GASPERI, Giuseppe
Tipologia Persona
Intestazione di autorità
- Intestazione
- GASPERI, Giuseppe
Date di esistenza
- Luogo di nascita
- Massa Marittima
- Data di nascita
- January 21 1883
- Luogo di morte
- Massa Marittima
Biografia / Storia
- Nasce a Massa Marittima (GR) il 21 gennaio 1883 da Leopoldo e Petronilla Borghigiani, minatore. Dopo aver frequentato le prime tre classi elementari, comincia a spezzare, a 13 anni, i solfuri grezzi all’imboccatura dei pozzi del Carpignone, prima di essere adibito allo scavo in galleria. Al principio del Novecento fa parte del gruppo anarchico massetano e interviene alle manifestazioni sovversive, insieme a Enrico Bian-ciardi, Ivemero Giani, Alceste Nozzoli e Italo Targi. Negli anni successivi sottoscrive delle piccole somme in favore de «La Vita operaia» di Ancona e di altri fogli anarchici e il 23 settembre 1907 partecipa alle manifestazioni contro il caroviveri e l’aumento delle pigioni, insieme a Giani, Egidio Dei, Nicomede Bertini e Natale Boschi. La notte fra il 5 e il 6 ottobre viene sorpreso a incollare sui muri di Massa il manifestino antimilitarista: “S’io fossi mamma” e, qualche giorno dopo, è arrestato, in esecuzione del mandato di cattura emesso a suo carico per i fatti del 23 settembre. Processato dal Tribunale penale di Grosseto, è condannato, il 2 febbraio 1908, a tre mesi di carcere, che sconta interamente. Il 26 aprile assiste al convegno anarchico di Follonica. Nel 1909 sostiene «L’Alleanza libertaria» di Roma, nel 1911 diffonde «L’Avvenire anarchico» di Pisa e nel 1912 interviene al Convegno anarchico maremmano di Piombino. Nel 1913 invia le sue sottoscrizioni a «La Barricata» di Parma e a «Le Canaglie rosse» di Bologna e diffonde il foglio antimilitarista «Rompete le file!» di Milano. A fine anno sottoscrive a favore del numero unico «Pro Masetti» di Bologna e, il 24 gennaio 1915, firma, con Bixio Sorbi, la circolare-invito per il convegno di Follonica dei rivoluzionari maremmani, in cui viene approvato un odg, che minaccia lo sciopero insurrezionale, se l’Italia entrerà in guerra. Richiamato alle armi, resta al fronte sino al termine del conflitto, poi, il 27 giugno 1920, incontra, con altri anarchici, le delegazioni dei repubblicani, dei mazziniani e dei socialisti massetani, nel tentativo di giungere all’unione “di tutte le forze sinceramente rivoluzionarie”, superando le lacerazioni provocate dalla guerra. Nel 1921 invia all’Ambasciata romana degli Stati Uniti, a nome del Gruppo anarchico massetano, un telegramma di protesta contro la condanna a morte di Sacco e Vanzetti, nel 1922 è abbonato a «Il Libero accordo» di Roma e nell’agosto 1923 riceve alcune copie del giornale anarchico «Il Messaggero della riscossa» di Amburgo, che vengono sequestrate all’ufficio postale di Grosseto. Il 9 giugno 1924 subisce un’“infruttuosa” perquisizione domiciliare e, nel 1925, diffonde il giornale anarchico «Fede!» di Roma. In seguito fa il minatore per circa sette anni a Ponzone di Trivero (VC), dove è attentamente sorvegliato e sottoposto a ripetute perquisizioni. Il 22 marzo 1932 torna a Massa Marittima e riprende il suo lavoro nella miniera di pirite della Niccioleta. Negli anni successivi è il principale promotore delle riunioni semiclandestine, che un gruppetto di anarchici e comunisti tengono nella trattoria Pollazzi di Borgo, per discutere delle prospettive politiche generali e della guerra civile spagnola. Alle riunioni – disturbate talvolta dalle irruzioni e dalle violenze dei fascisti – intervengono gli anarchici Libero Corrivi e Silvio Quintavalle e i comunisti Enrico Filippi e Elvezio Cerboni. Attentamente vigilato, G. non dà segni di cedimento fino alla caduta del regime di Mussolini, poi, durante la Resistenza, collabora con i partigiani massetani e, a liberazione avvenuta, riprende il suo posto nel movimento anarchico, impegnandosi, insieme a Quintavalle, a diffondere «Umanità nova», «Il Libertario» e «L’Adunata dei refrattari» fino agli ultimi anni della sua vita. Muore a Massa Marittima il 24 luglio 1961. (F. Bucci)
Fonti
- Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio privato F. Bucci, Testimonianza di Guido Mario Giovannetti, Follonica 13 mar. 2002.
Codice identificativo dell'istituzione responsabile
- 181
Note
- Paternità e maternità: Leopoldo e Petronilla Borghigiani
Bibliografia
- 2003