DOMANICO, Giovanni

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
DOMANICO, Giovanni

Date di esistenza

Luogo di nascita
Rogliano
Data di nascita
August 17 1855
Luogo di morte
Napoli

Biografia / Storia

Nasce a Rogliano (Cs) il 17 agosto 1855 da Domenico e Caterina Cardamone. Il padre, oltre a essere un proprietario di terre silane e un apprezzato enologo e produttore di vini, può contare, particolare importante, su diverse amicizie con gli uomini del potere. L’attività politica di D., iniziata molto presto, ancora da studente a Napoli, si può datare intorno al 1872, quando, dopo la conoscenza di E. Malatesta, avvenuta in carcere per aver preso parte a una manifestazione anticlericale, fonda a Rogliano la prima sezione calabrese dell’Internazionale. Da questo momento la sua attività non conosce tregua, nonostante un’ammonizione comminatagli, nel 1874, dal pretore di Rogliano. Viaggia per tutta Italia, finanziato dalla famiglia, e ha parte attiva in diverse iniziative giornalistiche, da «L’Anarchia», (Napoli 1877) con E. Covelli, a «Il Socialista», (Cosenza 1878), uscito per due numeri e sequestrato per la sua linea anarchica. Nello stesso anno, crea una seconda sezione a Rocca Imperiale ed è tra i componenti della federazione napoletana dell’Associazione internazionale dei lavoratori. Nell’agosto del 1883, dopo aver preso parte a Ravenna al II Congresso del Partito socialista rivoluzionario romagnolo, si avvicina alle posizioni di A. Costa, e nel 1885, a Cosenza, pubblica la «Rivista Calabrese», un mensile che, per la sua tattica conciliatrice tra tutte le frazioni della democrazia, non viene accolto con favore, nonostante abbia tra i suoi collaboratori i grandi nomi della cultura radicale del tempo. Nella primavera del 1891, al ritorno dall’Argentina, dove ha combinato esigenze commerciali e interesse per lo sviluppo dei movimenti democratici locali, prosegue un’intensa attività editoriale, che culmina nella pubblicazione di alcuni periodici, quasi tutti di breve durata: «L’Umbria» (Perugia 1891); «La Plebe» (Terni 25 nov. 1891), proseguita, poi, quale organo del movimento anarchico a Firenze (13 mar. 1892); a Prato dirige poi «La Tribuna dell’operaio» (2 lug.-28 ago. 1892), settimanale a indirizzo anarchico-socialista, e la rivista teorica, «La Questione sociale» (ott. 1892), sospesa dopo il primo numero. Da giornalista e da militante anarchico svolge un ruolo personale nel dibattito che porta alla fondazione del Partito dei lavoratori italiani. Al congresso di Genova il suo intervento, contrario alle posizioni antiorganizzative dei suoi compagni e pur denotando una visione alquanto utopistica dei problemi allora sul tappeto, cerca di mettere d’accordo, senza riuscirvi, le opposte tendenze. Nonostante questo frenetico e a volte confusionario e contraddittorio attivismo, che alla luce successiva della sua personale vicenda, si ammanta di finalità alquanto equivoche, non ha mai l’approvazione unanime della dirigenza socialista, a eccezione, in parte, di Costa e di Malatesta e i dubbi sul personaggio rimasero sempre. Né contribuisce a fugarli l’impegno successivamente esplicato dal D.: edizione di diversi giornali (per i quali investe grosse somme) a sostegno della causa socialista, in particolare nel napoletano; fondazione di alcune sezioni sia in Calabria e in Campania; finanziamenti alle iniziative di alcuni esponenti dei partiti dell’Estrema; progetto, subito bloccato, di stampare nella sua tipografia di Prato, una versione popolare de Il Capitale di Marx con prefazione di Engels. Quando poi, nel 1895 D. trasforma con i suoi soldi «L’Asino» di Podrecca in quotidiano, la sua impresa viene accolta con molte riserve e il giornale, poco incline a seguire le direttive del partito, è addirittura accusato di essere connivente con il governo. Negli anni di fine secolo D., è, tuttavia, molto attivo come organizzatore. Trasferitosi, infatti, in provincia di Napoli, vi costituisce la federazione socialista, fonda il periodico «Avanti!», che si fonde poi con «Il Socialista», organizza il primo congresso meridionale (apr. 1896). In Calabria pubblica nel 1894 un settimanale, «Humanitas», attiva la federazione calabrese e organizza due congressi regionali, il primo a Palmi (mar. 1896), il secondo a Catanzaro (set. 1897), è candidato nelle elezioni politiche per il collegio di Rogliano (mar. 1897). Nel 1899, in seguito alla polemica tra L. Bissolati e F.S. Merlino, apparsa sull’«Avanti!», relativa alle accuse di revisionismo mosse alla «Rivista Critica del Socialismo», diretta dal secondo, D., che peraltro la finanzia e ha anche scritto la premessa al volume, L’individualismo nell’anarchismo, (Roma 1895), viene allontanato dal partito, come appartenente alla massoneria e sospettato di essere un informatore della polizia. Il giurì d’onore, richiesto dallo stesso, accerta solo che nell’accusa contro il D. sono stati appurati vaghi indizi di comunanza con alcuni uomini politici, tuttavia di una gravità tale da giustificare l’espulsione. Le ricerche sul personaggio, in particolare quelle apparse nel 1973, e le successive hanno documentato che l’accusa formulata era fondata e che egli, pur praticando fondamentalmente il doppio gioco, informava fin dal 1879, o anche prima, i prefetti del Regno, i quali, dal canto loro, per non destare sospetti, non disdegnavano di effettuare perquisizioni nelle sue abitazioni e di farlo sottoporre a continui processi. Al momento della prima scoperta della documentazione riguardante la delazione, ci si è chiesti quali fossero i motivi che spingono D. a fare la spia. Oggi si può anche dare una risposta alla suddetta domanda. In realtà si tratta di una clamorosa resipiscenza, che spinge D. ad affermare di essersi trovato a far parte di un partito e di un giro che non sono i suoi; concetto ribadito in una lettera confidenziale a Giovanni Codronchi, commissario civile in Sicilia, in cui manifestava la persuasione “quanto sarebbe dannosa alla società la dittatura del quarto stato, inevitabile conseguenza del socialismo marxista. Ecco perché collaboro di buon grado all’opera del governo del mio paese e desidero che essa sia illuminata e proficua” (N. Musarra, p. 50). Uscito dal PSI, D. abbandona ogni attività politica per rivolgere i suoi interessi alla compilazione delle memorie e alla ricostruzione della storia dell’Internazionale e rifarsi così una nuova identità, ma pur avendo avuto ragione in un processo intentato contro alcuni suoi detrattori, in particolare il giornale «La Difesa» di Firenze (1911), ciò non gli basta per essere riammesso. Dopo aver aderito al partito repubblicano, si schiera tra gli interventisti allo scoppio della guerra e continua la sua azione nella massoneria, alla quale appartiene fin dal 1874. Muore a Napoli il 21 marzo 1919. (G. Masi)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio dello Stato - Napoli, Gabinetto di Questura, F. personaggi pregiudicati politici, b. 797 (4791); Archivio dello Stato - Firenze, Atti di polizia, fascio XLIV, Tipografie, litografie ed altro (1886-1896); Archivio dello Stato - Bologna, Sentenza Corte d’appello 16 novembre 1896, vol. 67, pp. 1546-49; Archivio dello Stato - Cosenza, Tribunale correzionale di Cosenza. Procedimento penale contro Giovanni Domanico, ott. 1878; Procedimento contro Giovanni Domanico imputato di reato di stampa, mazzo 647; Procedimento per avere con opuscolo intitolato “Federar. Soc.Cal….”, mazzo 993; Biblioteca comunale di Imola, Fondo Costa, lettere di D.; Museo del Risorgimento, Roma, Lettere a F. Albani (1903-1912).

Bibliografia. Scritti di D.: I trovatelli, Milano 1880; Unión Civica y la revolución de Julio, Montevideo 1890; I partiti politici di fronte all’attuale situazione, Bologna 1893; Il concetto dello Stato nella borghesia e nel proletariato, Terni 1895; Il socialismo e la questione agraria, Cosenza 1896; In tempo di elezioni. Consigli ai lavoratori, Cosenza 1897; (Le Vagre), Un trentennio nel movimento socialista italiano, Prato 1910; Il concetto della rivoluzione socialista, Prato 1911; L’Internazionale. Dalla sua fondazione al congresso di Chaux-de-Fonds1864-1870, Firenze 1911. Scritti su D.: A. Lucarelli, Gli albori del socialismo nel Meridione, «Movimento operaio», giu.-set. 1951; G. Mastroianni, Appunti sulla polemica Labriola-De Bella e sul primo socialismo calabrese, «RSS», apr.-giu. 1959; P.C. Masini, Biografie di sovversivi compilate dai prefetti del Regno d’Italia, «Rivista storica del socialismo», mag.-dic. 1961L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicem; A. Guarasci, I Domanico alle origini del cattolicesimo politico e del socialismo in Calabria, «Calabria contemporanea», n. 1, 1972; G. Masi, Per una storia della stampa socialista in Calabria. I primi giornali Il Socialista di Cosenza e L’Operaio di Reggio Calabria, «Historica», n. 3, 1972; G. Masi, Il caso Domanico: due documenti inediti di polizia, «Movimento operaio e socialista», ott.-dic. 1973; A. Guarasci, Politica e società in Calabria dal Risorgimento alla Repubblica. Il collegio di Rogliano, Chiaravalle Centrale 1974, ad indicem; G. Masi, Socialismo e socialistì di Calabria (1861-1914), Salerno-Catanzaro 1981, ad indicem; G. Sole, Le origini del socialismo a Cosenza (1860-1880). Carte dell’Archivio di Stato, Cosenza 1981, pp. 57 sgg.; P.F. Buccellato, M.Iaccio, Gli anarchici nell’Italia meridionale La stampa (1869-1893), Roma 1982, ad indicem; G. Sole, Rivoluzionario e spia. Storia e mentalità di un borghese emarginato dell’800, Milano 1988; G. Berti, Francesco Saverio Merlino. Dall’anarchismo socialista al socialismo liberale (1856-1930), Milano 1993, ad indicem; N. Musarra, Le confidenze di “Francesco” G. Domanico al conte Codronchi, «Rivista storica dell’anarchismo», gen.-giu. 1996; M. Binaghi, Addio Lugano bella. Gli esuli politici nella Svizzera italiana di fine Ottocento, Locarno, 2002, ad indicem

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Domenico e Caterina Cardamone

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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