CAIANI, Pilade

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
CAIANI, Pilade

Date di esistenza

Luogo di nascita
Livorno
Data di nascita
January 28 1865

Biografia / Storia

Nasce a Livorno il 28 gennaio 1865 da Gaetano e Elidia Angeloni, scritturale, giornalaio. Conclusi gli studi tecnici, lavora all’ufficio postale di Livorno sino all’aprile 1889, quando viene trasferito a Verona e, poi, a Lecco. Arrestato il 1° luglio 1891 per peculato, subisce una condanna a due anni, otto mesi e tre giorni di carcere dal Tribunale di Verona il 18 settembre 1891. Rilasciato l’8 gennaio 1894, emigra in Francia, ma il 27 giugno viene arrestato per minacce a un funzionario del Consolato di Marsiglia, condannato a un mese di reclusione ed espulso perché sospettato di anarchismo. Rimpatriato, viene ammonito l’11 luglio 1894 e condannato il 24 gennaio 1896 a quattro mesi di reclusione per truffa continuata. Il 12 febbraio 1897 viene assegnato al domicilio coatto per cinque anni e deportato a Ustica. Un suo articolo, che appare il 1° maggio 1897 su «L’Avvenire sociale» di Messina, gli costa una denuncia per istigazione all’odio fra le classi sociali che gli procura una condanna a tre mesi di carcere da parte del Tribunale di Messina, viene trasferito a Ponza e quindi a Lampedusa. Rientrato a Livorno il 3 dicembre 1900, viene condannato per violazione dell’ammonizione. Dopo un altro periodo passato in Francia, subisce nuovi arresti e condanne per lo stesso reato e nel marzo 1902 è assegnato al domicilio coatto per cinque anni. Relegato a Tremiti, torna a Livorno il 7 marzo 1904 e il 4 agosto 1907 viene denunciato per aver tenuto abusivamente un comizio anticlericale. Nel 1908 collabora al giornale anarchico «Il Propagandista» di Livorno, del cui ultimo numero è gerente responsabile, e nel 1911 è segnalato come elemento pericoloso. Nel 1913 scrive sul periodico «Il Razionalista» di Livorno e dal 9 all’11 giugno 1914 partecipa alle proteste della Settimana rossa, poi, il 7 agosto, si dichiara favorevole alla guerra, perché convinto che essa aprirà la strada alla rivoluzione. Il 24 settembre 1916 parla all’arena Alfieri di Livorno, a favore dei disoccupati, ma il delegato di Pubblica sicurezza lo fa tacere, appena si scaglia contro l’esercito e il parlamento. Il 27 marzo 1918 è condannato a un anno di carcere per propaganda disfattista, ma la pena, in appello,  viene derubricata a oltraggio e ridotta a 10 mesi. Il 6 ottobre 1921 è condannato a otto mesi di detenzione per istigazione all’odio di classe e il 30 giugno 1923 viene arrestato perché deve espiare 50 giorni di reclusione. Il 1° marzo 1934 è radiato dallo schedario dei sovversivi perché si è completamente ravveduto. S’ignorano data e luogo di morte.
 

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: L. Bettini, Bibliografia dell’anarchismo, vol. 1 t. 1. Periodici e numeri unici anarchici in lingua italiana pubblicati in Italia (1872-1971), Firenze 1972, ad indicem.

Codice identificativo dell'istituzione responsabile

181

Note

Paternità e maternità: Gaetano ed Elidia Angeloni

Bibliografia

2003

Persona

Collezione

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