CAPECCHI, Natale

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CAPECCHI, Natale

Date di esistenza

Luogo di nascita
Roma
Data di nascita
12/12/1894
Data di morte
12/11/1942

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Roma il 12 dicembre 1894 da Giovanni e Rossi Grazia, falegname. C. viene indicato nelle prime segnalazioni della Prefettura di Roma quale “lavoratore fiacco”, “di poca cultura” avendo frequentato solo le classi elementari, ma “tra i più pericolosi sovversivi e attivo propagandista”. Nel 1910 è arrestato insieme al fratello Giuseppe in quanto sospettato di aver dato fuoco alle porte di alcune chiese in Trastevere. Il 3 febbraio del 1911, nel pieno delle campagne antimilitariste, particolarmente vive a Roma, viene fermato dalla polizia mentre, in compagnia di un altro noto anarchico romano Ugo Piermattei, è intento a scrivere “viva Masetti, viva l’anarchia”. In quegli anni, le campagne antimilitariste sono seguite da numerosi arresti e denunce, che, però, non servono a piegare il movimento. Capecchi, infatti, continua la sua opera di propaganda ed è tra i sottoscrittori di una lettera aperta pubblicata sul giornale «La Ragione», del giugno 1912 contro l’impresa tripolina. Continua verso di lui la persecuzione delle forze dell’ordine e il 2 luglio dello stesso anno viene arrestato perché giudicato in atteggiamento sospetto durante una processione in Trastevere.

È tra i promotori del gruppo “Gioventù senza patria”, durante una perquisizione gli viene requisita una sottoscrizione a favore di Piermattei. Impegnato nell’intensa agitazione antimilitarista, viene nominato in rappresentanza del gruppo “Argante Salucci”. Subisce, nel dicembre 1913, una condanna a due mesi per affissione clandestina. Condotto in arresto il 9 febbraio sconta la sua pena a Regina Coeli da cui viene dimesso nell’aprile del 1914. In occasione dei disordini seguiti allo sciopero generale dell’8 giugno 1914, che dà avvio all’ondata di protesta di carattere insurrezionale della Settimana rossa, viene arrestato il 10 e viene rilasciato solo l’11 giugno. Il 17 giugno 1914 si riunisce insieme ad altri anarchici e sindacalisti nella casa del popolo, nei locali del Fascio Comunista anarchico di Roma, nella assemblea in cui si discute sull’atteggiamento da tenere in caso di nuovo sciopero generale.

Il 18 marzo 1926 Capecchi è arrestato insieme ad altri esponenti del movimento durante una commemorazione della Comune di Parigi e assegnato al confino a Lampedusa per cinque anni con ordinanza del 2 dicembre 1926. Trasferito ad Ustica si fa notare nell’ottobre del 1927 per l’attività che svolge al confino dove viene eletto membro del comitato direttivo locale per gli anarchici. Il 6 aprile 1928 il confino viene commutato in un biennio di ammonizione che termina di scontare il 2 dicembre del 1928. Tornato in libertà, è fermato per motivi di Pubblica sicurezza nel novembre e dicembre del 1929 in occasione delle visite del re al Pontefice.

I continui fermi e la stretta sorveglianza rendono la vita nella capitale sempre più asfittica e difficile, e Capecchi è coinvolto nelle polemiche seguite alla morte di Malatesta con il gruppo romano di Paolinelli e Monticelli che si dovevano occupare delle esequie del leder del movimento anarchico. Nel tentativo di mantenere unito il movimento romano si susseguono una serie di importanti riunioni, in cui oltre alla discussione sulla situazione politica, vengono poste in essere alcune iniziative di sostegno alle vittime della repressione. Queste riunioni si svolgono in una osteria del Rione Borgo dove, il 15 giugno 1930, Capecchi viene arrestato con Giuseppe Luzzi, Alfredo Simmi, Alcide Paradisi, Didio Cesarini, Giovanni Gallinella ed altri tre esponenti repubblicani e comunisti. Ammonito per propaganda anarchica e Soccorso rosso, viene confinato a Lipari.

Rimesso in libertà, nel luglio 1935 partecipa ai funerali di Paradisi. Nuovamente confinato per cinque anni a Lipari, la pena gli viene ridotta a tre anni in appello e commutata successivamente in ammonizione nell’ottobre del 1941. Il 12 novembre 1942 in occasione del ventennale viene prosciolto. Durante la guerra si perdono le tracce delle sue attività. S’ignorano data e luogo di morte. (I. Del Biondo)
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: A. Dal Pont, I lager di Mussolini, Milano 1975, p. 58; A. Dal Pont, S. Carolini, L’Italia al confino, Milano 1983, ad nomenAntifascisti nel Casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; G. Galzerano, Vincenzo Perrone, Casalvelino Scalo 1999, p. 223;  L. Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana. L’Anarchismo in Italia dal Biennio rosso alla Guerra di Spagna, Pisa 1999, ad indicem

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