BUCCIARELLI, Alpinolo

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BUCCIARELLI, Alpinolo

Date di esistenza

Luogo di nascita
Montevarchi
Data di nascita
21/05/1901

Attività e/o professione

Qualifica
Verniciatore decoratore

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Montevarchi (AR) il 21 maggio 1901 da Adolfo ed Emma Baglioni. Già in giovane età è membro del consiglio direttivo in una cooperativa socialista nella frazione Levane. Esercita il mestiere di verniciatore decoratore. Aderente al pcdi alla fondazione, nel 1922 si trasferisce a Trieste e qui si avvicina agli ambienti anarchici (“schedato dalla questura di Arezzo come comunista a Trieste dimostrava manifeste simpatie per le tendenze anarchiche”). Condannato a 90 giorni per detenzione di armi e spari in luogo pubblico, uscito dal carcere si occupa nella ferriera di Servola da cui verrà ben presto licenziato per indisciplina. Il suo nominativo è anche segnalato come sottoscrittore del periodico «Pensiero e Volontà». Nel 1926 si sposa con l’anarchica Lucia Minon, crocerossina originaria del Friuli che sarà fermata per detenzione di una circolare della fgci e dei testi poetici Inno dei socialisti anarchici e Addio Lugano bella. Perseguitato dai fascisti (utilizza in clandestinità il soprannome “Toscanino” e il nome di copertura “Mario Toscani”), passa clandestinamente in Jugoslavia con la moglie. La coppia si trasferisce a Vienna, poi in Francia e quindi in Lussemburgo da dove B., nel 1928, viene espulso per possesso di passaporto falso. Nel 1933 è inserito nel «Bollettino delle Ricerche», in “Rubrica di frontiera”, come “anarchico da arrestare”. I due, dopo un breve passaggio in Belgio, si stabiliscono di nuovo in Francia. Nasce anche un figlio cui impongono il nome di Libero. Svolgono un’intensa attività fra gli esiliati anarchici, sia per questioni di propaganda sia per elaborare strategie di difesa contro i decreti di espulsione dalla Francia. Risiedono ad Alfort-Ville (Seine). Alle varie riunioni cui partecipano, nei primi mesi del 1935 e sovente presso la sede della cgt di Parigi, lo spionaggio fascista (con tutta probabilità il collaboratore dell’ovra B. Cremonini) annota, insieme alle loro presenze, anche quelle dei militanti più conosciuti, tra i quali U. Tommasini, V. Gozzoli, U. Marzocchi e C. Berneri. B. intanto si ammala di tubercolosi polmonare e, nel 1936, è ricoverato in sanatorio e successivamente dimesso. Viene segnalato il passaggio in Spagna insieme a Minon, da Perpignano, “dopo il 25 ottobre 1936” (probabilmente nel successivo dicembre), insieme ad altri “correligionari” tra cui i valdarnesi Aurelio e Terzilio Aiacci, Pasquale Migliorini, Adolfo Pintucci, Alessandro Maffei e Gualtiero Livi. I due si arruolano nella Sezione Italiana della Colonna “Ascaso” CNT-FAIb dove trovano anche alcuni compagni frequentati a Trieste come Tommasini e Gunscher. Rientrato a Parigi nel maggio 1938, dopo esser stato ricoverato all’ospedale di Barcellona per un attacco di emottisi, B. dà sue notizie alla mamma residente a Montevarchi in una lettera intercettata dalla polizia. Anche la Minon scrive alla madre che risiede a Roma: “Da un mese io e Alpinolo siamo tornati dalla Spagna. Abbiamo lasciato laggiù molti bravi compagni caduti per la nostra grande Idea”. L’anno seguente tenta di imbarcarsi per l’America ma senza successo. Il 4 giugno 1940 B. e Minon sono arrestati a Bardonecchia all’atto dell’ingresso in Italia e assegnati al confino prima alle Tremiti e quindi, dal settembre 1941, a Ventotene. Qui si “accompagnano agli anarchici della colonia”. Nel 1942 la prefettura di Littoria rileva che B. “mantiene inalterate convinzioni politiche”. Liberati dal confino formalmente nel giugno 1943, sono però trattenuti come internati e quindi inviati a Renicci d’Anghiari (AR), terribile campo di concentramento riservato dal regime badogliano agli slavi e agli anarchici. Dopo l’8 settembre fuggono insieme agli altri prigionieri, probabilmente stabilendosi a Roma presso i parenti. Non si hanno notizie successive di B., né si conoscono data e luogo di morte. (G. Sacchetti)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, Pubblica sicurezza, 1935, b.32, Parigi / movimento anarchico K1A; ivi, G1, b. 271, Internazionale di difesa anarchica 1930-1939.

Bibliografia: U. Tommasini, L’anarchico triestino, a cura di C. Venza, Milano 1984, ad indicem; A. López, La Colonna Italiana, Roma 1985; M. Puppini, In Spagna per la libertà. Antifascisti friulani, giuliani e istriani nella guerra civile spagnola 1936/1939, Udine 1986; G. Sacchetti, 25 luglio-8 settembre 1943: Renicci d’Anghiari / un campo di concentramento badogliano per gli antifascisti anarchici, «Atti e Memorie dell’Accademia Petrarca di Lettere Arti e Scienze di Arezzo», 1996; G. Sacchetti, Presenze anarchiche nell’Aretino dal xix al xx secolo, Pescara 1999.

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