LAMBERTINI, Ugo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
LAMBERTINI, Ugo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Imola
Data di nascita
January 1 1871
Luogo di morte
Imola

Biografia / Storia

Nasce a Imola (BO) il 1° gennaio 1871, da Francesco e Teresa Marcini, tipografo. Intraprende giovanissimo l’attività di apprendista compositore nella “Lega Tipografica Imolese”, fondata tra gli altri dal socialista Antonio Cornacchia. Nel 1886 conosce personalmente Andrea Costa, di cui resterà intimo amico per tutta la vita. Nel 1888 lavora alla “Tipografia d’Ignazio Galeati e figlio”, nota per la qualità delle sue pubblicazioni curate da Paolo Galeati. Nello stesso anno viene denunciato per aver difeso una donna durante un diverbio con un ricevitore del dazio. Trasferitosi a Roma, lavora alla “Tipografia della pace”; si iscrive alla Federazione Italiana del Libro e ne diviene socio corrispondente per la sezione di Roma. Tornato a Imola dopo alcuni mesi, fonda la Sezione imolese della fil e ne è referente per diversi anni. Nel settembre 1889 diventa segretario del Circolo “I figli del lavoro”, organizzazione che riunisce le varie correnti del movimento operaio cittadino; nel febbraio 1890 se ne distacca e con altri ricostituisce la Sezione Anarchica Imolese. Nel periodo dal 1890 al 1894 è nel gruppo redazionale, insieme a Adamo Mancini, Antonio Castellari e altri, della lunga serie di giornali degli anarchici imolesi ripetutamente censurati e sequestrati («La Plebaglia», «La Rivendicazione», «La Propaganda», «La Libera Parola» ecc.). Compare più volte anche come gerente responsabile e scrive numerosi articoli, spaziando dai principi etici del pensiero anarchico alle critiche nei confronti dell’amministrazione comunale di sinistra. È anche il promotore e l’animatore della “Tipografia Sociale”, impresa autogestita dai libertari imolesi: l’attività della tipografia si consuma tra il 1891 ed 1894, quando fallisce a causa delle persecuzioni poliziesche e dei dissesti finanziari per i quali, il 22 maggio 1895, L. sarà condannato a cinque mesi e 25 giorni di detenzione per bancarotta semplice. L’8 aprile 1891 è condannato a un mese di reclusione e una multa per oltraggio ad agenti della forza pubblica. Il 28 luglio 1891 viene di nuovo condannato a 37 giorni di reclusione con identica motivazione. Il 14 e il 15 agosto 1892 è delegato al congresso di Genova, dove finisce per partecipare all’assemblea separata di anarchici ed operaisti. Si reca spesso in varie località romagnole nel tentativo di consolidare la federazione romagnola del psar. Il 10 luglio 1894 si rende latitante per sfuggire alla cattura da parte della polizia, in seguito all’attentato a Crispi compiuto da Paolo Lega. Gli anarchici imolesi vengono considerati dei fiancheggiatori dell’attentatore lughese, che aveva pernottato a Imola qualche tempo prima: in breve la montatura sfuma, ma il 16 settembre 1894 L. è incluso insieme ad altri undici compagni nella lista fra i più pericolosi anarchici cittadini da perseguire. Il 31 ottobre 1894 è condannato a due mesi di detenzione e lire 130 di multa per associazione sovversiva e reati di stampa. Il 3 dicembre 1894 viene proposto dalla commissione provinciale a tre anni di domicilio coatto, da scontare a Porto Ercole (GR), ma si rende nuovamente latitante emigrando in Svizzera. Il 28 febbraio 1895 gli viene inflitta un’altra condanna a cinque mesi di detenzione e a 105 lire di multa per reati di stampa. Vengono emessi nei suoi confronti due mandati di cattura. Ma L. è ancora in terra elvetica: nel settembre 1896 tiene due conferenze sull’anarchismo a Bellinzona, del cui gruppo è referente. Tenta di recarsi in Grecia con Amilcare Cipriani per combattere contro la dominazione turca, ma il 23 maggio 1897 viene arrestato a Castel Bolognese, mentre con altri cerca di raggiungere Brindisi, e tradotto nelle carceri bolognesi. Il 29 dicembre 1897 è posto in libertà condizionale e ricomincia a lavorare per la tipografia di Paolo Galeati. Nonostante la sua delicata situazione, è attivissimo nella Federazione Socialista Anarchica Romagnola; ma il 2 maggio 1898 è arrestato e incarcerato a San Giovanni in Monte (Bologna) perché membro della cdc della far. L’11 agosto 1898 viene condannato a 10 mesi, 15 giorni di detenzione e un’ammenda per “associazione diretta a provocare l’odio tra le classi sociali”. Il 7 novembre 1898 in appello la pena gli viene ridotta a sette mesi e un’ammenda, ma il 12 novembre viene tradotto a Lipari per la precedente condanna al domicilio coatto risalente al ’94. Insieme al socialista Ettore Croce si mantiene in corrispondenza da Lipari con Andrea Costa; i due ricevono la visita del deputato che presenta alla Camera, il 20 febbraio 1899, un’interrogazione parlamentare sul domicilio coatto, “istituto di tirannia e turpitudini”, citando la situazione di Lipari ed in particolare quella del concittadino. Il 2 novembre 1899, sul numero unico «I Morti» di Ancona, appare una lettera firmata da L. insieme ad altri 17 confinati a Lipari, nella quale si riafferma l’adesione ai principi anarchici. Edita personalmente i due volumi di Croce A domicilio coatto e Nel domicilio coatto presso l’unica tipografia presente nell’isola. Il 23 febbraio 1900 L. viene rilasciato con foglio di via obbligatorio per Imola. Diventa subito protagonista della vita cittadina. Il 17 giugno 1900 è eletto nella commissione esecutiva della nascente cdl imolese (verrà rieletto ininterrottamente nel massimo organismo sindacale fino al 1909). Ma per L. è forse la cooperazione lo strumento principale per l’edificazione di una società di liberi e uguali: il 30 ottobre 1900 è tra i promotori della Cooperativa Tipografica Imolese (la futura Coop. Galeati) nata tramite la fusione delle quattro tipografie cittadine preesistenti; ricopre la carica di segretario del consiglio d’amministrazione (organo in cui resterà per 35 anni). Nella cooperativa viene abolito il lavoro a cottimo e adottate le otto ore lavorative invece delle dieci usuali. È anche in primo piano nel movimento libertario cittadino: nell’agosto del 1901 partecipa come delegato del gruppo imolese al Congresso Anarchico Romagnolo a Rimini. Presiede le riunioni degli anarchici imolesi e si mantiene in contatto con diversi leader del movimento in Italia e in esilio all’estero, tra i quali E. Malatesta, L. Fabbri e P. Gori. La posizione politica di L. è sempre a favore di una concezione organizzatrice del movimento, vicina a quelle di Malatesta e Fabbri. Il 18 marzo 1903 lo troviamo anche fra i promotori del Magazzino Generale Cooperativo di Consumo (sarà nominato più volte nel consiglio d i amministrazione). Nel marzo 1906 diventa direttore tecnico della “Coop. Galeati” (carica che manterrà fino al 1940), succedendo a Paolo Galeati e ad Antonio Cornacchia. L’8 settembre 1907 promuove un referendum per rafforzare l’autonomia della cdl dai partiti politici, a seguito della modifica dello statuto proposta dai socialisti per impegnare l’organizzazione sindacale nelle lotte elettorali del psi. La mozione Lambertini riscuote 619 voti, quella socialista 1.173; nella cerchia urbana però ottiene la maggioranza. Tra il 1909 ed il 1911, su sua iniziativa, la “Coop. Galeati” stampa alcuni numeri della rivista anarchica «Il Pensiero». Tra il novembre 1913 e il marzo 1914 è attivo nella costituzione del Fascio Libertario Imolese. Nel 1919, secondo la polizia, è membro del comitato di corrispondenza dell’UAER (Unione anarchica emiliano romagnola). Il 2 marzo 1919 viene eletto presidente del congresso camerale; stessa carica ricoprirà, per unanime acclamazione, anche al congresso del 7-14 marzo 1920. Mantiene una posizione unitaria, sostenendo la dannosità delle scissioni anche se a favore dell’usi. Il 1° maggio 1920 la “Galeati” comincia a stampare il settimanale anarchico regionale «Sorgiamo!»; L. assiste la redazione imolese nella stesura di titoli e articoli. È attivo anche nel cercare di contrastare il fascismo e nella solidarietà alle vittime politiche, ma nel luglio 1921 la tipografia è costretta a cessare la stampa del settimanale anarchico a causa delle minacce fasciste di incendiarla. Ancora nel gennaio del 1922, secondo la polizia, “partecipa ad ogni manifestazione del partito”. Verrà sempre vigilato, anche se già nel febbraio del 1924 pare non esplichi più attività politica. In effetti L. tende a rinchiudersi nella gestione della cooperativa, ma nel dicembre 1926 la prefettura bolognese ne chiede lo scioglimento del consiglio d’amministrazione per “azione sovversiva”. Con la fascistizzazione della tipografia L., pur continuando a ricoprire formalmente le cariche di direzione tecnica e gestionale, viene emarginato nel ruolo di piazzista. Incontra tuttavia più volte il ministro G. Gentile e, in delegazione, B. Mussolini nel 1933: il fine è quello di ottenere le ordinazioni statali promesse per i 78 volumi dell’edizione nazionale degli scritti completi di G. Mazzini e i sei del protocollo della “Giovine Italia”, monumentale operazione a causa della quale la “Coop. Galeati” rischia il tracollo finanziario. Alla fine degli ani ’30 L. comincia a condurre una vita molto appartata a causa dell’obesità, di cui soffre da qualche anno, e dell’età avanzata. Il 5 febbraio 1938 viene radiato dal novero dei sovversivi. Cessato il rapporto lavorativo nel 1940, la sua situazione finanziaria è critica: nonostante gli importanti incarichi ricoperti L. ha sempre mantenuto una condotta disinteressata, né ha mai rinnegato le sue convinzioni anarchiche. Dona alla biblioteca comunale di Imola la vastissima collezione dei suoi manuali e dei suoi libri sull’attività tipografica, nonché il vasto archivio della “Coop. Galeati” da lui personalmente tenuto. Mancano invece i documenti e le preziose corrispondenze di carattere politico, bruciate da lui stesso in un momento di sconforto. Nel 1946 Armando Borghi lo incontra durante il giro compiuto in Romagna al ritorno dall’esilio statunitense. Il 21 novembre 1951 aderisce alla manifestazione per il centenario della nascita di Andrea Costa. Muore a Imola l’11 agosto 1952. (T. Marabini – R. Zani) 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Sezione Archivio di Stato Imola, Gabinetto Sotto Prefettura; Biblioteca Comunale Imola, Carte Lambertini.
 
Bibliografia: A. Borghi, Conferma anarchica, due anni in Italia, Forlì 1949; A. Grilli, Paolo Galeati e un sessantennio di vita cooperativa (1900- 1960), Imola 1960; P. Bassi, Figure dell’anarchismo-Ugo Lambertini; «Umanità nova», 8 gen. 1961; P. Bassi, Figure imolesi – ricordo di Ugo Lambertini, «UN», 11 feb. 1967; Un tipografo di provincia – Paolo Galeati e l’arte della stampa tra otto e novecento, a cura di M. Baruzzi, R. Campioni, V. Martinoli, Imola 1991; L. Forlani, Imola tra le due Guerre, Imola 1998; E. Croce, Domicilio Coatto, Casalvelino Scalo, 2000; Q. Casadio, Uomini insieme, Vol. 2, Imola 2001.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Francesco e Teresa Marcini

Bibliografia

2004

Persona

Collezione

città