CASTELLARI, Antonio

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CASTELLARI, Antonio

Date di esistenza

Luogo di nascita
Imola
Data di nascita
February 12 1856
Luogo di morte
Imola

Biografia / Storia

Nasce a Imola (BO) il 12 febbraio 1856 da Angelo e Teresa Giacometti, calzolaio in gioventù, poi muratore e infine amministratore; detto “Giuda”. Fin da giovanissimo aderisce alla sezione imolese dell’Internazionale. A soli 18 anni partecipa al moto insurrezionale dell’8 agosto 1874, facendo parte della colonna imolese guidata da Antonio Cornacchia: catturato nei pressi di Idice (bo), subisce due anni di carcere preventivo fino all’assoluzione nel processo di Bologna del 1876. Appena tornato in libertà si impegna a fondo nella militanza: firma, con Antonio Cornacchia e Vito Solieri, la circolare del 25 giugno 1876 della sezione imolese dell’Internazionale rivolta agli operai italiani per riorganizzare il movimento nazionale. È tra i delegati del II congresso della Federazione Italiana dell’Internazionale che si tiene clandestinamente tra il 21 e il 22 ottobre 1876 in una locanda e tra i boschi di Vallombrosa (Fi). Nel 1877 la sezione imolese, quale Commissione di Corrispondenza della Federazione Romagnola, incarica C. e Solieri come referenti: i contatti sono particolarmente frequenti con la Svizzera e, per via dei moti del Matese e l’incarcerazione dei partecipanti, con la Campania. Arriva l’ammonizione del Pretore di Imola il 14 marzo 1878, ma C. non diminuisce la sua attività tanto che, secondo le carte di polizia, “tentò di sostituirsi al noto Andrea Costa, allora assente, nella direzione del partito […] però non vi riuscì”. In realtà C. è un elemento tra i più rappresentativi della giovane generazione internazionalista imolese insieme a Adamo Mancini, Angelo Negri, Francesco Baldi e Giuseppe Benati i quali, negli anni successivi, daranno vita a una variopinta scena politica locale. Per sottrarsi alla continua sorveglianza si reca per alcuni mesi, verso la fine del 1878, a Roma dove dimora il padre, ma viene fatto rientrare a Imola con foglio di via obbligatorio, denunciato il 23 gennaio 1879 e condannato il 10 marzo a tre mesi di carcere e a sei di sorveglianza speciale per aver contravvenuto all’ammonizione. Fra la denuncia e la condanna C. si rifugia a Ginevra, ma si costituisce spontaneamente il 27 marzo. Il 25 aprile viene condannato al domicilio coatto per due anni e tradotto a Lipari il 30 giugno. Può ripartire per Imola il 1° luglio 1881, giungendovi il 23 successivo. Aderisce subito al Circolo “I figli del lavoro”, organizzazione che unisce le varie correnti del movimento operaio cittadino, ma viene nuovamente ammonito il 29 maggio 1882. Nel gennaio 1883, in seguito al giuramento di Costa in Parlamento ricostituisce, insieme a Adamo Mancini e Giuseppe Benati, la sezione imolese dell’Internazionale anarchica. Il 18 marzo 1888 C. tiene un comizio in commemorazione della Comune di Parigi in una piazza del centro di Imola, venendo interrotto alla fine del discorso dall’Ispettore di Pubblica sicurezza. Il 1° ottobre 1888 è prosciolto dall’ammonizione. Il 17 novembre 1888 fonda, con gli anarchici e gli operaisti, un “Comitato elettorale operaio”, presentandosi personalmente alle elezioni comunali a suffragio allargato del 1889 con lo scopo di propagandare, tramite candidatura di protesta, l’inutilità della partecipazione a qualsiasi istituzione e l’ingiustizia dell’istituto dell’ammonizione. Il 27 ottobre viene eletto con 1.139 preferenze; il 9 novembre, durante la prima seduta del consiglio comunale, chiede subito la parola e si dimette. Nel 1890 C. è nella redazione della lunga serie di giornali degli anarchici imolesi ripetutamente censurati e sequestrati: in particolare, è nel gruppo redazionale de «La Plebaglia» del 18 maggio 1890 con Mancini, Ugo Lambertini e altri; è gerente del numero unico «La Poveraglia» (27 lug. 1890) e compare più volte nella redazione de «La Rivendicazione». Ma accanto all’attività redazionale (che continua fino all’inizio del 1893), C. si impegna soprattutto per far decollare il progetto del partito anarchico. Il 13 ottobre 1890 è tra i fondatori, in rappresentanza degli anarchici imolesi, della Federazione Romagnola della Lega d’Azione Socialista Rivoluzionaria Internazionale che si tiene a Faenza presso l’albergo dell’Aquila d’Oro. Il 4-5-6 gennaio 1891 partecipa al Congresso di Capolago (Svizzera) insieme agli imolesi Luigi Raffuzzi e Adamo Mancini. Poche settimane dopo è tra i fondatori della Federazione Romagnola del PSAR che ha luogo presso una locanda di Ronco (Fo) ed entra nella Commissione regionale di corrispondenza in rappresentanza degli imolesi. Il 28 febbraio del 1892 si reca in Grecia per organizzare i lavori ottenuti in appalto dalle cooperative bracciantili forlivesi e ravennati insieme a un centinaio di operai, che si ribellano appena conosciuta l’esiguità del salario: C. li appoggia prima nelle rivendicazioni, poi nello sciopero e infine nella decisione del rimpatrio, che avviene dopo poche settimane. Fino al 1893 si reca frequentemente in varie località romagnole per organizzare le fila della nuova formazione politica anarchica. Il 10 marzo 1895 è tra i fondatori, in qualità di presidente, della Cooperativa Operai Braccianti del Comune d’Imola. Nel 1897 è nella commissione esecutiva del Comitato Popolare contro il disegno di legge sul domicilio coatto insieme a Costa, Luigi Sassi, Lazzaro Raffuzzi ed altri. Tra il 1898 e il 1901 si iscrive al PSI, maturando la svolta contemporaneamente a F.S. Merlino e, a livello locale, ad un gruppo significativo di anarchici. Il 29 agosto 1900 firma la protesta pubblicata da «L’Agitazione», in solidarietà con gli anarchici anconetani processati per associazione sediziosa. Dopo la sconfitta elettorale patita nel 1898 (l’unica del periodo 1889-1922) la coalizione di sinistra, questa volta con l’apporto decisivo degli “anarchici elezionisti”, torna a vincere nelle elezioni comunali del 28 luglio 1901: C. è eletto consigliere con 1505 preferenze. Dal 1902 in poi ricopre varie cariche per la CdL in rappresentanza della categoria dei muratori. Al congresso nazionale dei muratori di Alessandria del 26 gennaio 1902 rappresenta l’Unione Cooperativa Muraria di Imola. Il 2 luglio 1909 è condannato a due giorni di reclusione per violenza e minacce a un ufficiale giudiziario che stava eseguendo uno sfratto. Viene eletto una terza volta in consiglio comunale nel 1910. Nel 1911 partecipa attivamente a tutte le iniziative contro la guerra in Libia. Resta iscritto al PSI (e sorvegliato dalla polizia) fino alla morte, che avviene a Imola il 1° gennaio 1925.

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Sezione Archivio di Stato - Imola, Gabinetto di Sottoprefettura.

Bibliografia: «Il Martello», Jesi, 10 nov. 1876; A. Negri, Il Comune d’Imola. Dalla costituzione del Regno alla fine del secolo XIX (1859-1900), Imola 1907; Venticinque anni di statistica della popolazione (1901-1925), a cura di A. Tozzola, Imola 1926; A. Marabini, Prime lotte socialiste, Roma, 1949; La vita sociale e politica imolese dalla Cronaca Cerchiari 1865-1883, Bologna 1992; La vita sociale e politica imolese dalla Cronaca Cerchiari 1884-1901, Bologna 2000.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Angelo e Teresa Giacometti

Bibliografia

2003

Iconografica

Persona

Collezione

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