CASUBOLO, Antonino

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CASUBOLO, Antonino

Date di esistenza

Luogo di nascita
Favignana
Data di nascita
August 11 1878
Luogo di morte
Casteldaccia

Biografia / Storia

Nasce a Favignana (Tp) l’11 agosto 1878 da Leonardo e Maria Carriglio, marinaio. Sotto l’influsso dell’anarchico trapanese Alberto Giannitrapani, aderisce giovanissimo all’idea libertaria. A vent’anni o poco più emigra in cerca di lavoro negli Stati Uniti, stabilendosi inizialmente a Paterson per trasferirsi successivamente a New Orleans e quindi a Saint Louis. Nel 1903 C. manifesta la sua appartenenza “alla setta anarchica” con una serie di corrispondenze, concernenti lo sciopero dei facchini del porto di New Orleans, che appaiono ne «La Questione sociale» di Paterson. Altre corrispondenze invia l’anno successivo da Saint Louis sia a «La Questione sociale» che a «Cronaca Sovversiva» edita a Barre nel Vermont. Nel maggio del 1905, mentre si accinge a rientrare in Italia, una lettera anonima di un “suddito fedele” proveniente da Trapani informa che C. “è stato designato dagli anarchici per uccidere Sua Maestà il Re Nostro”. In conseguenza di ciò C. viene arrestato al momento dell’approdo del piroscafo nel porto di Palermo (giu. 1905), condotto nel carcere di Trapani e deferito all’Autorità giudiziaria per tentativo di regicidio. Ma nessuna prova emerge a suo carico e, a seguito della dichiarazione di non luogo a procedere per insufficienza di indizi, C. nel mese di agosto viene rimesso in libertà. I mesi seguenti vedono C. svolgere un’intensa attività di propaganda anarchica nel trapanese, testimoniata, tra l’altro, da un arresto, seguito da assoluzione, “per oltraggio alle guardie di città” e da una successiva condanna a nove mesi di reclusione per “eccitamento all’odio di classe”. Dimesso dal carcere di Palermo, C. parte per Tunisi, dove lo attende il fratello Giacomo, socialista (di fede anarchica risultano invece il fratello maggiore Giuseppe, sovversivo schedato la cui attività si arresta però nel 1915, e un altro fratello di nome Michele). Si reca quindi nel 1908 nuovamente degli usa, dove esercita per alcuni mesi il mestiere di marinaio. L’anno successivo è di ritorno a Trapani, dove alloggia in casa del Giannitrapani, la cui figlia Serpentina Paola (Trapani 1890-Casteldaccia [pa] 1967) sposerà di lì a poco. Dopo un ulteriore viaggio negli usa e un soggiorno di alcuni mesi a Chicago, inizia nel 1911 la fase “tunisina” di C. Marinaio esperto e individuo certamente non privo di spirito imprenditoriale, C. si cimenta in attività commerciali di vario genere, compreso il commercio dei vini, tra la Sicilia e la Tunisia e tra l’Isola e la Libia. Sempre attentamente vigilato dalla polizia che lo segue in ogni spostamento, C. appare ora estraneo alla politica militante, sembra mantenere “buona condotta”, tanto da indurre al sospetto che “abbia modificato le proprie idee politiche”. Questa fase di “letargo” dura oltre un decennio. Bisogna attendere infatti la seconda metà degli anni Venti per ritrovare C. nuovamente impegnato sul versante della lotta politica nella ribadita fedeltà alle proprie convinzioni libertarie e nel particolare contesto della battaglia politica condotta dagli antifascisti, e dagli anarchici in particolare, nell’ambito della colonia italiana di Tunisi. Ormai il marinaio C. è diventato armatore: prima proprietario di una nave da trasporto, quindi azionista di maggioranza della Société de Navigation Tunisienne a Vapeur, le cui tre navi fanno rotta nel Mediterraneo con particolare frequenza sul tragitto Tunisi-Marsiglia e viceversa, tanto da indurre le Autorità ad avanzare il sospetto di un traffico di immigrazione clandestina dalla Colonia francese al territorio metropolitano. All’inizio degli anni ’30 l’impegno politico di C., che non ha accettato di prendere parte all’avventurosa quanto sfortunata spedizione in Sicilia tentata dallo Schicchi, tende ad andare oltre la cerchia degli anarchici presenti a Tunisi per allargarsi a un più ampio rapporto di collaborazione con le principali realtà del fuoruscitismo antifascista operanti nella capitale tunisina, come dimostrano il ruolo di tutto rilievo esercitato da C. nell’ambito della locale sezione della Lega italiana dei diritti dell’uomo, l’adesione alla Lega democratica franco-italiana promossa dalla Lega medesima e la collaborazione al settimanale «Il Domani» con articoli di denuncia dell’opera di spionaggio e di provocazione sistematicamente esercitata dagli agenti del Consolato italiano in Tunisi. Al riparo dalle minacce repressive della Polizia fascista in forza dell’avvenuta naturalizzazione francese acquisita nel 1932, C. intensifica la sua azione politica anche in ambito più specificamente libertario stringendo intensi rapporti di collaborazione con Luigi Damiani esule a Tunisi e finanziando, al momento dell’impresa etiopica e con l’intento di dotare l’antifascismo tunisino di un organo di denuncia della politica imperialista e sopraffattrice operata dal fascismo, una nuova serie di «Il Domani» diretta per l’appunto dal Damiani. Per questa sua “sistematica attività sovversiva” di “irrudicibile avversario del regime” impegnato in una “implacabile propaganda contro l’Italia, il Regime e il conflitto italo-etiopico”, C. si scontra ripetutamente a Tunisi con elementi filofascisti rimanendo anche ferito, per come documenta una sua lettera del dicembre 1936 a C. Berneri in Spagna. E a sostegno della Spagna repubblicana C. esercita un’intensa attività propagandistica, sia pure in un contesto in cui (per come documentato da una lunga lettera da lui inviata nell’estate del 1937 a un gruppo di militanti del Partito socialista massimalista di Parigi) all’interno dell’antifascismo tunisino, come altrove, emerge, soprattutto dopo i tragici avvenimenti di Barcellona, la divaricazione crescente tra i fautori della politica di Fronte popolare egemonizzata dai comunisti e gli anarchici e i socialisti massimalisti assertori degli sviluppi sociali della rivoluzione spagnola e difensori dei libertari e dei militanti del poum atrocemente calunniati dagli stalinisti e dai loro alleati. L’impegno politico di C. continua al momento del suo ritorno in Sicilia dopo la caduta del fascismo. Egli risulta attivo nel processo ricostitutivo del movimento anarchico siciliano come pure nell’azione di propaganda sia scritta che orale; attività nello svolgimento delle quali C. può avvalersi dell’assistenza e dell’aiuto costanti della moglie Paola. Muore a Casteldaccia (Pa) il 9 febbraio 1963. 
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; C. Berneri, Epistolario inedito, vol. II, a cura di P. Feri e L. Di Lembo, Pistoia 1984, ad indicem.

Bibliografia: G. Galzerano, Vincenzo Perrone, Casalvelino Scalo 1999, pp. 224-25; B. Tlili, L’antifascisme en Tunisie, Tunis 1980, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Leonardo e Maria Carriglio

Bibliografia

2003

Collezione

Persona

città