CANONICI, Enrico

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CANONICI, Enrico

Date di esistenza

Luogo di nascita
Monte San Vito
Data di nascita
February 20 1866
Luogo di morte
Jesi

Biografia / Storia

Nasce a Monte San Vito (An) il 20 febbraio 1866 da Geniale e Angela Vicari, calzolaio. Detto “Cacciolo”, vive a Jesi. Internazionalista, quindi socialista, diventa socio del circolo anarchico “Libertà luce eguaglianza” alla fine degli anni ’80, conquistando una certa autorevolezza nel movimento locale. Nel 1885 ferisce per motivi politici un repubblicano; tre anni più tardi ripete il gesto con un altro malcapitato, stavolta per ragioni di lavoro. Sotto il falso nome di “Enrico Colucci” riceve il giornale libertario bonaerense «L’Avvenire». Viene proposto nel 1889 e nel 1896 per l’ammonizione, ma ambedue le volte la denuncia non ha seguito. Si segnala fra i protagonisti dei disordini che scoppiano a Jesi nel 1891: quale rappresentante dei calzolai, è eletto nella commissione operaia incaricata di organizzare un comizio a sostegno della lotta dei disoccupati di Roma e di stampare un n.u. («L’Appello»). L’incontro pubblico si svolge il 22 marzo e C. vi prende la parola, indicando nella ormai vicina festa dei lavoratori il momento propizio per una sommossa; il 1° maggio ribadisce dal palco il suo invito alla sollevazione popolare. Sette giorni dopo una bomba esplode sotto l’abitazione di un delegato della polizia: C., insieme ad altri 18 anarchici, viene processato (e assolto) per associazione a delinquere. Si segnala di nuovo nei tafferugli che si registrano durante la commemorazione della morte di Garibaldi il 4 giugno 1892. Nella estate del 1900 si tiene un nuovo processo contro il gruppo libertario jesino, che si conclude stavolta con una serie di condanne: quella di C. è a un anno e mezzo di prigione, poi cancellati in appello. Puntuale sottoscrittore de «L’Agitazione», viene pian piano emarginato dal movimento a causa di comportamenti che stridono con la morale anarchica: non rispetta infatti la pregiudiziale astensionista e appare “facilmente corruttibile” (uff. Pubblica sicurezza di Jesi, 31 lug. 1898). Nel maggio 1902 si sente addirittura costretto a stampare un numero unico per difendersi dalle accuse di avere intascato i proventi di una colletta. La sua vita subisce una brusca svolta il 16 luglio 1905, quando C. uccide la cognata per rancori familiari: esce dal carcere di Civitavecchia non prima del novembre 1934 e fa ritorno a Jesi, dove muore il 9 giugno 1949.
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio dello Stato - Ancona, Questura, Anarchici, b. 5, ad nomen.

Bibliografia: scritti di C.: «Il Martello», Jesi, n.u., 29 mag. 1902. Scritti su C.: A. Cascia, P.R. Fanesi, Storie di Jesi sovversiva, Ancona 1995, pp. 15-16.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Geniale e Angela Vicari

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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