DEL BRAVO, Giuseppe

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
DEL BRAVO, Giuseppe

Date di esistenza

Luogo di nascita
Fermo
Data di nascita
February 22 1878
Luogo di morte
Roma

Biografia / Storia

Nasce a Fermo (Ap) il 22 febbraio 1878 da Giovanni e Annunziata Iacopini, muratore. Sebbene assai giovane “è uno dei più fidati, astuti e pericolosi anarchici di Roma” secondo le segnalazioni della Prefettura della capitale. Il 1° maggio 1891 prende parte ai “fatti di Piazza S. Croce in Gerusalemme”, quando dietro la bandiera della Federazione anarchica rivoluzionaria convengono circa duemila persone. Il comizio romano degenera in gravi disordini tra partecipanti e forze dell’ordine. In realtà gli incidenti si susseguono, ma non sfociano in una rivolta e mostrano un carattere di relativa spontaneità legandosi ad altre manifestazioni che si svolgono un po’ in tutto il Nord e Centro Italia. Arrestato durante i tumulti viene rilasciato il 16 giugno per insufficienza di prove. Arrestato nuovamente nel febbraio 1893, viene rimesso in libertà il 10 giugno. Il 26 agosto è di nuovo trattenuto insieme ad altri anarchici romani perché intenti a creare disordini. Frequenta assiduamente Giovanni Forbicini, e insieme a lui viene arrestato perché sospettato di complicità nell’esplosione di alcune bombe. Nel novembre del 1895 è assegnato al domicilio coatto per tre anni a Porto Ercole e successivamente trasferito a Ponza. Il 6 giugno 1896 viene prosciolto condizionalmente e torna a Roma dove è sottoposto a vigilanza speciale. Colleziona altre brevi condanne, ma continua, inframmezzando periodi di carcere, la sua opera di propaganda. Rinviato al domicilio coatto a Lipari e successivamente prosciolto il 17 novembre, non fa quasi in tempo a rientrare a Roma che viene rimandato a Favignana per altri tre anni. In seguito all’attentato del 22 aprile 1897 di Pietro Acciarito contro Umberto i, D. viene denunciato come compartecipante ed è emesso, il 6 luglio, contro di lui mandato di cattura. Prosciolto dall’accusa il 4 novembre viene rinviato al domicilio coatto. Prosciolto condizionalmente il 29 dello stesso mese, si dà alla fuga. Viene condannato in latitanza per aver svolto una serie di riunioni tra il gennaio e il maggio 1898 “per sollevare le masse contro i poteri costituiti cogliendo a pretesto il rincaro del pane”. I tumultuosi avvenimenti romani si concludono con una serie di arresti e relative condanne. Per D. scatta però l’insufficienza di prove, e subito esprime solidarietà agli arrestati attraverso la firma dell’appello uscito come supplemento straordinario al numero del 31 marzo 1898 de «L’Agitazione» di Ancona. Si occupa della solidarietà e del sostegno dei confinati, e insieme a Stagnetti e Ceccarelli organizza una festa al teatro Marcello a favore dei “dodici coatti politici di Roma”, così come risulta anche da un resoconto dell’«Avanti!». Nel 1899 viene incorporato nel regio esercito nel 44° fanteria di stanza a Genova. Ma il 1° giugno è assegnato ad una compagnia di disciplina a Capri quale “anarchico terribile e pericolosissimo”. Il 9 settembre viene inviato in congedo illimitato e fa rientro a Roma. Il 10 novembre partecipa alla riunione che dà vita alla Federazione socialista anarchica laziale. Colpito da mandato di cattura è arrestato il 19 settembre 1900 e successivamente rimesso in libertà per insufficienze di prove, ma viene fatto incarcerare dal Tribunale militare per non avere ottemperato ai propri obblighi nei tempi prescritti. Il 22 aprile del 1902 è inviato in congedo. Nella capitale la protesta economica e politica sfocia nello sciopero generale cittadino dell’aprile del 1903, proclamato dalla cdl a sostegno dell’agitazione dei tipografi. La sconfitta della “più grande manifestazione morale del proletariato romano mai avuta” lascia un seguito di fermi e rilasci. D. si allontana per un po’ da Roma nel timore di essere nuovamente arrestato per misure preventive di polizia durante la venuta dello zar e vi rientra soltanto il 22 ottobre. Il 18 maggio 1904 è condannato a tre mesi di detenzione e una multa dovendo rispondere del sequestro del settimanale «L’Agitazione» di cui è gerente. Una nuova condanna a sei mesi e una multa gli viene inflitta nello stesso anno per apologia di reato a mezzo stampa. Responsabile della diffusione della stampa anarchica, infatti, D. è il gerente di vari supplementi straordinari e numeri unici che escono insieme a «L’Agitazione» o sono curati dalla stessa redazione del periodico romano come: «Proagitazione» (1904), «La Comune di Parigi» (1905), «Primo maggio» (1905), «Il Socialista anarchico» (1905); è gerente inoltre de «Il Grido della libertà» (1906-1907) e del quindicinale «Il Movimento sociale» (1906) che annovera tra i suoi redattori L. Merlino e L. Fabbri e l’anarchico romano T. Monticelli. Nel luglio 1906 viene fermato mentre fa propaganda e diffusione per gli abbonamenti del mensile «Il Grido della libertà» a Civitavecchia, trovato in possesso di materiale infiammabile, è condannato dal Tribunale locale a otto giorni di detenzione e una multa. L’11 novembre 1907 viene arrestato per aver partecipato alla commemorazione della morte dei “martiri di Chicago”, ma è amnistiato. Attentamente vigilato si trasferisce a Civitavecchia. Ma all’inizio del 1909 prende nuovamente alloggio a Roma e poi a Nettuno dove trova occupazione presso una ditta di costruzione. Inizia per lui un periodo di peregrinazioni tra Nettuno, Roma e Terni. Nel 1910 lavora come manovale all’esposizione. Nel 1911 poiché è nuovamente disoccupato, si reca a Orbetello, La Spezia e Milano alla ricerca del lavoro. In occasione dell’inaugurazione a Fiano Romano di una statua dedicata a Giordano Bruno, l’8 ottobre tiene un piccolo comizio, così come risulta su «L’Alleanza libertaria» del 20 ottobre. Continua la sua attività, nel Fascio Comunista Anarchico, costituitosi a Roma il 28 febbraio del 1913. Fervido animatore del movimento, il 29 giugno di quell’anno prende parte nei locali della Casa del Popolo al Convegno “pro vittime politiche ed in difesa delle pubbliche libertà”. Nel 1915 viene richiamato sotto le armi ed è assegnato come carabiniere aggiunto a Civitavecchia, ma viene presto trasferito di battaglione a Salerno, e congedato nel luglio. Colpito da malattia, muore a Roma nell’Ospedale S. Spirito l’8 marzo 1916. (I. Del Biondo)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicem; Ente per la storia del socialismo e del movimento operaio italiano (Opera G.E. Modigliani), Bibliografia del socialismo e del movimento operaio italiano, vol. 1-2, Periodici, Roma-Torino 1956, vol. 1, p. 337, 391, 570, 662. 

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giovanni e Annunziata Iacopini,

Bibliografia

2003

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