BELTRANDI, Ciro

Tipologia Persona

Intestazione di autorità

Intestazione
BELTRANDI, Ciro

Date di esistenza

Luogo di nascita
Imola
Data di nascita
07/04/1900
Luogo di morte
Bruxelles
Data di morte
09/05/1941

Attività e/o professione

Qualifica
Maestro elementare

Nazionalità

Italiana

Biografia / Storia

Nasce a Imola (BO) il 7 aprile 1900 da Antonio e Maria Rosa Frontali, maestro elementare. Si iscrive giovanissimo alla Federazione Giovanile Socialista, all’epoca su posizioni rivoluzionarie e antimilitariste, ma nel primo dopoguerra aderisce ai gruppi anarchici. Colto e di carattere mite, nella primavera del 1921 è tra i primi imolesi a essere aggradito e bastonato dai fascisti. Gli anarchici, nel mirino delle camicie nere, girano armati di rivoltella: l’11 luglio 1921 i fascisti guidati dal segretario del fascio cittadino Mansueto Cantoni gli tendono un nuovo agguato: nel rispondere al fuoco, B. ferisce un passante. Catturato e ferocemente percosso, viene trascinato nella caserma dei carabinieri: è arrestato per tentato omicidio del Cantoni. Ottenuta dopo alcuni mesi di galera la libertà condizionata, sarà condannato il 16 maggio 1924 a nove mesi e dieci giorni di reclusione per lesioni (sentenza cui segue l’assoluzione per amnistia). Ancora nel 1924, attivo diffusore di giornali anarchici nonostante la pesante situazione politica, è aggredito dai fascisti nella propria abitazione: si salva grazie al tempestivo intervento di alcuni cittadini richiamati dalla madre. Complicanze polmonari causate dalle percosse ricevute si sommano a una salute cagionevole. Le persecuzioni e la disoccupazione lo inducono nel 1926 a emigrare clandestinamente prima in Francia, poi a Mosca e a Odessa. Si ricongiunge con la madre a Parigi nel 1927. Tra il 1928 e il ’30 si sposta frequentemente tra la Savoia e Ginevra, continuando l’attività militante; malato di tbc, viene frequentemente ricoverato in ospedali e sanatori svizzeri: parte delle spese sono a carico del dispensario di Ginevra, il restante è garantito dalla solidarietà dei compagni. Nei primi anni Trenta esprime nelle riunioni degli antifascisti la sua diffidenza nei confronti dei comunisti. Malato e disoccupato, sopravvive grazie agli aiuti e alla solidarietà dei compagni a Chambery in Savoia, dove collabora al movimento di GL; evita l’espulsione solo a causa delle pessime condizioni di salute. Alla fine del 1936 parte per la Spagna occupandosi di propaganda libertaria, ma nel ’37 è costretto dalle persecuzioni staliniste ad abbandonare Barcellona e rientra a Chambery. L’anno successivo viene espulso anche dalle autorità francesi: trova rifugio e assistenza a Bruxelles presso i compagni imolesi Ugo Guadagnini e Celso Bendanti. Muore a Bruxelles il 9 maggio 1941. (T. Marabini – R. Zani)

Fonti

Fonti: Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen; Archivio storico della Federazione Anarchica Italiana – Imola (BO), Fondo Anarchici Imolesi.

Bibliografia: Antifascisti nel casellario politico centrale, 18 voll., Roma 1988-1995, ad nomen; L. Arbizzani, Antifascisti emiliani e romagnoli in Spagna e nella Resistenza, Milano, 1980, ad nomen; N. Galassi, Il fascismo a Imola (1914-1929), Bologna 1993, p. 205. 

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181

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