco Ferrer”. Ad agosto del 1910 è tra i promotori del “Nucleo autonomo per la propaganda e l’azione anarchica”. Incluso tra i sovversivi pericolosi, con la guerra libica accentua i toni rivoluzionari e attacca i deputati socialisti. Trasferitosi a Milano, il 30 agosto 1913 è ad Ancona con Malatesta ad un meeting organizzato per procurare fondi al giornale «Volontà», al quale collabora polemizzando con A. Borghi per le posizioni “ipersindacaliste” assunte da quest’ultimo. Nell’autunno successivo, parlando in Liguria e Lombardia, difende gli anarchici, propugnatori di “benessere morale e materiale delle classi lavoratrici”, dall’accusa di violenza sanguinaria. Nel giugno 1914, dopo alcune conferenze in Svizzera, paga con una denunzia per istigazione a delinquere i discorsi tenuti all’Arena di Milano dopo i fatti di Ancona. Il 24 gennaio 1915 è a Pisa al congresso contro la guerra e di lì a poco, il 12 marzo, dopo un’aspra polemica, affronta Mussolini interventista in un duello dal quale escono entrambi lievemente feriti. Chiamato alle armi, nel maggio del 1917 è riformato e, poco dopo, segnalato tra i “capi” dell’usi che sobillano “le classi operaie per motivi politici” e alimentano le agitazioni che turbano l’Italia Centrale. Arruolato di nuovo a febbraio del 1918 a maggio è ancora riformato e torna alla militanza iscrivendosi al gruppo anarchico romano “Spartaco”. Il 25 agosto, ricordando Luigi Molinari, esalta la rivoluzione russa, augurandosi che avvii un rivolgimento mondiale che unisca i popoli nell’ideale anarchico. In contatto con Borghi, che lo vuole consulente legale dell’USI, crea in Valdarno un’organizzazione che offre tutela medico-legale agli operai colpiti da infortuni e attacca gli individualisti, che affermano di mirare solo al “progresso incessante e multiforme dell’io stirneriano” ma sentono il bisogno di vivere in società e non sanno ricavare scelte positive dal contemporaneo rifiuto della “tirannide della collettività e di quella del singolo”. Sempre in Valdarno è uno dei difensori degli operai nel processo per i fatti di Castelnuovo dei Sabbioni. In quanto agli squadristi, non ha dubbi: in Valdarno sono solo gli eredi del mazzierismo luzzattiano. Nell’autunno del 1921, bastonato a Milano, esce di scena e si allontana da qualsiasi impegno politico. Nel dicembre del 1926 su «Gerarchia» pubblica la sua Abiura! dalle teorie “sovversive” precedentemente professate e si dichiara fascista. Nel 1929 è radiato dal Casellario politico centrale. Anni dopo anonimi delatori lo accusano di comunismo, ma la polizia accerta che si è fatti dei nemici assistendo operai infortunati, ma frequenta un console della Milizia e non svolge attività “sovversive”. Nel 1938, parte per la Baviera e se ne perdono le tracce fino all’immediato dopoguerra, quando lo ritroviamo a Roma. M. è in contatto in questo periodo con P.C. Masini e A. venturini. Muore nella capitale agli inizia del gennaio 1949. (G. Aragno)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
 
Bibliografia:
scritti di M.: Azione parlamentare, econferenza tenuta la sera del 22 ottobre 1904 all’Unione Socialista Romana, Roma 1904; Gli infortuni sul lavoro, Roma 1913; Contro alcune opinioni mal… fatte nella infortunistica, Pisa 1917; Assicurati ed assicuratori dinanzi al Tribunale di Roma, arringa pronunciata al processo degli autolesionisti, Terni 1930; Perché non sia ritolta agli operai la Legge sugli infortuni, Parma 1930.
 
Scritti su M.: I. Biagianti, Sviluppo industriale e lotte sociali nel Valdarno superiore (1860-1922), Firenze 1984, ad indicem; G. Sacchetti, Camicie nere in Valdarno, Pisa 1996, ad indicem; Id., Ligniti per la patria, Roma 2002, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Francesco Saverio e Bertha Nemayer

Bibliografia

2004

Persona

Collezione