LATINI, Lato

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
LATINI, Lato

Date di esistenza

Luogo di nascita
Anghiari
Data di nascita
December 5 1883
Luogo di morte
Firenze

Biografia / Storia

Nasce ad Anghiari (AR) il 5 dicembre 1883 da Giovanni e Adelaide Taverni, tipografo. A fine Ottocento si vive in questa zona un clima politico fortemente influenzato dal sovversivismo repubblicano, da una radicata tradizione locale garibaldina e mazziniana. L. frequenta le scuole elementari, autodidatta, dimostra fin da ragazzo interesse per la letteratura sociale a cui abbina i primi rudimenti dell’affascinante mestiere di tipografo. Cresce in una famiglia numerosa, si avvicina all’anarchismo presumibilmente sull’eco degli avvenimenti che sconvolgono l’Italia negli anni a cavallo del 1900, epoca probabile del suo trasferimento a Firenze. Anche un fratello, Latino (talvolta confuso dalla polizia con Lato), e una sorella, Aida, risultano schedati al Casellario Politico Centrale come anarchici. Nel capoluogo toscano trova lavoro come compositore presso la rinomata Stamperia Salani e diventa assiduo frequentatore del vivace ambiente libertario cittadino. Nel novembre 1903 subisce il primo arresto, cui seguono 37 giorni di carcere, per aver oltraggiato un pubblico ufficiale in un caffè. L’inizio del suo impegno militante coincide con l’incontro con l’anarchico individualista Giovanni Gavilli, compagno della sorella di L., Aida. Quanto a lui, è legato sentimentalmente dal 1904 con Adele Gavilli, figlia di Giovanni. In quello stesso anno subisce la sua prima condanna, una multa, per reati commessi a mezzo stampa essendogli stati sequestrati 300 manifestini contro le elezioni comunali. Lasciata Adele, si allontana da Firenze insieme a Ernesta Tozzini, una compagna di lavoro, da cui avrà sei figli, e inizia un lungo periodo di peregrinazioni fra Pistoia, Genova, Torino, Novi Ligure e Tortona, prestando la sua opera in varie tipografie. Il sodalizio intellettuale con Gavilli prosegue con la stampa de «Gli Scamiciati» (1913-1914), periodico della corrente individualista che polemizza aspramente contro la linea organizzativistica e comunista anarchica sostenuta da Malatesta. Il contrasto arriva a tal punto che vi sono scambi di querele, poi ritirate, fra Gusmano Mariani de «L’Avvenire anarchico» e lo stesso L. per «Gli Scamiciati». Mobilitato e richiamato alle armi con la sua classe durante la guerra, presta servizio come artigliere sul fronte carsico, dove rimane fino al congedo. Rientrato a Firenze nel 1925, dall’anno successivo risulta titolare di una tipografia in San Pier Maggiore, e,  anche dopo l’ondata repressiva del 1927 che decima ulteriormente le file dell’anarchismo fiorentino già ridotte in seguito all’espatrio di molti militanti, L. svolge attività di proselitismo e di propaganda con grandi rischi personali. Con lui ci sono, fra gli altri, Amilcare Barsanti, Angelo Cantini, Oscar Malgeri, Ezio Puzzoli e il vecchio Fosco Posani. In questo periodo Firenze diventa il punto di raccordo di una vasta rete libertaria che fa capo a Livorno ed alla Francia. Nei primi anni Trenta L. si trova ancora sotto assidua sorveglianza perché ritenuto pericoloso sovversivo antifascista, anche per i suoi trascorsi contatti con il defunto Malatesta, in una cui agenda la questura di Roma ha rinvenuto il suo recapito. Negli anni seguenti L. continua comunque a svolgere il suo mestiere, intestando la licenza di tipografo prima all’anziana madre e poi al figlio Armando con cui lavora, in un nuovo ambiente e nuovi macchinari in San Lorenzo; sempre perseguitato dai fascisti, è costretto alla fine a chiudere bottega. Dopo l’inizio della Seconda Guerra mondiale i suoi rapporti con gli ananrchici italiani ancora attivi, e in particolare con Pasquale Binazzi si infittiscono specialmente dopo il convegno clandestino di Genova del 1942, al quale fanno seguito una serie di convegni interregionali che si tengono tutti a Firenze. Il 16 maggio 1943, nell’abitazione del fornaio Augusto Boccone, si svolge la prima di queste riunioni che porta alla ricostituzione formale della Federazione Comunista Anarchica Italiana e alla stesura di un manifesto programmatico, che propone la lotta rivoluzionaria, il rifiuto della guerra in quanto prodotto capitalistico e un’opposizione antifascista intransigente. Con il 1943-44 L. intensifica l’attività cospirativa e partecipa alla resistenza, dando la sua collaborazione di tipografo alla stampa clandestina antifascista. In contatto con il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale (CTLN), mantiene - insieme ad un altro anarchico individualista di Anghiari, Beppone Livi - una fitta rete di relazioni in ambito regionale, in particolare con il Partito d’azione, e nel novembre 1944 viene arrestato e condannato a cinque anni di carcere per aver stampato senza autorizzazione ottomila copie di «Umanità nova», dopo averla redatta insieme a Ezio Puzzoli, Augusto Boccone e Vittorio Monni, sostenendo che le responsabilità degli orrori della guerra dovranno gravare, dal 25 luglio in poi, anche “sulla monarchia e sul governo monarchico”. La pena, a seguito di ricorso, gli viene ridotta a un anno, anche se il CTLN tratta il caso di L. con molta prudenza e si limita ad invocare la completa libertà di stampa, mentre gli anarchici reclamano la sua liberazione, in nome dell’antifascismo e delle libertà riconquistate, contro quella Firenze “fascistissima” definita “concimaia politica”e rivolgono un vibrato “j’accuse” al Comando Alleato e a quei partiti che si sono dimostrati “graziose comari della corona”. Nessun esito ha una vibrata lettera di protesta firmata da Boccone, Gino Bonechi, Piero Guarnieri, Ezio Puzzoli e Luigi Zannoni, e diretta a Ferruccio Parri capo del governo. L. esce da Le Murate, come previsto, nel dicembre 1945 e riprende il suo mestiere che integra con l’attività di editore, lavorando presso la tipografia gestita dal figlio Berto in corso dei Tintori. Tra il 1946 e il 1947 dà alle stampe cinque numeri unici di cui è gerente: «La palestra dei ribelli», «Gli Scamiciati», «I Reprobi», «L’Idea libera» e «Vertice», e dal 1949, confermando i suoi orientamenti anarchico individualisti, inizia la collana “I grandi iconoclasti” in collaborazione con Tito Eschini, Renzo Izzi e, successivamente, con altri esponenti del gruppo denominato “Albatros” e dell’editrice livornese “Senza Limiti”. Fra gli autori pubblicati: Giuseppe Ciancabilla, Giovanni Gavilli (di cui edita anche una biografia curata da Ugo Fedeli), Renzo Novatore, Bruno Filippi, Emile Armand, Han Ryner... Una costante che accompagna queste iniziative editoriali è lo spirito polemico contro i “monopolizzatori dell’anarchismo ufficiale”. Nel 1950 è in contatto con gli ambienti del pacifismo e degli obiettori di coscienza (Piero Ferrua, Mario Barbani...) e negli anni successivi prosegue la serie dei numeri unici («Senza Limiti», «Volere», «Antitesi», «Chiarezza», «Fermezza»...), tutti stampati presso la tipografia Latini di Firenze. Rispetto agli omologhi epigoni dell’individualismo d’epoca pre-fascista rimangono ancora i punti principali di riferimento sebbene il linguaggio appaia ora di molto ingentilito. “L’Anarchismo – questo il credo dei nuovi individualisti – non è un teatrino di marionette incoscienti ove possa rappresentarsi anche la commedia più sciocca, ma è invece una immensa palestra di idee e di aspirazioni umane sincere tese verso sempre migliori rapporti di convivenza, affinché l’individuo assuma una maggior sicurezza e responsabilità di se stesso”. E ancora: “Esiste un persistente malinteso tra il comunismo libertario (detto anarchico) e l’an-archismo propriamente detto, malinteso che spiega tutte le polemiche tra i rappresentanti dell’una o dell’altra dottrina. Il comunismo libertario (denominato anarchico) è una frazione estremista del socialismo rivoluzionario da cui si distingue soltanto per la sua denuncia (apparente) dello statismo”. Nell’ottobre 1956 tiene a Firenze una conferenza dibattito con Placido La Torre sulle tematiche dell’organizzazione e dell’individualismo. Convinto “cremazionista”, socio di lunga data della Società di Cremazione fiorentina, dal 1960 è membro del consiglio direttivo. Benché ormai anziano, collabora con A. Borghi, fornendo materiali fotografici e testimonianze, per un ricordo del vecchio internazionalista fiorentino Cesare Batacchi (poi pubblicato su «Umanità nova» del 9 giugno 1963) e continua a interessarsi della vita del movimento locale prendendo contatto con Ugo Fortini e altri giovani. Muore il 20 aprile 1966 a Firenze. Quattro giorni dopo la sua morte gli aderenti ai Gruppi anarchici del capoluogo toscano, riuniti in assemblea generale nella sala riunioni del pri, lanciando una sottoscrizione per una nuova sede in città, ne commemorano “la bella figura di militante e di compagno”. (G. Sacchetti)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio di Stato Firenze, Questura, casellario politico permanente; Istituto storico della Resistenza Toscana, Firenze, CTLN, b.31 e b.32; Archivio di Stato Milano, Gabinetto, Partiti politici 1944-1966, Federazione Anarchica Italiana; Lato Latini, «Umanità nova», 30 apr. 1966, p. 4; I. Garinei, Lato Latini, «Seme Anarchico», Pisa, mag. 1966; F. Benfante, Lato Latini, il tipografo fiorentino, «Bollettino dell’archivio G. Pinelli», Milano, n. 20, dic. 2002.
 
Bibliografia: «L’Avvenire anarchico», Pisa, 22 ott. 1914, p.4; «Umanità nova», s.l. [Firenze], nn. dal 343 del 10 set. 1943 al 357 del 20 mag. 1945; «La Nazione del Popolo», Firenze 11 dic. 1944, La condanna dell’editore di Umanità Nova; «Umanità nova», Roma 19 dic. 1944, Protestiamo contro un’iniqua sentenza; «La Protesta», s.l. [Firenze], numero unico, s.d. [29 lug. 1945], Concimaia politica; A.B. [A. Borghi], Un primo vagito di Umanità Nova a Firenze dopo il fascismo, «Umanità nova», 21 set. 1965; L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. I, tomo 1, Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicem; L. Di Lembo, Il movimento anarchico a Firenze (1922-30), «Città & Regione», Firenze, n. 6, dic. 1980; G. Sacchetti, Sovversivi in Toscana (1900-1919), Todi 1983; G. Sacchetti, Resistenza e guerra sociale, «Rivista Storica dell’Anarchismo», Pisa, n.1, 1995; Id., Umanità Nova: 80 anni di giornalismo anarchico, «Umanità nova», 27 feb. 2000; Congressi e convegni della Federazione Anarchica Italiana. Atti e documenti (1945-1995), a cura di U. Fedeli e G. Sacchetti, Pescara 2001; L. Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana. L’Anarchismo in Italia dal Biennio rosso alla Guerra di Spagna, Pisa 2001, ad indicem; G. Sacchetti, Sovversivi agli atti. Gli anarchici nelle carte del Ministero dell’Interno. Schedatura e controllo poliziesco nell’Italia del Novecento, Ragusa, 2002, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Giovanni e Adelaide Taverni

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

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