BIBBI, Marietta

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BIBBI, Marietta

Date di esistenza

Luogo di nascita
Carrara
Data di nascita
02/04/1895
Luogo di morte
Carrara
Data di morte
11/04/1993

Attività e/o professione

Qualifica
Possidente

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Carrara (MS) il 2 aprile 1895, da Carlo e Gioconda Paglini, possidente. Viene chiamata comunemente Maria e la sua vita e la sua attività sono strettamente legate alle vicende del più noto fratello Gino che affettuosamente la chiama “Zingrina”. Arrestata e denunciata al Tribunale speciale per “favoreggiamento” nei confronti di Gino Lucetti, che l’11 settembre del 1926 ha attentato alla vita di Mussolini, è prosciolta, il 27 giugno 1927, da ogni addebito “per non aver partecipato al delitto” ma successivamente condannata a sei mesi di carcere per aver “prestato assistenza ed aiuto nel luglio 1926” al mancato tirannicida. Ricorre in appello e nell’ottobre del 1927 raggiunge volontariamente il fratello Gino confinato a Ustica e lì rimane fino al marzo del 1928. Il 30 maggio dello stesso anno viene definitivamente prosciolta dalla Corte di appello di Genova per “inesistenza di reato” in merito al “favoreggiamento” nei confronti di Lucetti. Dal momento del primo arresto è sottoposta ad una stretta vigilanza e, dopo la fuga del fratello dal confino nel luglio del 1930, viene ammonita perché “ritenuta avversa al Regime e pericolosa per l’ordine Nazionale” (Il Prefetto di Massa e Carrara al Ministero dell’Interno, 30 gennaio 1931). In realtà Marietta non ha mai svolto una particolare attività politica e sicuramente tutti i suoi problemi originano da quel legame di parentela che lega lei, insieme al fratello, a Gino Lucetti. Le autorità di polizia la descrivono come “dotata di pronta intelligenza e di discreta cultura avendo conseguito il diploma di maestra elementare” anche se però non ha mai insegnato. “La Bibbi è donna scaltra, intelligente ed abile e non si farebbe sfuggire alcuna occasione per eventuali azioni ostili al Regime, del quale è una irriducibile nemica”(Prefettura di Massa Carrara, scheda biografica, 14 lug. 1931). Con un’ordinanza della Commissione provinciale il 24 luglio 1931 viene “assegnata al confino di polizia per cinque anni” perché le autorità sospettano che abbia intenzione di emigrare clandestinamente per raggiungere il fratello in Francia. Il provvedimento ha tutto il sapore di un’ennesima vendetta delle autorità per la fuga di Gino nei confronti della famiglia. Marietta giunge a Ponza il 25 agosto 1931. Nei primi mesi di confino mantiene una fitta corrispondenza con il fratello, che vive in quel torno di tempo tra la Tunisia, l’Algeria e la Spagna. Nel settembre del 1931 invia un esposto con una richiesta di proscioglimento dalla condanna a Leandro Arpinati e al capo della polizia. Nell’esposto “respinge gli addebiti e invoca un provvedimento di giustizia affermando di non essere mai stata una sovversiva”. Lo stesso esposto lo invia successivamente al segretario generale del PNF Achille Starace e a Mussolini. Finalmente nel novembre del 1932 in occasione del decennale della “rivoluzione fascista” la sua richiesta viene accolta ed ella prosciolta. Raggiunge prima Carrara e poi Torino dove si mantiene in contatto epistolario oltre con il fratello Gino anche con gli altri familiari rimasti a Carrara. Dal capoluogo piemontese emigra con regolare passaporto nel luglio del 1934 per raggiungere il fratello a Parigi. Qui frequenta sia la famiglia Rosselli, e in particolare Marion Cave moglie di Carlo, che quella Berneri stringendo una sincera e forte amicizia con la moglie di Camillo, Giovanna Caleffi. Durante l’emigrazione vive accanto al fratello e quando quest’ultimo si trasferisce in Spagna a Gandía, vicino a Valencia, lo raggiunge. Iscritta nella “Rubrica di frontiera” e poi nel «Bollettino delle ricerche» (8 mar. 1936) per il provvedimento di “perquisire segnalare” e poi “fermare” è costantemente sorvegliata da spie ed agenti che la ritengono un elemento importante delle attività antifasciste clandestine del fratello. Spesso è segnalata come assidua frequentatrice delle riunioni di GL e, in Spagna durante la Guerra Civile, è ritenuta vicina alle attività del movimento libertario nel quale secondo alcune voci raccolte dai servizi segreti italiani risulta aver prestato servizio come infermiera nell’81a brt mista, iv btg del Soccorso sanitario (nota del Ministero dell’Interno del 13 giu. 1937). Rimasta in Spagna alla fine della Guerra Civile sotto il nome di María Del Carmen Rodríguez chiede al consolato italiano nell’estate del 1945 di essere rimpatriata. Rientrata in Italia riabbraccia il fratello a Carrara dove riprende i contatti con il movimento anarchico. Partecipa come osservatrice insieme al fratello Gino al V congresso nazionale della FAI (Civitavecchia, 19-22 mar. 1953). Muore a Carrara l’11 aprile 1993. (F. Bertolucci)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; ivi, conf. pol., ad nomen.

Bibliografia: C. Berneri, Epistolario inedito, vol. I, a cura di A. Chessa e P.C. Masini, Pistoia 1980 e Id. Epistolario inedito, vol. II, a cura di P. Feri e L. Di Lembo, Pistoia 1984, ad indicem; U. Tommasini, L’anarchico triestino, a cura di C. Venza, Milano 1984, ad indicem; C. Rosselli, Dall’esilio. Lettere alla moglie 1929-1937, Firenze 1991, ad indicem

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